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(Harry's POV)

Lasciare Richard per farlo tornare a casa insieme a Liam, Niall e Laura è stata una delle decisioni più difficili che potessi prendere. Era talmente disperato, continuava a piangere, chiamarmi e dimenarsi tra le braccia di Liam, che lo stringeva a sé per rassicurarlo, con scarsi risultati. Come mi si è spezzato il cuore a sentire la sua voce rotta urlare non andare papà, Louis mi ha dovuto letteralmente trascinare in macchina sull'orlo di una crisi. Appena seduto nel sedile del passeggero, mi sono preso la testa tra le mani, per poi prendere un respiro profondo e convincermi di aver fatto la scelta giusta, che Richard è insieme agli zii che si prenderanno cura di lui nel modo giusto. Ora devo andare da Giulia e assicurarmi che stia bene, a costo di girare tutta Londra per trovarla, se non dovesse più essere da Natalie.

Durante il tragitto, io e Louis non apriamo bocca, ma non è assolutamente un silenzio pesante o imbarazzante. Abbiamo entrambi la testa che sta esplodendo dopo gli eventi di oggi, e non è ancora finita la giornata – che sembra davvero infinita e non di ventiquattro ore.

Appena arrivati davanti al condominio, Louis parcheggia e poi scendiamo entrambi dalla macchina, appoggiandoci alla carrozzeria, aspettando che Giulia esca. Nell'attesa, Louis si fuma come minimo quattro/cinque sigarette, mentre io non riesco a smettere di pensare a tutto questo casino. In tutto questo, l'occhio sta iniziando a farmi molto male, ho ignorato il dolore per tutto il pomeriggio, ma ora sta davvero aumentando, forse anche a causa della preoccupazione.

"Ti fa male, eh?", chiede Louis, spegnendo la cicca sull'asfalto. "Però il viola ti dona"

Scoppio a ridere, scuotendo la testa.

"Un po', ma come ti ho detto, me lo sono meritato. Mi hai solo colto alla sprovvista"

Lui mi sorride a trentadue denti, per poi tornare a guardare verso la porta d'ingresso all'edificio. Passano ancora pochi attimi prima di vedere Giulia uscire, in preda alle lacrime, non riuscendo a camminare dritta. Corro velocemente verso di lei, riuscendo a raggiungerla giusto in tempo per prenderla tra le mie braccia ed evitare che cada rovinosamente a terra. Le tolgo la borsa dalla spalla e la porto sulla mia, per poi metterle un braccio intorno alla schiena e uno sotto le gambe, sollevandola. Nasconde la testa nell'incavo del mio collo, respirando a pieni polmoni, cercando di tranquillizzarsi. Mi dirigo a grandi passi verso la macchina, a cui Louis ha già aperto la portiera dietro, permettendomi di salire, senza lasciare Giulia nemmeno per un secondo. Lou chiude la portiera e poi corre velocemente al volante, mettendo in moto e partendo.

"Grazie", sussurra Giulia, quasi impercettibilmente, ancora con il viso nascosto nel mio collo.

"Amore mio, non mi devi ringraziare. Te l'ho detto, non le permetterò di mettersi tra di noi di nuovo", dico, accarezzandole i capelli. "E comunque, se non fossi venuta tu, ci sarei venuto io, lei mio figlio non lo deve toccare"

Mi scambio uno sguardo con Louis attraverso lo specchietto retrovisore, anche lui è preoccupato per la mora tra le mie braccia, come lo è per Niall e Katherine. Tutta questa situazione fa davvero schifo, spero che si risolva il prima possibile perché un po' di tregua ce la meritiamo tutti.

"Forse... Forse Natalie ha ragione", dice Giulia, dopo attimi di silenzio, tirando su con il naso.

"Di che parli?", chiedo dolcemente, sentendo il mio cuore accelerare per paura di quello che potrebbe dirmi.

"Forse sarebbe meglio se me ne andassi, vi ho portato solo casini e dolore... Tutto questo non sarebbe successo se io no-"

Si interrompe quando sentiamo la macchina inchiodare bruscamente, guadagnandoci delle suonate di clacson e insulti dagli altri automobilisti. Alza la testa, guardandosi intorno spaventata, aprendo velocemente la portiera e saltando giù dalla macchina appena si rende conto che Louis è sceso, camminando con le mani tra i capelli sul bordo della strada. Scendo velocemente anche io, andando al volante e accostando meglio la macchina, scusandomi con chi continuava ad insultarci.

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