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(Giulia's POV)

Sono le due del mattino e sto girovagando per casa senza meta, irritata e nervosa per la mancanza di sonno. Non c'è verso di dormire, nonostante io sia distrutta fisicamente e mentalmente. Un po' per il jet lag, che per quanto non siamo stati molto a New York si fa comunque sentire, un po' per i pensieri, mi sono rigirata e rigirata nel letto per poi alzarmi, scocciata. Le ho provate tutte. Mi sono messa a lavorare un po', ho ascoltato musica rilassante, ho fatto una camomilla prendendo insieme della melatonina, ho persino contato le pecore. Niente, occhi spalancati a fissare il soffitto. Se stare a New York con Niall mi ha aiutato molto a chiudere in una scatola la chiamata di Harry di ormai una settimana fa, ritrovarmi a casa, da sola, ha fatto riaffiorare tutto e mi ha fatto affogare in un mare in cui speravo di non ritrovarmi mai più. L'ho proprio sentito arrivare il peso sul cuore e il groppo in gola appena varcata la porta di casa. Ma se durante le ultime ore della giornata sono riuscita a tenermi la mente impegnata, sistemando le valigie e organizzandomi per la settimana lavorativa, appena è arrivata sera mi sono sentita oppressa e incapace di fare qualsiasi cosa, compreso riposare. Non so cosa sia successo, non so cosa sia cambiato, non so come io abbia pensato di fidarmi nuovamente di lui. Le sue parole mi hanno fatto davvero male, sembra davvero che lui non mi abbia mai conosciuta veramente per dirmi certe cose. Come ha potuto minimamente pensare che io mi fossi presa gioco di lui in quel modo? Come ha potuto dirmi che non sono una buona madre? Non sarò sicuramente la migliore o perfetta, ma sto davvero facendo del mio meglio per dare a nostro figlio il meglio di questo mondo e per proteggerlo, finché potrò, dal male e dalla cattiveria. Per fargli vivere una vita super dignitosa e felice, piena di gioia e amore, cercando di insegnarli e trasmettergli i valori che sono stati insegnati e trasmessi a me. Ma soprattutto, come ha potuto anche lontanamente pensare che io e Niall stessimo insieme fin da prima che noi ci lasciassimo e che il nostro bambino, a cui si è spezzato il cuore quando ha sentito spezzarsi il mio e non ce l'ha fatta, fosse in realtà proprio dell'irlandese? Se quel giorno, qualcuno mi avesse pugnalata dritta al cuore, avrebbe fatto meno male. Non so se riuscirò a stare da sola in questi giorni, se non avessi avuto diversi impegni lavorativi in presenza qua a Londra, sarei sicuramente rimasta in Irlanda con Niall e Katherine. In mattinata chiamerò sicuramente Liam, dato che in questo momento è l'unico che si trova in città, dato che anche Louis è in tour, e gli chiederò se può stare qua a casa con me per qualche giorno, non mi fido di me stessa in questo momento e sono sicura di non essere abbastanza forte per tenermi insieme e andare avanti. Chiamerò anche la dottoressa Blye, da quando Harry è tornato mi ero ripromessa che avrei fissato un appuntamento con lei per aggiornarla e sentire anche la sua opinione sulla questione e per chiedere qualche consiglio, ma ora non posso più rimandare. So che con lei posso permettermi di rompermi in mille pezzi tutte le volte in cui ne ho bisogno, senza timore di essere giudicata e con la consapevolezza che mi aiuterà a rimetterli insieme ogni volta. L'ho sempre fatto anche con Niall, Liam e Louis, ma non così liberamente, per non opprimerli con il casino che avevo e che, purtroppo, ho ancora dentro. Maledetto il giorno in cui Harry ha bussato alla mia porta e io me ne sono innamorata.


Sono persa nei miei pensieri mentre perdo tempo su twitter nei vari account di update dei Big Time Rush quando sento il campanello suonare. E chi potrebbe mai essere? Io e Natalie siamo arrivate a Londra da qualche mese ormai ma non abbiamo ancora conosciuto molte persone, siamo quasi sempre chiuse in casa a studiare e nemmeno al lavoro abbiamo ancora trovato qualcuno che si possa definire amico. Per cui deve essere qualcuno che ha sbagliato indirizzo o Natalie che ha dimenticato le chiavi a casa – cosa che non mi stupirebbe. Mi alzo dal divano e mi dirigo verso l'ingresso, alzando la cornetta del citofono.

"Chi è?", chiedo, super dubbiosa e anche un po' agitata.

E se fosse un maniaco?

"Sono il principe Harry che è venuto appositamente a darti il benvenuto a Londra", dice la persona dall'altra parte, con una bellissima voce roca che, inspiegabilmente, mi fa sentire le farfalle nello stomaco.

You were the love of my life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora