Appena atterrai a Hood River, provai un brivido di eccitazione. Con il cuore colmo di gioia e una valigia alta quanto me, camminai per queste strade che mi avevano vista crescere. Vidi il mercatino che c'era ogni lunedì, i bambini che correvano spensierati e persino il solito carrettino di ciambelle calde a meno di un dollaro. Ed erano veramente buone!
Proseguì ancora per alcuni metri, finché non vidi una casetta fin troppo familiare, tremai quando bussai alla porta. Sentì abbaiare e vidi mia nonna arrivare che quando mi vide, non credette ai suoi occhi. Barth iniziò a saltellare cercando attenzioni, mi abbassai accarezzandolo. Il suo pelo morbido mi solleticò la mano.
«Che succede cara?» sentì la voce di mio nonno nel corridoio, si bloccò quando mi vide fuori.
Entrambi corsero per stritolarmi forte e mi lasciai cullare dalla loro stretta che mi incuteva pace e tranquillità.
«Come hai fatto a venire?» chiese distaccandosi
Eh nonna! Un ragazzo moro, tatuato, pervertito, solitario e sexy ha permesso che lo ritraessi mentre faceva a pugni a boxe.
«Lunga storia, ho vinto un concorso per un disegno e come premio c'erano duemila dollari» spiegai frettolosa saltando molti particolari.
«E così ce lo dici?! Dovremmo festeggiare!» mi scosse il nonno contento. Ero piccola quando iniziai a disegnare, i primi giorni dopo l'incidente non volevo parlare con nessuno. Me ne stavo chiusa in camera finché un giorno in preda alla noia, trovai dei vecchi quaderni ed iniziai a scarabocchiare. Mi accorsi che riuscivo a trasmettere le mie emozioni attraverso il disegno e da quel momento in poi iniziai a farlo quasi tutti i giorni.
«Mi basta avervi visti, resterò un po' qui e mercoledì riparto» risposi un po' in ritardo
Appena entrammo, sentì l'odore di casa. Lasciai la presa sulla valigia e corsi verso il mio letto. Mi era mancato tutto questo, soprattutto mi erano mancati loro.
«Andrò in paese a comprare un po' di carne. Una grigliata per la mia piccolina»
«Non c'è bisogno nonno, mi va bene un piatto di pasta» cercai di dissuaderlo ma fu inutile poiché non volle sentire ragione, indossò il suo giubbotto e uscì di casa.
«Sei un po' pallida piccolina» nonna Wenda venne a sedersi accanto a me, accarezzò i miei lunghi capelli facendomi socchiudere gli occhi. Era da tanto che desideravo le sue carezze, mi sentivo la bambina di qualche anno fa che tornata da scuola poggiava la testa sulle gambe di nonna e stava ore senza stancarsi a farsi toccare i capelli.
«Cressida come sta?» domandò iniziando la conversazione
«Oh bene, adesso starà sbavando dietro ad un biondino» ridacchiai immaginando la scena
«Chi è questo ragazzo? La fa soffrire?» si preoccupò
«No, sarà il contrario nonna»
«Tu hai qualcuno invece?» alla sua domanda mi irrigidì, scossi la testa. Mi scrutò e sapevo che quando lo facesse, voleva significare che aveva dei dubbi a riguardo.
«Se lo dici tu bambina mia» sospirò alzandosi.
«Andrò a raccogliere delle patate per fare il purè che tanto ti piace»
Mi immersi nei ricordi di questa stanza, questa era la stanza di mia madre prima che si sposasse. Infatti c'erano ancora alcune delle sue cose che avevo deciso di non togliere. Avevo persino il suo rossetto rosso, consumato per metà. Li lasciava sempre in giro e puntualmente non ritrovandoli ne comprava sempre uno nuovo.
La nostra vecchia casa era rimasta chiusa da allora, avevano coperti i mobili con dei teli bianchi e chiuso a chiave. Presero tutte le mie cose per portarle qui, inclusa la borsa che indossava quel giorno mia madre, con all'interno il suo profumo preferito.
Da allora non avevo più messo piede in quella casa, andavo solo di tanto in tanto al cimitero e me ne ritornavo con un vuoto dentro ogni qualvolta vedevo le loro foto su quelle lapidi.
Sistemai i vestiti nell'armadio, feci una doccia calda e misi una tuta grigia per stare più comoda. Mio nonno tornò in quel momento con una busta piena di carne, alzai gli occhi al cielo quando vidi la scena. Mia nonna iniziò a borbottare poiché non sapeva se ci sarebbe entrata nel frigo.
«La mangeremo» ribatté
«La mangeremo? Ti rendi conto di quanta ne hai presa?» replicò lei con la fronte corrucciata
Rimasi in camera mia appoggiata al muro ad ascoltare e ridevo di tanto in tanto, spesso bisticciavano ma si amavano troppo per tenersi il broncio quindi finivano per fare la pace.
«Signorina, lo so che sei lì!» mi ripresero entrambi divertiti.
Uscì colta in fragrante e con una tovaglia sotto braccio andai ad apparecchiare il tavolo in terrazza. Mio nonno accese la brace iniziando a cuocere le prime fette di carne. Mi ingozzai di cibo, fino a scoppiare. Me ne sarei andata con qualche chilo in più e sembrava proprio questo il loro intento poiché mia nonna prese la torta di mele avanzata da ieri e la mise nel mio piatto. Era una fetta enorme!
«Volevo chiedervi una cosa» serrai le labbra, lo stomaco si strinse e un groppo amaro mi bloccò le parole in gola.
«Mi accompagnereste al cimitero?»
Calò il silenzio a tavola, gli occhi di mia nonna divennero ad un tratto malinconici ma annuirono entrambi.
«Adesso?» si alzò mio nonno
«Se non è un problema» mormorai
Mi accompagnarono entrambi, aspettarono in macchina lasciandomi un momento per stare da sola con loro. Portai un fascio di fiori che avevo raccolto nel nostro giardino, fu un colpo duro quando lessi i loro nomi. Tentennai prima di avvicinarmi, aggiunsi i fiori accanto a quelli che aveva messo mia nonna in precedenza. Erano i girasoli, i preferiti di mia madre.
Chase e Lisa Turner, mi chinai per sfiorare le loro foto. Quanto erano belli e felici in quella foto. «La vostra bambina è qui» il labbro iniziò a tremare e non riuscì a controllare quelle lacrime che scesero dai miei occhi.
E sapevo che se fossero qui mi avrebbero detto di non piangere. Probabilmente mi avrebbero anche rimproverata per non sorridere abbastanza. Forse anche per l'abitudine che avevo ancora di camminare scalza per la casa, al campus lo facevo perché speravo di sentire la sua voce che mi urlava di non farlo altrimenti mi sarei beccata un raffreddore. Eppure sentivo solo vuoto e la sua voce era solo un ricordo lontano.
«Siete incisi nella mia anima! Per sempre»
*Spazio Autrice*💖
Alyssa è arrivata dai suoi nonni, allontanandosi un po' dal campus. Ha rivisto i suoi genitori che non vedeva da un po', nonostante il vuoto che porta è come se avesse promesso loro di sorridere di più, proprio come avrebbero voluto che facesse.
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny
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Lullaby
ChickLitAlyssa Turner, una ragazza spezzata dagli eventi della vita ma con un cuore gentile. Con le sue felpe oversize e la sua tisana all'arancia e melograno vuole passare inosservata all'Aidem ma essere la migliore amica di Cressida Fox non l'aiuterà per...