Capitolo 14

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Oggi era uno di quei giorni tristi e non perché la mia tisana era sparita nuovamente ma perché nonna Wenda compiva gli anni ed io non potevo starle accanto. Spedirle anche una collana sarebbe costato troppo.

Due braccia circondarono la mia vita esile e non avevo ombra di dubbio che fosse Cressida.

«Come stai?» sussurrò al mio orecchio, sapeva la mia storia e sapeva che questo giorno fosse per me tra i peggiori. La lontananza dai miei nonni mi devastava, erano le persone più importanti della mia vita insieme alla biondina al mio fianco.

«Voglio solo dormire oggi» il mio programma sarebbe stato questo. Mi sarei addormentata così da non pensarci troppo.

«Invece stasera ti porto ad una bella festa così ti riprendi» mi strattonò cercando di farmi ridere ma l'idea della festa mi fece alzare gli occhi al cielo.

«Pensi che io abbia l'umore di andare ad una festa?» sbuffai scorrendo tra i vari film che proponeva Netflix.

«Ci divertiremo dai» continuò nel suo intento e finì per sospirare e farle un cenno. Avrei fatto la babysitter anche stasera.

Fu chiamata da alcune ragazze ed io ne approfittai per sviare dai discorsi dopo la parola festa. Non avrei messo nessun vestitino.

Andai sotto alla mia quercia, avviai la videochiamata dopo aver indossato le cuffie. Le facce dei miei nonni comparvero pochi secondi dopo, sorrisi a trentadue denti ed urlai "auguri".

«Mi manchi tanto piccola» parlò mio nonno per primo

«Ci manchi tanto» disse invece mia nonna

«Anche voi, mi mancate tutti i giorni. Vi voglio tanto bene» pronunciai quelle parole con un macigno sullo stomaco, vorrei stare lì e abbracciarli forte forte.

Nonno mi fece vedere la mia stanza verniciata adesso di bianco, mi commossi nel vedere la mia vecchia camera, era rimasto tutto come avevo lasciato prima di venire all'Aidem.

Vidi anche la torta di mele che aveva preparato la nonna e Dio solo sa quanto mi mancasse quella bontà. Stetti con loro a telefono tutto il pomeriggio. Aspettavo il sabato solo per questo momento.

«Adesso devo andare, Cressida mi obbliga ad andare ad una festa»

«Brava! Devi divertirti!» mi rimproverò nonna

«Non ti arrabbiare, ci andrò»

Li salutai un'ultima volta prima di riattaccare. Darei la mia vita per loro, mi avevano cresciuta dopo l'incidente dei miei. Asciugai velocemente una lacrima che sfuggì al mio controllo, alzai il cappuccio sulla mia testa e portai una mentina alla bocca assaporando la menta fresca. Ne facevo le scorte per quanto ne facessi abuso.

Vidi Margaret venire verso di me e se Margaret si dirigeva nella tua direzione voleva dire solo una cosa: presidenza.

Percorremmo il corridoio e quando fummo fuori la segreteria lei si sedette al suo posto facendomi proseguire da sola. Bussai alla porta e dopo aver sentito la voce del preside, entrai decisa.

Era accanto allo scaffale di vecchi manuali e mi accolse con un sorriso. Perché mai ero qui?

«Signorina Turner, si sieda per favore»

E lo feci, mi sedetti sul divanetto di fronte a lui. Aspettai che fosse lui a chiedermi il motivo della mia presenza nel suo ufficio.

«Le volevo parlare del concorso, per il disegno» parlò 

«È successo qualcosa?» chiesi preoccupata

«Volevo sapere solo come procedesse, i suoi compagni mi hanno illustrato un po' le loro bozze. Come sa sarò io a dare un'opinione oltre al suo professore»

Rimasi un attimo sbigottita, mi era sfuggito questo dettaglio. Adesso anche il preside Parker avrebbe messo i suoi occhi su quei disegni. I miei compagni avevano già mostrato delle bozze mentre io non avevo nemmeno la più pallida idea di cosa disegnare.

«Ci sto lavorando ancora, in questo momento sono alla ricerca di ispirazione» deglutì nervosa e quando lui si voltò portai alla bocca una mentina al volo.

«Si ricordi che la scadenza è a breve però» e come potevo dimenticarlo? Ormai i miei pensieri andavano su quei soldi che mi sarebbero serviti per andare dai miei nonni.

«Lo ricordo signore, la ringrazio» finsi un sorriso e mi alzai e dopo aver salutato educatamente scappai da quella stanza opprimente.

Corsi in camera mia, chiudendo a chiave la porta. Frugai nel mio comodino, in fondo alle cose c'era una scatola che conteneva un cavallo bianco, con una zampa rotta. Il carillon che mi regalarono al mio ottavo compleanno, era bianco. Quel giorno era nella macchina e questo cavallo era l'unica cosa che si era salvata oltre me. Afferrai tremante la foto che non vedevo da un po', per paura di abbassare le difese che mi ero creata contro il dolore. Un groppo amaro si formò in gola, gli occhi pungevano. Quanto avrei voluto sentire il profumo di vaniglia di mia mamma, lei che mi accarezzava i capelli e mio padre che tornava da lavoro e con i vestiti ancora sporchi si fermava sempre a comprarmi le caramelle.

Non avevo avuto più il coraggio di andare al cimitero, visitare la loro tomba. Quella scena ce l'avevo ancora impressa nella mente, come se fosse ieri. L'urto, le urla di mia nonna, la vista offuscata, la macchina capovolta e il sangue sulle mie mani. Quel giorno sono morta anch'io, insieme a loro.

«Alys, sei lì?»

Posai velocemente la scatola richiudendo il cassetto, respirai profondamente e andai ad aprire Cressida, si trovava ai piedi della porta, con alcuni vestiti sotto braccio e mille trucchi nella borsa.

«Ci prepariamo insieme?» questo sì che era tragico, Cressida impiegava ore per prepararsi, cambiava tanti rossetti finché non trovava quello che le piaceva. Per non parlare della quantità di profumo che si spruzzava.

«Facciamo così, tu ti prepari lì mentre io vado in bagno. Ottima idea vero?»

«Avevo pensato che avresti potuto indossare-» subito la fermai, sapevo cosa volesse dire.

«Assolutamente no! Metto qualcosa di casual che ti piaccia o meno» borbottai chiudendomi in bagno.

Batté i pugni sulla porta ma ormai ero già sotto al getto d'acqua calda. Lavai accuratamente i miei capelli e passai il bagnoschiuma al talco sulla mia pelle. Passai la mano sulla cicatrice che avevo sull'addome e finiva sul fianco. Presi una grossa quantità di correttore, spalmandola delicatamente con le dita e rimisi subito la maglia di seguito.

*Spazio Autrice*💖
Scopriamo qualcosa in più sul passato di Alyssa, le uniche persone ancora in vita sono i suoi nonni. Riuscirà a vincere il concorso e comprare quel biglietto?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny

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