Capitolo 15

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Andare ad una festa con Cressida? Voleva dire o vederla ubriacarsi o non vederla proprio. Erano passati dieci minuti che la cercavo in mezzo al folla, chissà dove si era cacciata! Mancavano due giorni e avrei dovuto consegnare quel disegno ed io ero ancora a zero. Venire a questa festa era stato un grosso errore, aveva sprecato questo tempo anziché trovare idee e fare delle bozze.

Da lontano riuscì ad intravedere quella chioma bionda... un momento! Si stava baciando con Ryan, potevo vedere le loro lingue divorarsi. Stavano dando spettacolo senza accorgersene.

«Piccola stronzetta, domani dimmi ancora che non ti piace e sentirai» borbottai fra me e me

Forse era arrivato il momento di andarmene, chissà cosa sarebbe successo tra quei due. Di certo non volevo fare la terza incomoda! Calciai qualche sassolino, uscendo fuori in giardino. Erano tutti raggruppati a sghignazzare, appena Mason, l'amico di Ryan, mi vide, urlò il mio nome attirando l'attenzione su di me.

«Se ti prendo, ti gonfio di botte» ringhiai tra i denti

Si alzò venendo verso di me, era più alto di me ma non mi intimoriva il suo aspetto.

«Posso darti questo bacio Owens» sghignazzò con quella faccia da schiaffi.

«Vattene a fanculo!» lo spintonai

«Allora è come dicono tutti, non hai mai baciato nessuno» alzò un sopracciglio sfidandomi

Quando la sua mano mi spinse verso di lui, tentai di dimenarmi ma fu inutile. Successe in un secondo, un pugno si schiantò sulla mascella di Mason facendolo barcollare fino a cadere completamente.

Portai una mano alla bocca e mi girai trovandomi Adam accanto a me.

«A-Adam» sussurrai sorpresa dal suo gesto

«Ti metti sempre nei guai morettina?!»

Tutti ci guardarono esterrefatti, incluso Mason che aveva una mano sulla bocca dove usciva un po' di sangue.

«Grazie» chinai il capo a disagio

Girò i tacchi andando via, mi ripresi dal mio stato di trance e lo raggiunsi. Volevo sapere perché l'avesse fatto. Non ci conoscevamo, non eravamo amici né altro, quindi perché mi aveva aiutato?

«Perché?» chiesi con il fiatone

«Deve esserci un motivo?» si accese una sigaretta impedendomi di guardare i suoi occhi.

Guardai i miei piedi interessanti, aveva ragione. Mi mettevo sempre nei guai senza volerlo, più cercavo di non attirare l'attenzione e più sembrava accadere il contrario.

«Sali»

Cosa? Alzai lo sguardo verso di lui, stava salendo in macchina. Dovevo salire con lui?

«Ti lascio a questa dannata festa con altri ragazzi ad importunarti» dopo queste parole corsi dal lato del passeggero, sedendomi senza pensarci oltre.

Allacciai la cintura e sentì i nervi tesi. Ero in macchina con Adam Parker e per di più mi aveva appena salvata da quel coglione di Mason.

«Sei diretto al campus?» chiesi spezzando il silenzio che si era creato tra di noi.

«Ho un incontro» spiegò guardando avanti a sé.

Il suo telefono prese a squillare, lo afferrò portandolo all'orecchio mentre con l'altra sterzò. Cazzo! Menomale che avevo messo la cintura!

«Non era alle undici?» frenò di colpo «Porca puttana, arrivo»

Riattaccò e si voltò verso di me, guardandomi di sottecchi.

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