I′m wastin' my time
When it was always you, always you
Chasin' the high
But it was always you, always you
Should′ve never let you go
Should′ve never let you go, my baby
(Harry's POV)
Non so quanto tempo rimaniamo in questa posizione, io in ginocchio davanti a lei mentre la stringo a me, e lei che continua a passare la sua mano tra i miei capelli. È così terapeutico il suo tocco e il suo profumo, mi calma come niente e nessuno potrà mai fare. So che dovrei alzarmi, guardarla dritta negli occhi e dirle qualcosa, ma non ce la faccio. Non sono sicuro di riuscire a reggere il suo sguardo, non dopo averle provocato, di nuovo, tutto quel dolore.
"Harry...", mi richiama Giulia, la voce in un sussurro dolce, senza smettere di toccarmi i ricci.
"Mmh", mi limito a rispondere, incapace di formulare un pensiero di senso compiuto.
Ho paura di sbagliare, di dire qualche cavolata e non posso permettermelo. Si merita solo di essere amata e protetta, il solo pensiero che non me lo possa permettere mi uccide. Eppure, me lo meriterei. Meriterei che mi sbraitasse contro, dicendomi di non farmi mai più vedere e che le faccio schifo, che mi odia e che è stato tutto un errore. Che noi siamo stati un errore. La verità, è che non ci sarebbe menzogna più grande. Siamo stati tutto, tranne che uno sbaglio.
"Harry, guardami"
Scuoto la testa, senza spostarmi nemmeno di un millimetro dalla mia posizione, nonostante sta iniziando a diventare parecchio scomoda per le mie ginocchia. La sento sospirare e, posso giurarlo, ha alzato gli occhi al cielo. Mugugno in disapprovazione appena toglie la sua mano dai miei capelli. Appoggia delicatamente le sue mani sulle mie, intrecciate dietro la sua schiena, e, con molta delicatezza, scioglie la mia presa, per poi abbassarsi anche lei, con le ginocchia sul pavimento. Tengo lo sguardo basso, mentre mi sistema un riccio che mi era ricaduto sulla fronte.
"Harry", mi richiama, la voce ferma e autorevole, ma sempre dolce e delicata.
Deve essere così che fa quando richiama all'ordine Richard, facendo intendere dal tono che è arrivato il momento di fermarsi e affrontare le cose.
Allo stesso tempo, non riesco a fare a meno di sorridere, sentendole come pronuncia il mio nome. Ricordo come, appena conosciuti, il suo accetto fosse molto maccheronico, si vergognava molto quando doveva parlare, sempre timida e goffa. Ora, invece, il suo accento è quasi più marcato del mio. Alzo lo sguardo, incrociando subito i suoi occhi. Il dolore è ancora lì, e mi colpisce dritto al petto. Ma c'è anche preoccupazione per me. Com'è possibile che nonostante tutto e nonostante come si sente lei, in questo momento si stia preoccupando per me e per come possa stare?
"Io...", inizio a dire, ma sento subito le parole morirmi in bocca.
Sospiro, abbassando nuovamente lo sguardo. Mi sento un emerito imbecille, come diamine penso di farmi perdonare in questo modo osceno? Giulia appoggia le sue mani sulle mie guance, facendomi alzare lo sguardo, così che possa tornare a guardarla. Mi scruta attentamente, accarezzandomi dove, poco fa, mi aveva colpito. Il suo tocco è talmente delicato da farmi venire la pelle d'oca.

STAI LEGGENDO
You were the love of my life
FanfictionIn quel momento, mi rendo conto di quanto mi manca. Da quando eravamo andati in pausa, tutto era cambiato. O meglio, le prime crepe si erano create dopo quella notte di otto anni fa, in cui ho fatto la cazzata più grande della mia vita. Grazie a que...