(Niall's POV)
Entro dalla porta di casa che sono esattamente le 12 in punto e sento un buonissimo profumo arrivare dalla cucina, talmente buono che il mio stomaco brontola all'istante per la fame.
"Giuls! Sono a casa!", urlo, rendendo nota la mia presenza.
"Nì!", mi viene incontro lei, sorridente.
Si avvicina e si alza in punta di piedi, lasciandomi un bacio sulla guancia. Sorrido notando i suoi occhi che brillano e realizzando che la maglia che indossa non è la sua. Mi sa proprio che mi potrei divertire un po'. Stamattina, prima di uscire, sono salito per vedere se aveva fatto la nottata a lavorare o se era riuscita a prendere sonno, ma non pensavo di trovarmi davanti vestiti sparsi per il pavimento e lei e Harry che dormivano beatamente, abbracciati, entrambi con il sorriso sulle labbra. Mi si è riscaldato il cuore e non ero riuscito a far altro che sorridere, ammirandoli. Avevo poi richiuso molto lentamente la porta ed ero sceso, scrivendo sulla lavagnetta che abbiamo attaccato al frigorifero che ero uscito presto e che sarei tornato, appunto, per pranzo.
"È quasi pronto, vai a lavarti le mani"
"Sì mamma!", rispondo, facendola ridere.
Vado velocemente in bagno e poi mi dirigo in cucina, pronto a farla sentire in imbarazzo.
"La prossima volta, ricordati della cravatta sulla maniglia", dico, entrando nella stanza.
Giulia arrossisce visibilmente, lanciandomi lo strofinaccio che aveva in mano, facendomi scoppiare a ridere di gusto.
"Sei un idiota, Horan", commenta lei, alzando gli occhi al cielo. "E ti ricordo che la cosa della cravatta è stata decisa da Louis quando tu e Natalie avete iniziato a stare insieme ufficialmente"
Rido di nuovo, sapendo che ha ragione. Effettivamente io e Natalie, sotto diversi aspetti, eravamo più folli di Harry e Giulia, per cui Louis, da buon amico più vecchio - e, a detta sua, saggio ma su questo potremmo discuterne a lungo - aveva stipulato la regola della cravatta sulla maniglia della porta, per segnalare che era meglio evitare entrare nella stanza. La verità è che di cravatte non ne avevamo, per cui alla fine, momenti imbarazzanti ce ne sono stati e anche molti.
"Mi raccomando però, se devo diventare ancora zio, almeno che sia una nipotina, dato che ho solo nipoti maschi"
"NIALL!"
Scoppio a ridere per la terza volta, facendo davvero fatica a contenermi. Quanto mi erano mancate questo tipo di interazioni, una volta in questa casa erano all'ordine del giorno.
Appena torno in possesso di me e smetto di ridere, guadagnandomi un'occhiata inteneritrice da Giulia, ci sediamo a tavola e pranziamo, chiacchierando come facciamo di solito. Giulia cerca anche di estorcermi informazioni dalla riunione con il mio team, ma io me ne ben guardo da dirle qualcosa. Tralasciando il fatto che mi diverto da morire dato che si innervosisce per il mio silenzio e mi insulta, è molto più bello vedere le sue reazioni quando escono le mie canzoni o qualche annuncio senza che lei fosse prima preparata, in questi anni ho assistito a perle preziose che non mi voglio perdere per nessuna ragione al mondo. Sicuramente le dirò presto del documentario che girerò a breve insieme a Lewis in giro per l'Irlanda, anche perché sicuro se non le dico niente di questo, mi ammazza.
In tutto questo, non stiamo evitando di parlare dell'elefante nella stanza, ci stiamo solo girando attorno per poter essere un po' tranquilli, giusto almeno nel momento in cui mangiamo.
"Hai portato il tuo spazzolino e quello di Kat a Wesley?", chiede Giulia, mentre inizia a caricare la lavastoviglie.
"Sì, stamattina prima della riunione sono passato una corsa allo studio e glieli ho lasciati, avremo i risultati tra un paio di giorni", rispondo, sospirando, piegando la tovaglia.
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You were the love of my life
FanfictionIn quel momento, mi rendo conto di quanto mi manca. Da quando eravamo andati in pausa, tutto era cambiato. O meglio, le prime crepe si erano create dopo quella notte di otto anni fa, in cui ho fatto la cazzata più grande della mia vita. Grazie a que...