(Giulia's POV)
Il weekend con Harry è praticamente volato. Abbiamo passato due giorni tranquilli in casa, parlando di tutto quello che è successo in questi anni, di come ci siamo sentiti, di come abbiamo affrontato la nostra rottura e anche ricordando alcuni momenti passati insieme. Mi ha aiutato anche a pulire la casa, muovendoci in perfetta sincronia. Ci sono stati diversi momenti in cui siamo rimasti in silenzio, senza aver la necessità di colmarlo, semplicemente rimanendo vicini e lanciandoci qualche occhiata e scambiandoci qualche sorriso.
La parte più difficile da affrontare l'abbiamo lasciata volontariamente per ultima. Sapevamo entrambi che lo avremmo dovuto fare, prima o poi, eppure nessuno dei due aveva il coraggio di andare lì, dove ancora faceva male. Alla fine, ieri sera, dopo cena, ci siamo guardati negli occhi e senza dire una parola, ci siamo abbracciati, per uscire in giardino e accendere una candela. Ci siamo seduti sul dondolo e siamo rimasti lì, abbracciati, senza dire una parola, guardando la candela consumarsi, piangendo e concedendoci di fare uscire tutto il dolore che, inevitabilmente, abbiamo entrambi provato, perdendo il nostro secondo bambino. Abbiamo deciso di chiamarlo Taylor, dato che non sapevamo se sarebbe stato un altro maschietto o una femminuccia, e, finalmente, gli abbiamo permesso di andare libero, ovunque lui o lei, si trovi. Siamo rimasti lì, l'uno tra le braccia dell'altro, fino a quando la candela si è consumata, lasciandoci al buio, con solo la luce della luna ad illuminarci. Siamo poi entrati e ci siamo messi a letto, sempre abbracciati e sempre in silenzio, non c'era nient'altro da aggiungere.
Stamattina poi, mi sono alzata abbastanza presto, dovendo andare in tribunale per fare da mediatrice per diverse cause seguite da Wesley. Mi sono alzata molto lentamente, cercando di muovermi per casa il più silenziosamente possibile, per non svegliare Harry, che dormiva beatamente. Quando sono risalita, dopo aver fatto colazione e aver lasciato da parte qualcosa anche per lui, mi sono letteralmente sciolta, vedendolo abbracciare il cuscino, le labbra leggermente schiuse e incurvate in un sorriso. Mi sono avvicinata a passo felpato e gli ho lasciato un bacio sulla fronte, sistemandogli un paio di ricci che gli erano ricaduti sugli occhi. Lui, di rimando, aveva arricciato il naso, per poi sospirare e continuare a dormire, come se non fosse successo nulla – per fortuna. Gli ho lasciato un bigliettino sotto il telefono, dicendogli che sarei tornata nel tardo pomeriggio, per poi concedermi un ultimo sguardo, incantandomi a guardarlo.
Arrivata in tribunale, mi sono subito imbattuta in Wesley e Angela, che sarebbe stata presente in quanto doveva testimoniare per altri processi di casi che aveva seguito nei mesi precedenti. Già al mio arrivo, mi aveva lanciato uno sguardo che non lasciava per niente spazio all'immaginazione. Dobbiamo parlare, noi due. Ci siamo incrociate velocemente durante la pausa pranzo, in cui abbiamo mangiato un panino, insieme anche a Wesley, ma tempo per parlare non ne abbiamo avuto.
Ed ora siamo qua, ad Hyde Park, per la nostra abituale passeggiata con caffè e tè, come ogni volta che dobbiamo parlare di qualcosa. Mi maledico per non aver pensato di portarmi delle scarpe di cambio, dopo essere rimbalzata per tutto il giorno tra un'aula di tribunale e l'altra, le mie decolleté mi stavano uccidendo. Per cui, alla fine, ci siamo sedute su una panchina, l'unica che siamo riuscite a trovare semilibera. C'era seduta una ragazza che stava leggendo un libro, e che noi stavamo chiaramente importunando con le nostre chiacchiere, soprattutto Angela, quando partiva con i suoi commenti ad alta voce da fuori di testa. Fortunatamente, avevamo sviluppato l'abilità di parlare in codice, così nessuno avrebbe potuto capire di chi stavamo effettivamente parlando.
"Fattelo dire, coso è proprio un coglione... Però ci sa fare, devo concederglielo"
Sorrido, scuotendo la testa. Sento la ragazza seduta accanto a noi ridacchiare, sono sicura che si sta divertendo da morire.
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You were the love of my life
FanfictionIn quel momento, mi rendo conto di quanto mi manca. Da quando eravamo andati in pausa, tutto era cambiato. O meglio, le prime crepe si erano create dopo quella notte di otto anni fa, in cui ho fatto la cazzata più grande della mia vita. Grazie a que...