12.

42 3 0
                                    

(Niall's POV)

"Allora, principessine... Siete pronte?"

Neanche il tempo di dirlo che Katherine si materializza sulle scale, saltellando giù tutta felice nei suoi jeans, magliettina nuova rosa con del tulle sulle maniche, vans - rigorosamente rosa!! – e sulle spalle il suo zainetto della bella addormentata. È proprio una piccola principessa, non smetto mai di rimanere incantato guardandola. Quanto sono fortunato, non me ne riesco a capacitare, uno dei regali più belli che la vita potesse farmi. Giulia la segue poco dopo, arrivando anche lei con la sua borsa e il bagaglio a mano. La osservo e mi metto a ridere, guadagnandomi un'occhiataccia.

"Non ci siamo nemmeno messi d'accordo, eppure ci siamo vestiti uguali", dico, indicandomi.

Giulia mi osserva a sua volta, alzando gli occhi al cielo. Abbiamo entrambi optato per una maglia bianca, jeans e vans nere. È proprio vero che, vivendo insieme, si finisce per assomigliarsi. L'unica differenza nei nostri outfit è il mio cappellino e gli occhiali da sole neri, che metterò per cercare di passare inosservato in aeroporto.

"Papà, sei bellissimo ma la zia lo è di più mi dispiace", dice Katherine, guardandomi tutta sorridente.

Giulia trattiene a stento una risata, mentre io mi fingo offeso, facendo scoppiare a ridere la mia piccola principessina, che apre la porta e inizia a correre fuori. È così felice di andare in Irlanda dai nonni, voleva essere perfetta per l'arrivo, tanto che ha fatto impazzire la zia per farla cambiare almeno sei volte.

"Grazie zia, per averla aiutata", dico, mentre io e Giulia portiamo le valigie fuori, per poi chiudere la porta alle nostre spalle.

"Ah, non potevo lasciare fare a te, l'avresti fatta uscire con le scarpe blu, i pantaloni verdi e la maglia arancione"

"Hey!!! È successo solo una volta"

Giulia alza le spalle divertita, facendo scattare il cancellone. Katherine esce di corsa, fermandosi davanti al taxi che ci stava aspettando già da un po'. Apro la portiera e la faccio salire, assicurandomi di allacciarle bene la cintura, rigorosamente nel posto in mezzo o chi la sente questa piccola peste. Intanto Giulia, con l'aiuto del tassista, ha caricato le valigie. Appena il cancello di casa si chiude, inserisco l'antifurto dal cellulare e salgo anche io, a destra di Katherine, mentre Giulia sale dalla parte sinistra. Arriviamo in aeroporto in un'oretta. Mi precipito subito a fare il check-in, lasciando Giulia e Katherine a guardare fuori dalle vetrate alcuni aerei mentre fanno le manovre di preparazione al decollo. Avrebbe avuto sicuramente molto più senso partire direttamente verso quella che sarà la nostra destinazione effettiva, ma in ogni caso, avremmo dovuto fare scalo a Dublino per lasciare Katherine, per cui meglio così, almeno per ora Giulia non sospetta nulla. O almeno spero.

"Papi, facciamo colazione con il muffin alla nutella?", mi chiede Katherine, appena raggiungo lei e la zia.

"Certo tesoro, ti prendo tutto quello che vuoi, passiamo prima i controllo cosa ne dici?"

Lei sorride tutta contenta, poi prende la zia per mano e insieme ci avviamo verso le varie corsie per passare sotto il metal detector.

"Potevi almeno metterti un cappello meno antisgamo", mi dice Giulia, mentre mettiamo tutte le nostre cose e quelle di Katherine nei contenitori grigi.

"Che ha il mio cappello che non va?"

"Ma, non lo so... Ha solamente scritto Niall Horan... Tu che dici?"

Alzo le spalle, mentre lei scuote la testa, divertita. Appena una delle guardie ci fa un cenno, Giulia si avvia insieme a Katherine, facendo passare prima lei, per poi seguirla e andare alla fine del nastro per aspettare che le nostre cose ricompaiano. Passo anche io, per poi aiutare le signorine a recuperare tutto e risistemarci. Ci fermiamo poi nel primo bar che troviamo, Katherine è impaziente per fare la sua colazione, non avendo avuto il tempo di farla a casa. Ordiniamo tre muffin, tre spremute d'arancia e tre cappuccini.

You were the love of my life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora