Adam pov's
Odiavo tornare a casa, odiavo vedere gli sguardi di mio padre e mia madre sui miei tatuaggi o sui miei vestiti. Era snervante come accorgersi di avere il pacchetto di Malboro vuoto in tasca.Parcheggiai sotto la casa che un tempo mi aveva accolto, avevo ancora una copia di chiavi che utilizzai per entrare. Profumava di incenso per tutta la casa, non sapevo che intruglio stesse preparando però l'odore era un po' pungente. Giunto in cucina, trovai la tavola apparecchiata, c'erano candelabri antichi ad adornare il tutto.
Il bianco della tovaglia risaltava così come la lucentezza delle posate. Bene, era tutto tirato su a lucido.
«Ciao figliolo» mi salutò mia madre, indossava il suo solito rossetto rosso costoso che portava ovunque andasse, in giro per la casa ce n'erano così tanti sparsi che potevi fare la caccia al tesoro.
«Ciao» ricambiai il saluto sentendo già l'ansia per questo pranzo di famiglia.
L'avevo etichettato così, non ero entusiasta di essere qui. Penso che si sia notato.
«Tuo padre sarà qui a momenti. Mi aiuti ad apparecchiare?» mi chiese dolcemente
Monique come mamma, non era male. Era sempre dolce, voleva a tutti i costi avere un rapporto con me ma purtroppo il mio passato non l'aveva mai permesso. A differenza di mio padre che era un uomo tutto di un pezzo. Nascondeva la sua persona agli occhi degli estranei però in privato era quello che voleva partire per due giorni in un posto sconosciuto, andare al mare e scottarsi perché odiava la protezione solare.
Aiutai mia madre ad apparecchiare, aveva cucinato la lasagna con le polpette. Vedevo altri vassoi vari, lei cucinava sempre in abbondanza. "Non si sa mai, magari potrebbe venire qualche ospite all'improvviso" era questo, quello che diceva sempre. E caspita, sarà capitato poche volte ma lei il vizio di farlo sempre non se lo toglieva.
«Ecco tuo padre!» guardò in direzione verso la porta
Lui era sullo stipite della porta, ci guardò e un sorriso lieve si formò sul suo viso.
«Lavo le mani e sono da voi»
Tornò subito, diede un bacio sui capelli di mia madre mentre a me fece un cenno. Ci sedemmo, il mio piatto era super abbondante come se dovessero mangiare due persone.
«Come va con i ragazzi?» iniziò a chiedere
«Mmmh le solite cose» scrollai le spalle
C'era un'atmosfera strana, tesa direi. Mangiammo in silenzio, con la voce della televisione in sottofondo a farci compagnia.
«Hai scelto qualche corso figliolo?»
Mi ero dimenticato! Preso alla sprovvista non sapevo cosa dirgli, si sarebbe arrabbiato sicuramente. L'ennesima delusione per lui.
«Sto ancora valutando» restai sul vago per non destare sospetti.
«Potresti pure posare, faresti invidia a tutti i ragazzi lì» si intromise mia madre, guardandomi con ammirazione.
«Monique dovrebbe studiare, un giorno dovrà crearsi una famiglia» ecco che ricominciavano i discorsi sul futuro, la parte che più odiavo.
«Marketing magari» e si immaginò in quella testolina me che lavoravo in un ufficio, con un'azienda alle spalle e un futuro brillante.
«Non farò quello che tu vuoi» ribattei ostile
«E cosa vuoi farne della tua vita?» mi guardò torvo
«Continuare a riempirti la pelle d'inchiostro e fare a pugni con le persone?!» colpì il tavolo creandomi fastidio. Mia madre ci guardava preoccupata ma era abituata ai bisticci tra me e lui. Erano anni ormai che facevamo questo.
«Fatti i cazzi tuoi!» mi alzai indisposto a continuare questo teatrino.
«Adam» mi richiamò mia madre con gli occhi tristi
«Tutto buono, devo andare adesso»
Li lasciai litigare alle mie spalle, uscì in fretta da questa casa. Mi sentivo soffocare, questi pranzi di famiglia era solo il margine di falsità della famiglia Parker.
Guidai per chilometri, senza una meta. Probabilmente sarei rimasto senza carburante ma poco mi importava, avevo i nervi tesi come una corda di violino.
Arrivai fuori il cancello arrugginito, non c'era nessuno. Buttava un po' di vento facendo spostare le foglie ai miei piedi. Con le mani in tasca mi diressi davanti a quella lapida, non ornata di fiori come in qualsiasi altro cimitero.Era quasi cupo questo posto, accesi una sigaretta sedendomi accanto alla sua tomba. La rabbia si impossessò di me ricordando quel tragico giorno, quando il suo cuore smise di battere e i suoi chiusi si chiusero definitivamente.
«Sto cercando di fare del mio meglio. Non sarò mai come te ma ci provo» sfregai le mani tra di loro guardando le suole delle mie scarpe.
I ricordi passavano velocemente davanti ai miei occhi e farei di tutto per ritornare indietro ed evitare che succedesse. È stata tutta colpa mia, solo mia.
Rabbuiai alzandomi velocemente da quella lastra, lasciando questo posto con un peso sullo stomaco. Il peso di aver ucciso una persona.
Flashback
«Cari amici, familiari e fratelli. Siamo riuniti oggi qui per ricordare il nostro amico che oggi è volato via. Un nostro pensiero andrà sempre a lui, ricordando la sua grinta e gentilezza verso tutti»Non ascoltai più le sue parole, i miei occhi erano incollai su quella bara. Tutti si avvicinarono lanciando una rosa sulla sua tomba che man mano veniva coperta di terra. I miei amici erano tutti stretti in un abbraccio dandosi conforto, io ero ai piedi del fosso. Non lanciai rose, solo una Malboro che ricadde accanto alla croce.
Rimasi in disparte, sentendo le grida di alcuni suoi amici. Tutte le persone che gli avevano voluto bene erano qui. Man mano andarono via, rimasi lì sotto la pioggia che incominciò a ricadere cessante. Anche il cielo squarciò piangendo per questa perdita.
«Dobbiamo andare Adam!» urlò in lontananza Liam
Non ascoltai nessuno, i miei piedi non volevano muoversi. Non versai nemmeno una lacrima ma l'uragano che avevo dentro spazzò via tutte le mie emozioni.
Porterò avanti il tuo sogno, per te Alec. Lo farò solo per te, ogni mio traguardo sarà esclusivamente per te. Voglio che tu sia orgoglioso di me e magari da lassù alzerai quella birra che bevevamo sempre fuori al balcone con una sigaretta nell'altra mano mentre parlavamo di ragazze. Non mi perdonerò mai per quel tragico errore, sarà per sempre inciso nella mia mente.
In memoria di Alec Scott
*Spazio Autrice*💖
Mie Lettrici e miei lettori, come state? Spero che abbiate passato una serena Pasqua.
Vi ho portato un po' di pensieri di Adam Parker, chi sarà questa persona che ha ucciso? E cosa sarà realmente successo quella tragica notte?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo
~Nanny🌻
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Lullaby
ChickLitAlyssa Turner, una ragazza spezzata dagli eventi della vita ma con un cuore gentile. Con le sue felpe oversize e la sua tisana all'arancia e melograno vuole passare inosservata all'Aidem ma essere la migliore amica di Cressida Fox non l'aiuterà per...