2.

58 3 0
                                    

(Niall's POV)

Siamo rientrati da pochi minuti, neanche il tempo di togliersi le scarpe e andare in bagno a lavarsi le mani, che qualcuno suona il campanello. Io e Giulia ci guardiamo, colti alla sprovvista.

"Aspetti qualcuno?", chiedo, andando verso il citofono per guardare sullo schermo chi aveva suonato.

"No, ma sai che questa casa è un porto di mare, vengono sempre senza preavviso quando e come vogliono", risponde, alludendo a Louis e Liam.

Sorrido scuotendo la testa, pensando a quei due disperati. Guardo lo schermo e mi paralizzo sul posto. O sono improvvisamente diventato matto, o quelli fuori dal cancello sono Harry e la mia ex ragazza.

"Niall, stai bene?"

Mi giro verso Giulia, che mi stà guardando stranita appoggiata allo stipite della porta della cucina. Annuisco cercando di sfoggiare il mio sorriso migliore. Non voglio che lei li veda, per cui devo trovare un modo per farli andare via. Il campanello suona ancora. La mora alza un sopracciglio senza smettere di guardarmi, facendomi un cenno con la testa invitandomi a rispondere.

"Cosa volete?", sbotto, schiacciando il tasto del citofono.

"Emmh... Noi... Insomma, si ecco..." inizia a balbettare Natalie.

"Noi vorremmo parlare, Niall", parla Harry, con il suo solito tono calmo, andando in soccorso alla donna accanto a lui.

Subito faccio correre il mio sguardo su Giulia. Sembra stranamente calma, ma riesco a capire dai suoi occhi che dentro di lei si è scatenato un uragano sentendo la sua voce. Mi avvicino, piegandomi leggermente sulle ginocchia per arrivare alla sua altezza e le metto le mani sulle guance, scrutando attentamente i suoi occhi. Ho paura che possa tornare in uno stato in cui nessuno vorrebbe vedere una persona a cui vuole bene. Certo, ero stato male anche io, troppo forse, ma il dolore che avevo provato io non era minimamente paragonabile a quello che aveva sentito lei. E nonostante fosse completamente a pezzi, aveva fatto di tutto per aiutare me e cercare di farmi stare meglio. Solo dopo un anno e mezzo, con l'aiuto di Liam e Louis, sono riuscito a farle ammettere che aveva bisogno di aiuto. Era scoppiata in un pianto liberatorio, tra le mie braccia e quelle dei ragazzi, per poi sorriderci e farci vedere, per una piccola frazione di secondo, quella Giulia che avevamo conosciuto anni prima e che per un po' era sparita. O meglio, era sempre lei, ma stava lottando con dei demoni troppo grandi e troppo forti. Non ce l'avrebbe mai fatta a combatterli da sola, e né io, né Lou, né Liam avremmo potuto aiutarla nel modo in cui aveva effettivamente bisogno. E sì, nemmeno Zayn, con il quale ancora ci sentivamo, qualche volta. Dopo due anni di terapia, era tornata quasi completamente sé stessa. Sicuramente era più forte e non avrebbe permesso più a nessuno di metterle i piedi in testa e spezzarla. Ormai andava solo una volta ogni tanto dalla dottoressa Blye, qualche volta ci andavo insieme anche io e non potevo fare a meno che guardare incantato quella donna che avevo davanti. Io, al suo posto, mi sarei sicuramente lasciato andare.

Quel giorno lontano di otto anni fa, quando ci siamo ritrovati a dover essere l'uno la roccia dell'altra, mi ero ripromesso che l'avrei protetta sempre, ed è quello che farò finché sarò in vita.

"Va tutto bene, Nì", dice con un filo di voce.

Sorrido istintivamente a quel nomignolo. Solo lei mi chiamava così, e a me andava più che bene. Suona il campanello per la terza volta. Guardo ancora una volta quegli occhi verdi, insicuro su cosa fare. Lei appoggia la fronte sulla mia, come a tranquillizzarmi.

"Apri"

"Sei sicura?"

Si limita ad annuire. Sospiro pesantemente, per poi allontanarmi da lei e andare di nuovo verso il citofono.

You were the love of my life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora