Capitolo 40

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Entrò con me nella stanza ma presi le giuste distanze da lui. Il mio corpo divenne teso, come una calamita cercava e voleva legarsi al suo.

«Perché sei qui?» lo guardai torva

«Mi stavi cercando» rispose appoggiandosi alla mia scrivania. I suoi bicipiti divennero grossi come due palloni quando distese le braccia sul bordo.

«Deve aver capito male Ethan» negai il gesto che avevo fatto poco più di mezz'ora fa.

«Ti mancavo morettina?» sogghignò infastidendomi per quanto sicurezza avesse.

«Probabilmente a qualcun altro» gli lanciai una frecciatina, riferendomi alla rossa che si era sicuramente scopato.

Mi veniva il voltastomaco soltanto a pensarci, il pensiero che lui fosse qui dopo essere stato da un'altra mi dava fastidio.

«Di chi parli?» alzò un sopracciglio scrutandomi

«Ha importanza?» borbottai indispettita

«Vorrei capire di cosa sono accusato» si distaccò venendo verso di me, indietreggiai d'istinto non permettendogli di toccarmi.

«Stai giocando con me? Perché non te lo permetterò» sbottai arrabbiata per la sua vicinanza.

«Spiegati cazzo!» insistette

«Vieni da me dopo aver scopato con quella ragazza» gli puntai un dito contro sputando fuori la verità

«Sei gelosa Alyssa?» divenne serio tutto d'un tratto e sotto il suo guardo mi sentì derisa, storsi la bocca allontanandomi da lui.

«Assurdo!» sbottai

«Assurdo che tu mi stia facendo una scenata del genere» mi lanciò un'occhiataccia e aveva ragione dannazione. Io e lui non eravamo niente!

«Non so niente di te, non so nemmeno cosa ti passa in quella testa e vieni a farmi la predica?!» la vena sul suo collo si ingrossò e rabbuiò, arrabbiandosi mentre mi urlava in faccia quelle parole.

«Cosa devo raccontarti!» urlai a mia volta offesa

«Non ho vissuto un'infanzia serena» mormorai con un groppo alla gola.

«E pensi che io sì?! Ho vissuto un inferno in quel posto e ho perso una delle persone più importanti della mia vita! Sono un morto che cammina, ho solo la vendetta nei miei occhi dopodiché possono anche ammazzarmi» i suoi occhi si spensero insieme ai miei ad udire tutto questo. Davvero non gli importava della sua vita?

«Continua a nasconderti!» questa volta fu lui ad allontanarsi pronto ad uscire da quella porta.

Corsi mettendo tra lui e la porta, afferrai la sua mano, gliela strinsi forte e fu allora che tolsi ogni maschera. Slacciai la tuta restando in reggiseno, arrivando a quella cicatrice che lui guardò insistentemente.

«In questa cicatrice è racchiuso tutto, quel giorno stavamo andando dai nonni quando mio padre perse il controllo dell'auto sull'asfalto bagnato e il colpo fu fatale» chiusi gli occhi ricordando tutto quel sangue e le urla strazianti.

«Balzai fuori dalla macchina con un pezzo di vetro conficcato nell'addome. I miei e-erano morti ed io no» non mi accorsi delle lacrime finché lui non ne asciugò una.

«Perché la copri?» corrucciò la fronte

«Perché non mi piace vederla, la copro con il correttore perché mi fa male. Mi ricorda a quando dovevo morire e non è successo»

Fui vulnerabile, le gambe stavano per cedere ma le sue braccia mi sollevarono e lo strinsi forte, affondando il viso nel suo petto. Iniziai a singhiozzare come la bambina di allora, buttai fuori tutta la sofferenza mostrandogli la mia anima, a lui che mi aveva fatta sentire viva in questo periodo ma allo stesso tempo mi spaventava, mi spaventavano le sensazione che mi faceva provare. 

«Hai sopportato tutto questo» sussurrò sui miei capelli accarezzandomi anche la schiena con movimenti delicati.

«Mi nascondo perché non ho niente da mostrare» mi staccai guardandolo, fregandomene di avere gli occhi colmi di lacrime e rossi.

«Non devi farlo Turner! Non ti rendi conto di quanto cazzo sei bella»

La sua dichiarazione mi sorprese, mi bloccai schiudendo leggermente la bocca.

«Sei un turbine di sfumature e di emozioni. Forte ma fragile allo stesso tempo» sussurrò guardando le mie labbra, gli stampai un bacio a fior di labbra e finalmente mi sentì bene di nuovo, tra le sue braccia con mille crepe ma protetta come una bambina.

Avevo paura che mi potesse fare male tutto questo. Dove ci avrebbe portati? Gli poteva piacere una persona come me?

«Cosa siamo io e te?» socchiusi gli occhi lasciandomi trasportare dai pensieri.

«Cosa intendi?» due dita si posizionarono sotto il mio mento per potermi guardare.

«Se vuoi andare con altre ragazze, va bene fallo pure ma non puoi toccare anche me»

Il cuore smise di battere vedendo la sua espressione indecifrabile, avrei rischiato di rovinare tutto, qualsiasi cosa fosse, ma per il rispetto di me stessa.

«Non sono andato con altre ragazze o almeno dalla nostra ultima volta»

Amareggiata finsi un sorriso tirato e mi distaccai dalle sue braccia e dal suo tocco. Aveva toccato un'altra dopo la prima volta, non potevo dirgli niente perché non avevo il diritto di farlo.

«Alyssa!» mi richiamò

«Ti arrabbi per cosa?! Sto qua adesso e non ho scopato più nessuna dall'ultima volta nostra, l'ho fatto dopo la prima perché scoparti di nuovo non era nei miei piani» rispose sincero e per quanto le sue parole mi ferissero, era venuto qui da me, un minimo doveva tenerci.

«E andrai a letto con altre dopo di me?» biascicai stordita dalle emozioni che stavano prevalendo, tenere a bada la mia lingua non fu facile.

«Morettina vuoi l'esclusiva?» mi sbatté al muro avvicinando pericolosamente le labbra alle mie.

«Tu riusciresti a non andare con altre?» deglutì volendo assaporare quelle labbra che mi stavano tentando.

«Sì» la sua voce mi fotté completamente

«Allora sì, voglio l'esclusiva» sospirai

«Adesso zitta che da quando sono entrato volevo scoparti con questa tuta contro il muro!»

Con una mossa repentina mi schiacciò contro la parete fredda, slacciò velocemente il pantalone e calò di poco la mia tuta. Le nostre mani tolsero i vestiti a vicenda, fu tutto di fretta. Lasciò le mie mutandine che spostò di lato prima che entrasse di colpo mozzandomi il fiato. Gli graffiai le braccia ai suoi colpi poderosi, reclinai il collo permettendogli di giocare con i miei seni. La sua lingua tracciò cerchi immaginari lungo il mio collo per poi passare ai miei capezzoli, non riuscì ad emettere fiato per il piacere intenso.

«Hai un culo perfetto» ringhiò strizzando le mie natiche

Ansimai sulla sua bocca ad ogni colpo, ero completamente sua. Sentimmo delle voci in corridoio, la sua mano mi tappò la bocca mentre continuò a martellarmi allo sfinimento. L'orgasmo fu devastante, la vista annebbiata dal piacere provato e il cuore che batteva così forte che avevo paura potesse scoppiarmi da un momento all'altro. Sentì il liquidò scivolarmi lungo la gamba e con un sorriso scesi dalla sue braccia, baciando il suo addome tatuato.

«Vado a docciarmi» arrossì

«Vengo anch'io» si leccò le labbra

«Forse uno spazio ci sarebbe» sorrisi sentendo due braccia circondarmi la vita.

*Spazio Autrice*💖
Aww l'esclusiva, Alyssa ha raccontato del suo passato ad Adam finendo per ottenere l'esclusiva con Adam. Entrambi non dovranno andare con altre persone, riuscirà Adam a rispettare questo patto?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny

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