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Baby, you were the love of my life

Maybe you don't know what's lost 'til you find it

It's not what I wanted, to leave you behind

Don't know where you'll land when you fly

But, baby, you were the love of my life


(Harry's POV)

Il brusio delle persone accalcate da Starbucks per prendersi qualcosa stava iniziando ad essere insopportabile. Eravamo seduti in un tavolo abbastanza appartato e lontano dal bancone, eppure tutto quel casino arrivava fin lì. Avevo abbassato il cappuccio della mia felpa e tolto gli occhiali da sole neri che portavo sempre per cercare di passare inosservato. Ma la maggior parte delle volte, non funzionava.

Era un pomeriggio come tanti, il mio piano era quello di stare a casa a scrivere qualche frase per qualche possibile nuova canzone, godendomi il silenzio e la calma che poche volte avevo il lusso di provare.

Con la coda dell'occhio, guardo la donna riccia al mio fianco che sorseggia la sua cioccolata calda tenendo con due mani il bicchiere di carta, su cui avevano scarabocchiato il suo nome con una calligrafia indecifrabile.

Non so come aveva fatto a convincermi ad uscire di casa, eppure c'era riuscita. Sembra strano pensare a quanto abbiamo legato in questi anni, non che prima non fossimo amici, anzi, solo che ogni occasione era buona per battibeccare. Insomma, dopotutto la mia ragazza era la sua migliore amica e la sua migliore amica era la mia ragazza, entrambi volevamo solo passare più tempo possibile con lei, cercando sempre di rubarla all'altro o di intromettersi anche quando non avremmo dovuto. Solo che poi è successo quello che non avrebbe dovuto succedere, e siamo rimasti io senza ragazza e lei senza migliore amica. Scuoto la testa, cercando di allontanare quel pensiero.

Prendo un sorso dal mio bicchiere, ormai il tè aveva raggiunto la temperatura perfetta per essere bevuto. Tiro un sospiro di sollievo e mi rilasso sulla sedia non appena mi rendo conto che il brusio era drasticamente diminuito e che nel locale c'erano solo poche persone, sedute sui tavoli un po' qua e un po' là. Improvvisamente, Natalie mi afferra un braccio, stringendo forse un po' troppo forte.

"Che succede?", le chiedo, girandomi completamente verso di lei.

Ha gli occhi completamente fuori dalle orbite e continua a guardare verso un punto, e sono quasi del tutto sicuro che abbia smesso di respirare. Faccio correre velocemente lo sguardo verso la direzione in cui sta guardando e sorrido lievemente, con un velo di tristezza negli occhi, quando vedo il ragazzo moro che aveva appena ordinato qualcosa e ora aspettava al bancone.

"Natalie, respira e lasciami il braccio", dico dolcemente, mettendole la mano del braccio libero su una spalla, come per confortarla.

"Scusami, è solo che..." inizia a dire, farfugliando e continuando a sbattere gli occhi, non capacitandosi di quello che stava vedendo. "Sì, insomma... Io... Non lo vedevo di persona da otto anni."

Lo so, avrei voluto dirle, ma mi limito a passarle la mano sulla schiena per tranquillizzarla.

Torno anche io a guardare quel ragazzo, che conosco fin troppo bene, sperando che non ci notasse. Appena pronti, prende i due bicchieri che gli avevano preparato, e va a sedersi in un tavolo libero, anche lui scegliendone uno abbastanza isolato e senza troppa gente intorno. Sta ovviamente aspettando qualcuno, e per ingannare l'attesa, continua a scorrere sul suo telefono, sorridendo di tanto in tanto.

You were the love of my life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora