Capitolo 24

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Fortunatamente non incontrai Cressida, era da qualche parte con Ryan. Struccai gli occhi, togliendo quel mascara appiccicoso e feci una doccia al volo. Indossai una tuta nera e decisi di lasciare i capelli sciolti.

Ebbi il tempo di prendere un tramezzino in mensa e mangiarlo mentre mi preparavo. Quando vidi il telefono lampeggiare, segno che mi fosse arrivato un messaggio, mi precipitai per vedere se fosse Adam. Era lui. Lavai velocemente i denti e scesi, lontana da occhi indiscreti, arrivai vicino al cancello dove vidi la sua Porsche nera. Scavalcai cercando di non rompermi una gamba, atterrai su un muretto e scesi salendo in macchina.

«Poco atletica» mi sfotté mettendo in moto

«Non è divertente, quel cancello è altissimo» borbottai mettendo la cintura.

Si immise nella strada principale, accelerò sfrecciando come un pazzo. D'un tratto mi immobilizzai spaventata, conficcai le unghie nel palmo della mano stretto.

«Rallenta. Per favore»

Frenò di un po' andando ad una velocità moderata, calmando così anche il mio povero cuore.

«Ti spaventa la velocità?» chiese divertito

«Sì» dissi sincera

Non aggiunse altro, guidò fino al solito palazzetto malridotto. Questa volta scesi anch'io insieme a lui, vidi i suoi amici fumarsi una canna e quando mi videro rimasero sorpresi.

I bodyguard ci fecero passare, non feci la solita strada. Passammo in un corridoio fino a raggiungere delle porte, quando entrammo vidi alcuni signori, credo che fosse il suo staff.

«Michael» lo salutò

L'uomo guardò me così come una ragazza che si trovava in fondo alla stanza.

«Alyssa» mi presentai educatamente

«Michael» sorrise

Adam nel frattempo era in bagno a cambiarsi. Seguì Michael all'uscita e vidi che eravamo proprio davanti al ring. Da qui si vedeva completamente diverso. Vidi un posticino accanto ai tre ragazzi misteriosi e mi sedetti standomene in silenzio.

«La rossa non ti ha ancora ucciso?» chiese il ragazzo biondo

«Di chi parli?» domandai

«Penelope» indicò la ragazza di prima, questo nome mi era familiare. L'avevo già sentito da qualche parte. Ah! La ragazza che venne all'Aidem.

«È la sua fidanzata?» chiesi allarmata facendolo scoppiare dalle risate.

«Due ragazzi non devono per forza essere amici o fidanzati. C'è sempre un'altra opzione» elaborai nella mia mente le sue parole, voleva farmi capire che andassero a letto insieme?

Iniziò l'incontro e vidi l'avversario di Adam, aveva uno sguardo che non mi piaceva per niente. Memorizzai durante quel primo tempo anche i nomi dei tre, Ethan era l'unico che mi aveva rivolto la parola. Oliver e Liam se ne stavano per fatti loro in silenzio.

Quando vidi un pugno colpire la mascella di Adam, sobbalzai e mi alzai spaventata che si fosse fatto male. Si rialzò come se niente fosse tuffandosi sul nemico, dandogli colpi a raffica. Non ci volle molto che l'avversario crollasse a terra, sospirai tranquilla al termine di quell'incontro. Mi dispiaceva ovviamente ma di più se Adam si fosse fatto male. Fortunatamente era stato più breve di quanto mi aspettassi.

Alzò le braccia come un vero campione, sugli spalti gridarono contenti. Un lieve sorriso si fece strada sul mio viso quando mi guardò. Pressai le labbra non sapendo cosa fare, lui venne circondato dai suoi amici e dal suo mister che esultarono insieme a lui.

Vidi Penelope che lo seguì negli spogliatoi. Chissà cosa stavano facendo chiusi da soli in quella stanza.
"Porca foglia che ti prende! Non dovrebbe proprio importarmi" non mi importava infatti.

La porta si aprì e lo vidi uscire con un borsone sulle spalle. Ritornammo al parcheggio, erano rimaste cinque macchine e quel silenzio non mi dispiaceva affatto.

