Capitolo 34

4.2K 77 6
                                    

Sollevai lentamente le palpebre, alcuni raggi di sole mi colpirono in viso. Sbattei più volte le ciglia mettendo a fuoco la camera, un braccio mi circondava la vita e quando vidi la sua mano tatuata sorrisi.

Mi voltai lentamente per poterlo osservare, aveva ancora gli occhi chiusi. Il sole gli illuminava metà del suo viso e fui meravigliata da tanta bellezza. Sfiorai i suoi capelli morbidi al tatto, i suoi lineamenti erano rilassati e le labbra leggermente socchiuse.

«Stanotte avevi le dita fredde dei piedi»

Sussultai spaventata quando lo sentì parlare ancora con gli occhi chiusi. Lui era sveglio. «C-cosa?» chiesi allontanandomi con il busto

Mi guardò finalmente e fu devastante il suo sguardo di prima mattina con quel sole che metteva in risalto ancor di più il colore dei suoi occhi.

«Hai piantato quelle dita gelide sotto le mie gambe e ti sei stretta tutto il tempo al mio petto. Non pensavo che fossi freddolosa»

Dio, che vergogna! Lui se ne accorse e sorrise beccandosi uno schiaffo sul petto. Non perdeva occasione nel prendermi in giro!

«Non avevo il controllo del mio corpo» borbottai sulla difensiva

Di scatto mi intrappolò sotto di lui e le sue braccia tese ai lati del mio corpo che sorreggevano il suo peso.

«Il controllo posso fartelo perdere anche da sveglia e ieri è stata una prova»

La sua mano si appoggiò sulla mia intimità e sussultai dal dolore, si incupì e smise subito quel movimento fastidioso.

«Ti fa male?»

Morsi le labbra annuendo, le sue labbra lasciarono un sospiro. Era preoccupato?

Si abbassò all'altezza del mio ventre, lasciò baci umidi sul mio clitoride. Tremai per quella sensazione mista al dolore e piacere. Non andò oltre, continuò lentamente aggiungendo anche il suo pollice che sfiorava il mio clitoride in un modo che non pensavo potesse avere.

Chiusi gli occhi sollevata, godetti di quell'attenzione e premura. Quella delicatezza fu devastante a tal punto da stordirmi. Scoppiai in un orgasmo e morsi il braccio per non urlare.

La voglia di chiedergli se l'avesse mai fatto prima d'ora era struggente, perché sapevo che sentirmi dire di non essere stata l'unica mi sarebbe dispiaciuto. Si rialzò leccandosi le labbra e si stampò sul suo viso un ghigno soddisfatto.

«È sangue quello» mormorai vedendo la macchia sulle lenzuola bianche, mortificata cercai di coprirla ma le sue braccia bloccarono le mie impedendomelo.

«Non me ne frega» mormorò sulle mie labbra, coprendomi la visuale di quella macchia.

«Farò una doccia, copriti se vai in cucina»

Ed io che pensavo di andare al campus nuda! Scomparve in bagno e ne approfittai per vestirmi velocemente. Tolsi le lenzuola mettendole in un angolo remoto della stanza, fortunatamente il materasso non si era macchiato.

Abbassai la maniglia, sentì delle voci provenire dalla cucina. Imbarazzata andai dai tre ragazzi a torso nudo che mi guardarono da cima a fondo.

«Pensavo ci fosse Penelope» sussurrò Ethan all'amico che gli lanciò un'occhiata.

Bene! Avevo scoperto che quei due scopavano, a quanto pare quella stanza era visitata da molte ragazze.

«Buongiorno» salutai con voce flebile

«Vuoi un caffè?» e il fatto che Liam stesse cercando di riparare a quello che avesse detto l'amico, fu molto divertente.

«Tisana?»

Si guardarono tutti e tre sbalorditi, strinsi le labbra in una linea sottile. Che domanda stupida!

«Forse dovrebbe esserci in quel mobile» si grattò il mento a disagio

«Anzi ritorno al campus e mangerò qualcosa lì» ribattei cercando di andarmene ma mi fu impedito da Oliver che si piazzò davanti.

«Siediti morettina» indicò la sedia accanto a me

Titubante lo ascoltai e mi divertì molto a vederli bisticciare mentre prepararono una tisana trovata in un angolo remoto del mobile. Chissà da quanto tempo era lì!

«Dovrebbe andare» Liam mi diede una tazza bianca a puah fumante e dall'odore sembrava una tisana a limone.

Bevvi un sorso e per poco non vomitai, i loro occhi erano su di me curiosi di sapere il mio giudizio sulle loro arti culinarie.

«Mmmh non male, forse la bustina doveva stare un po' a mollo» consigliai bevendo un altro sorso con fatica

«Te l'avevo detto» attaccò per primo Ethan guardando male l'amico

«È buona!» calmai quei due prima che scoppiasse una lite.

I tre mi guardarono e fui una grande bugiarda poiché capirono che quella era tutto fuorché una tisana, Liam venne verso di me per provarla e si strozzò sputando nella tazza vuota del caffè.

«Come fai a berla?!» tossì rosso in volto

«Solitamente è più buona, la prossima volta ve la faccio provare»

«Nessuna prossima volta Turner! Piuttosto dovresti ritornare al campus» la sua voce mi fece raddrizzare le spalle, era accanto a me e quando lo vidi mi accorsi che fosse arrabbiato. Cosa avevo fatto?

I suoi amici ci guardarono in silenzio e mi sentivo tremendamente a disagio. Non dissero niente perché conoscevano meglio di me Adam e probabilmente se l'avessero fatto, avrebbero temuto una sua reazione.

«Vado via» scostai la sedia provocando un sonoro rumore e uscì velocemente da quella casa, a quanto pare non ero ben accetta.

Mentre scendevo a due a due le scale, sentì i suoi passi dietro di me. Velocizzai pur di non parlargli ancora ma fu inutile, la sua presa fermò ogni tentativo di scappare.

«Lasciami!» provai a tirare via il mio braccio

«Ferma!» ringhiò

«Me ne sto andando, toglimi le tue mani da dosso» borbottai arrabbiata anch'io, i suoi modi erano sempre burberi e non mi meritavo di essere trattata in quel modo.

«Adesso te la fai con i miei amici?» sottolineò la parola amici come a voler marcare il territorio.

«Lo avresti fatto lo stesso no?!» ribattei con tono pungente, mi guardò non capendo di cosa stessi parlando.

«Fai così con loro, scegliete qualcuna e la scopate tutti insieme appassionatamente» al solo pensiero mi sentì male, il pensiero che loro condividessero anche questo genere di rapporti mi assalirono i brividi.

«Questo pensi? Che ti scoperò con loro?» i suoi occhi grigi luccicarono e quando pronunciai quel sì, un velo di rabbia coprì la meraviglia di quel colore.

Corsi via e questa volta non mi rincorse. Con mille emozioni contrastanti percorsi quel vialetto a perdifiato, ignorando gli sguardi dei passanti. Ignorai persino quelli della bionda, quelli che mi avevano sempre guardata amorevolmente e che adesso mi guardavano spaesata e con un velo di malinconia.

Maledetto Adam e maledette quelle sensazioni che mi perseguitavano ogni volta che lui mi era vicino o persino mi guardava.

*Spazio Autrice*💖
Questo risveglio non è stato dei migliori. Cosa avrà dato fastidio ad Adam per trattarla in quel modo?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny

LullabyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora