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(Giulia's POV)

Arrivo allo studio di Wesley e Chris all'alba delle 10:30, con un'ora e mezza di ritardo. Io, in ritardo, che sono un'anticipataria cronica e, se proprio, mi presento con un'ora e mezza di anticipo. Entro velocemente e saluto Samantha con un cenno della mano e un sorriso, per poi andare spedita verso la sala riunioni in cui so mi sta aspettando Wesley. Incrocio lo sguardo di Chris, che è con dei clienti in un'altra sala, e ci salutiamo con un sorriso. Apro la porta della sala ed entro, sfinita e con il fiatone per la corsa, per poi sedermi su una delle sedie bianche in modo poco femminile e per niente composta, sotto lo sguardo attento di Wesley e Angela.

"Alla buon'ora signorina!", mi saluta Angela, scrutandomi attentamente con il suo sguardo da detective, le braccia incrociate e una postura dritta e autoritaria.

"Che vuoi da me, mmh?", rispondo, divertita. "Tu nemmeno dovresti essere qui"

"Lo so, ma dato che l'ultima volta che ci siamo viste è stato dopo l'incontro di Natalie, volevo assicurarmi che stessi bene"

Sorrido annuendo, risistemandomi un po' meglio sulla sedia.

"Ciao Giuls", mi saluta Wesley, passandomi un bicchiere d'acqua, che aveva versato aprendo una delle bottiglie che ci aveva preparato Samantha sul tavolo.

"Ciao Wesley", ricambio il saluto, sorridendo e ringraziandolo con un cenno del capo.

"Senti Wes, perché non vai a cercare quella cosa di cui stavamo parlando?", chiede Angela, girandosi verso suo marito.

Ed ecco qua, l'interrogatorio che sta per arrivare, come volevasi dimostrare. Wesley la guarda, confuso.

"Che cosa?"

"Massì, Wes, quella cosa lì, lo sai", dice Angela, facendogli segno con gli occhi di uscire.

"Angela, io no-"

"Wesley, vai e cerca, grazie"

"Ma Ang-"

"WESLEY!!", dice la mia amica, tra i denti. "Vai nel tuo ufficio e cerca quella cosa, poi puoi tornare"

Wesley esce dalla porta scoraggiato e confuso, con la testa e le spalle basse.

"Cosa ti ha dato stamattina a colazione? Sei più carica del solito", commento, togliendomi la giacca nera che avevo messo e appendendola sullo schienale della sedia.

Angela non mi risponde, si limita ad osservarmi, senza battere ciglio. Menomale che non sono una dei suoi sospettati, penso che sarei stata capace di confessare cose che non ho fatto con lei che mi guarda così. E sono sicura che sa essere ancora peggio.

"Che c'è?", chiedo, cercando di mantenere lo sguardo nel suo.

"Che c'è?", mi chiede di rimando, divertita. "Arrivi in ritardo, indossi una maglia non tua e mi chiedi che c'è?"

Abbasso lo sguardo, guardando il tessuto bianco della maglietta infilata nei miei jeans chiari sorridendo, sperando di non arrossire troppo.

"Ho sempre messo le magliette o le camicie dei ragazzi, non ne vedo il problema", dico, cercando di fare la finta tonta.

"Oh, andiamo Giuls! Questa non è una delle magliette dei ragazzi", dice, alzando gli occhi al cielo, venendo poi a sedersi accanto a me. "Il possessore di questa maglia è colui che ti ha fatto arrivare in ritardo, con gli occhi che brillano e un sorriso enorme spalmato in faccia"

Sospiro, poi le racconto di Harry che, di nuovo, ha preso un aereo dopo il concerto per venire da me, del fatto che è andato da Natalie, della mia preoccupazione, delle mie ansie, di quello che ci siamo detti. Di noi. Queste ore insieme sono state bellissime, ma è innegabile che la sua presenza sia per me una fonte di distrazione enorme, tanto che ieri non ho praticamente lavorato per niente e oggi mi sono presentata in super ritardo.

You were the love of my life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora