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(Harry's POV)

Mi precipito giù dal palco, con ancora l'adrenalina che mi scorre nelle vene. È stato pazzesco, un'emozione unica, indescrivibile. Esibirmi a Wembley come solista è un sogno che non avrei mai pensato di realizzare. In diversi momenti durante la serata mi sono girato verso la direzione in cui sapevo c'era la mia famiglia, non potevo vederli ovviamente, ma, se mi concentravo, quasi potevo sentire la loro presenza fino a lì, come se fossero sul palco insieme a me. Soprattutto Giulia. Nonostante la musica e le voci di tutte e tutti le harries che erano presenti, io ancora sentivo il battito del suo cuore nelle mie orecchie e, se chiudevo gli occhi, riuscivo anche a sentire il suo profumo.

Mi cambio alla velocità della luce, togliendo la tuta bianca con i cuori rossi e mettendomi dei pantaloncini della tuta grigi e una felpa nera, e saluto tutti troppo velocemente, per poi fiondarmi fuori e salire in macchina, che metto prontamente in moto. Quando sono in tour, Richard viene quasi sempre insieme a me, ma quando sono a Londra, si ferma a dormire con Giulia - e probabilmente le fa anche una testa tanta su tutto quello che facciamo. Per cui mi immetto subito in direzione di casa sua e di Niall, mettendoci anche fin troppo tempo a raggiungere la villetta. Ma che mi aspettavo, è sempre tutto intasato post concerto, soprattutto nella parte limitrofa al luogo dell'evento, per cui cerco di armarmi di molta pazienza, continuando a tamburellare con le dita sul volante. Quando finalmente raggiungo la mia meta, noto che il cancello è aperto. Non ci penso due volte a entrare con la macchina e a parcheggiare accanto a quella di Niall. Scendo e mi dirigo verso la porta d'ingresso, suonando il campanello sperando di non svegliare nessuno. La porta d'ingresso si apre praticamente subito e, allo stesso tempo, il cancello dietro di me inizia a chiudersi. Entro in casa e chiudo la porta alle mie spalle.

"Sapevo che saresti venuto", mi accoglie Niall, venendomi incontro dalla cucina, sorridendomi.

"Sono così prevedibile?", chiedo, contraccambiando il sorriso.

Il moro mi mima con le dita giusto un pochino, per poi farmi segno con la testa verso il piano superiore.

"Sta mettendo a letto Richard"

Annuisco, poi lo saluto con un cenno e mi dirigo di sopra, salendo i gradini a due a due.

"Papi, sei qui", mi saluta Richard super sorridente, già a letto, con la voce super assonnata, stropicciandosi gli occhi con le mani, appena mi vede entrare nella sua stanza.

Giulia si gira verso di me, sorridendomi. Mi avvicino a lei e le metto un braccio intorno al bacino, lasciandole un bacio tra i capelli. Gioisco internamente quando non accenna a spostarsi, appoggiandosi un po' a me. 

"Non potevo non darti la buona notte", rispondo al mio piccolino, scompigliandogli i ricci.

Lui sorride, per poi sbadigliare e accoccolarsi meglio sotto il lenzuolo.

"Sei stato bravissimo, papi, sono fiero di te" mi dice, in un sussurro, chiudendo gli occhi. "Buona notte"

"Buona notte, piccolino", diciamo insieme io e Giulia, che si gira verso di me guardandomi con gli occhi lucidi, per poi tornare a guardare Richard, che si è già addormentato con un sorriso sulle labbra.

Rimaniamo per un po' immobili, ad ammirare quel piccolo miracolo che era entrato nella nostra vita. Giulia mi fa un cenno con la testa, avviandosi poi fuori dalla cameretta, per spegnere la luce. La seguo, socchiudendo la porta.

"Lo sai vero che dovrai far avere a tuo figlio una tutina uguale a quella che hai indossato stasera?", mi dice, un po' divertita e un po' esasperata.

"Provvederò", dico, cercando di trattenere una risata, immaginandomi Richard che inizia a implorare la mamma per avere anche lui una tuta come la mia. "Ti è piaciuta?"

You were the love of my life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora