(Harry's pov)
Dopo essere stati a cena fuori, c'eravamo incamminati per ritornare verso casa. Ad un certo punto, Giulia si blocca in mezzo al marciapiede.
"Hey, piccola... Che succede?"
"H-Harry..."
Ha la voce tremante e sta respirando molto lentamente e profondamente.
"Che succede? Stai bene?", chiedo, preoccupato.
Giulia continua a spostare lo sguardo dai miei occhi al marciapiede, visibilmente in ansia. Non capendo che cosa stesse succedendo, inizio ad ansiarmi anche io.
"Mi si sono rotte le acque", dice in un sussurro, dopo secondi che erano sembrati interminabili.
"C-Che cosa vuol dire?"
Sono super impanicato, non sto capendo nulla. Sto sudando freddo e mi tremano le gambe.
"Ma, non lo so... Forse che sta per nascere nostro figlio?!?!?"
"Cosa? Ma... Sei... Sei sicura?"
Giulia mi guarda, alzando un sopracciglio. Sta cercando di mantenere la calma e continua a respirare a pieni polmoni.
"No, amore, guarda mi annoiavo e ho deciso di metterti alla prova rovesciandomi dell'acqua addosso..."
Ora sono confuso, non so nemmeno formulare una frase di senso compiuto. Il cuore mi sta martellando nel petto e sento il suo rimbombo nelle orecchie.
"Piccola... Ma tu non avevi nessuna bottiglia d'acqua con te..."
"APPUNTO!!!!!"
PANICO. Adesso che faccio? Mi guardo intorno, senza sapere cosa fare. Come si gestisce una cosa del genere?
"Harry... Mi vuoi per caso far partorire in mezzo a una strada o pensi di potercela fare a portarmi in ospedale?", mi risveglia dal mio stato comatoso Giulia, che sta cercando di mantenere un tono di voce normale.
Prendo prontamente la sua mano e le metto il braccio libero dietro la schiena, aiutandola a camminare. Cerco di mantenere un ritmo non troppo lento ma nemmeno troppo veloce, ormai non manca molto per arrivare a casa. Appena varcato il cancello, lascio la mano di Giulia e mi precipito in casa a prendere le chiavi della macchina e il borsone con quello che avevamo preparato per quando sarebbe arrivato il momento di andare in ospedale per la nascita di nostro figlio. Mi assicuro di chiudere per bene la porta, poi schiaccio il telecomando della macchina aprendola. Apro la portiera del passeggero e aiuto Giulia a salire, poi butto nei sedili posteriori il borsone e mi metto alla guida. Sto guidando a una velocità fin troppo elevata, ma in questo modo, arriviamo in pochi minuti all'ospedale. Aiuto la mia ragazza a scendere e ci dirigiamo al reparto maternità, o almeno spero di essere arrivato in quello giusto. Un'infermiera ci corre subito incontro.
"Lei... Lei... Sì, insomma... Nostro figlio...", farfuglio, incapace di formulare frasi di senso compiuto.
L'infermiera mi fa un sorriso dolce per confortarmi, poi si dedica a Giulia, accompagnandola verso una stanza e iniziando a prepararla e a confortarla. Non passa molto prima che arrivi un'altra infermiera insieme al dottore, ma non sono in grado di capire quello che mi stanno dicendo.
"Salve! Voi siete i signori?", mi chiede il dottore, facendomi un sorriso a trentadue denti.
"I signori chi?", chiedo.
Sembro davvero un deficiente, non so nemmeno se in questo momento sarei in grado di dire come mi chiamo.
"Styles!", risponde Giulia al posto mio, cercando di non urlare troppo.
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You were the love of my life
FanfictionIn quel momento, mi rendo conto di quanto mi manca. Da quando eravamo andati in pausa, tutto era cambiato. O meglio, le prime crepe si erano create dopo quella notte di otto anni fa, in cui ho fatto la cazzata più grande della mia vita. Grazie a que...