«Il gatto ti ha mangiato la lingua?» spezzò il silenzio per primo.

«Cosa dovrei dire?» risposi scrollando le spalle

«Pure combinare guai morettina»

Arrossì come una scema e finì solo per dargli uno schiaffo sul bicipite. Accese la radio, la sua guida al ritorno mi rilassò o forse era la notte a farlo. Mi sarei addormentata così.

«Porca foglia!» esclamai quando vidi l'erogatore d'acqua bagnare il giardino. Mi aveva riaccompagnata al campus ma entrarci era impossibile.

«È l'unico punto dove posso scavalcare senza che vengo ripresa dalle telecamere» grugnì all'idea di bagnarmi.

«Una soluzione c'è» disse prima di sterzare velocemente proseguendo dritto, fino a casa sua.

«Non capisco» lo guardai accigliata

«Camera mia»

Mi agitai seduta stante e divenni come un pomodoro. Il problema non era tanto dormire con un ragazzo, nonostante non l'avessi mai fatto, ma che fosse proprio Adam il ragazzo in questione.

«Se poi vuoi scopare, non ci sarà manco modo di dormire» mi punzecchiò

«A quel punto preferisco bagnarmi» misi le braccia conserte

«Oh sicuramente lo farai» si leccò le labbra

Capì il doppio senso e deglutì alle sue parole. Non avevo dubbi che Adam Parker ci sapesse fare con le ragazze. Bastava guardarlo.

«Dormire va bene come opzione, grazie lo stesso» tossì

«Perché dici porca foglia?» alla sua domanda mi voltai per guardarlo.

«Mio nonno non ha mai voluto che dicessi parolacce e una volta mi uscì porca puttana mentre ero con lui. Lui mi rimproverò e trovammo foglia come sostituzione perché eravamo in giardino e stava trovando una parola» spiegai con un sorriso felice nel ricordare quei bei momenti.

Non aggiunse altro, mi ascoltò in silenzio. Parcheggiò sotto casa sua e quando salimmo la casa era vuota, i suoi amici di certo non erano qui. Andammo in camera sua, lui tolse tutti i vestiti restando in pantaloncini.

«Vado a docciarmi» prese dei vestiti dal suo armadio, lanciandomi poi una maglia bianca semplice. «Questa la puoi indossare tu»

Sparì in bagno e sentì lo scrosciare dell'acqua. Guardai la sua camera e non era molto decorata se non per una foto sulla scrivania, c'era un ragazzo sul ring. Sembrava molto giovane, ma non lo avevo mai visto. Mi ricordava Adam sul ring stasera, pieno di grinta.

Mi spogliai dei miei vestiti mettendo quella maglia che arrivava poco sotto al sedere. Non potevo avere le chiappe fuori, aprì il suo armadio cercando dei pantaloncini prima che Adam mi vedesse così. Non riuscivo a capire dove fossero, la luce dell'abat-jour non illuminava abbastanza. Mi abbassai riuscendo a trovarli ma quando mi alzai sentì qualcosa di duro dietro di me.

Mi voltai socchiudendo gli occhi, ebbi la visuale del suo petto tatuato. Riuscì a leggere il numero che portava sul collo, 64 in rosso.

«Il tuo culo in bella mostra non mi dispiace»

Indietreggiai quando vidi una strana luce nei suoi occhi, lui non si lasciò scappare l'occasione di intrappolarmi tra tutte quelle mensole e la sua stazza enorme.

«Sai morettina» sussurrò tracciando con il dito il contorno dei miei seni.

«Il lupo arriva alla sua uva» tenne fermo il mio viso sussurrando quelle parole sulla mia bocca.

«Anche se è acerba?» tremai sotto al suo tocco per i brividi

«Questo lo devo giudicare io» non ebbi il tempo di ribattere che le sue labbra si avventarono violentemente sulle mie.

*Spazio Autrice*💖
Ahia ahia, Adam cosa combini!!!😂 l'intento di Alyssa di stargli lontana non sembra funzionare molto.
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny

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