Lo vidi con quel disegno e mi maledì mentalmente per non averlo posato. Chissà cosa pensava adesso!
«L'ho riportato su un altro foglio e quindi mi sono ripresa questo» spiegai
«O forse perché ti piace il soggetto» azzardò
Presi di getto il foglio posandolo nel cassetto, quante assurdità diceva questo ragazzo dai grossi bicipiti e bello da togliere il fiato. Mi ero dimenticata di metterlo via, con la fretta l'avevo lasciato piegato sulla scrivania e proprio lui doveva notarlo!
«Quante stronzate dici in un giorno solitamente?» lo schernì
Non aggiunse altro, mi fissò in silenzio mentre prendevo tutto l'occorrente. Presi un po' di ovatta, mettendoci sopra del disinfettante. Mi avvicinai e notai che non ci fosse spazio per pulirgli la ferita. Lui sembrò leggermi nel pensiero e d'istinto mi fece spazio tra le sue gambe e fui costretta a posizionarmi lì.
«Come mai avete litigato?» per paura di fargli male, poggiai delicatamente il cotone sulla ferita ma non si mosse di un millimetro. Mi guardò tranquillo scrutandomi in viso, menomale che la persiana fosse abbassata altrimenti avrebbe visto le mie guance rosse.
Sicuramente era abituato a prendere a pugni le persone e qualche pugno su di lui sembrava fargli il solletico soprattutto da Mason, che di pugilato non sapeva un bel niente.
«Lo vuoi davvero sapere?» rigirò la domanda a suo favore
«Se vuoi» mi avvicinai di nuovo con la mano eliminando le tracce di sangue secco.
Mi allungai per prendere la crema dal contenitore dei medicinali e quando la presi, persi l'equilibrio e finì seduta sulle sue gambe. Quando cercai di rialzarmi, la sua mano finì sul mio interno coscia bloccandomi. Sentì la pelle andare in fiamme e dei brividi lungo la schiena, non riuscì a distogliere l'attenzione sulla sua mano.
«Sei leggera come una piuma» commentò facendomi distogliere lo sguardo e fu peggio quando lo vidi vicino come mai prima d'ora.
«Sei tu quello forzuto» ribattei smorzando quella situazione.
Misi un po' di crema sull'indice, igienizzato in precedenza in bagno e mi avvicinai lentamente alla sua bocca.
«Se ti faccio male dimmelo» sussurrai
Rivolsi lo sguardo sulle sue labbra e deglutì un po' agitata. Delicatamente poggiai l'indice sulla ferita, spalmando il gel. I suoi occhi mi misero a disagio per tutto il tempo, erano fissi su di me e non sapevo cosa guardasse di preciso.
«Ti faccio male?» vacillai un po' quando la sua mano strinse di più la presa sul mio corpo.
«No»
Ripresi quel movimento e quando venne assorbito il gel potei dire di aver terminato. A quel punto avrei dovuto alzarmi ma era come se il mio corpo non avesse intenzione di farlo.
«Fatto» sussurrai
«Perché vi siete picchiati?» domandai ancora, curiosa di sapere cosa fosse successo.
L'altra sua mano creò cerchi immaginari sulla gamba libera, distraendomi ancora una volta. Era la prima volta che un ragazzo mi toccasse, era una sensazione strana. Sentivo il suo tocco fin dentro le viscere, era un tocco sicuro e delicato. Mi era capitato di scambiare due parole con qualche ragazzo ma ero solita scappare l'attimo dopo. Adesso avevo invece permesso ad Adam Parker di toccarmi seduta sulle sue gambe con i nostri visi a pochi centimetri di distanza.
Probabilmente lui era abituato, chissà quante ragazze faceva sedere su di lui, ero io quella inesperta alle prime armi. I miei pensieri furono annebbiati quando lo vidi avvicinarsi, le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie. Anche le mie d'istinto si avvicinarono come attratte da una calamita. Dovevo alzarmi e scappare, dovevo impedirgli di farlo. Non doveva accadere! Non avevo mai baciato nessuno, che spiegazione gli avrei dato.
«Non farlo» chiusi gli occhi a disagio
«Perché?» quando le nostre labbra si sfiorarono, il mio cuore accelerò d'un tratto mettendomi ancora di più in agitazione.
«Lo sai, lo sanno tutti» mormorai ricordando quella brutta serata.
«Non me ne frega un cazzo di quello che dicono» sussurrò sul mio collo provocandomi ulteriori brividi.
Quando ritornò sulle mie labbra fummo interrotti da un rintocco sulla porta. Mi allarmai alzandomi di scatto.
«Apri Alys, lo so che sei lì» era Cressida e di certo non poteva vedere Adam qui. Dovevo portarla fuori da qui al più presto.
«Nasconditi in bagno per favore» presi la sua mano portandolo in bagno. Chiusi la porta, andando verso l'altra e Cressida entrò iniziando ad urlare cose incomprensibili.
«Cress, calmati. Cosa succede?»
«Ho visto Ryan baciarsi con un'altra. Capisci Alys, lui che moriva per me ha baciato un'altra» era dispiaciuta e lo percepivo. La strinsi in un abbraccio, sospirando quando sentì una goccia sul mio viso.
«Fa caldo qui, dobbiamo aprire» agitata corse ad aprire la finestra così da far entrare luce nella stanza.
«Perché c'è del disinfettante sul tuo letto?» mi domandò guardando le cose che avevo lasciato poco fa.
«Ero ritornata in camera perché avevo mal di testa però mi sa che ho finito le medicine» mentì
«Le ho in camera mia, ma prima devo raccontarti quello che è successo. Mason è infuriato con Adam, i suoi amici a momenti lo gonfiavano di botte quando l'ha offeso» iniziò a spettegolare e chissà cosa penserebbe se sapesse che il ragazzo in questione si trovava nel mio bagno e stava ascoltando tutto.
«Cosa più importante hanno litigato per te, a quanto pare Mason avrebbe provocato Adam»
Sussultai non credendo che fosse veramente questo il motivo. Litigare per me?
«Sicuramente è una bugia, avranno litigato per cose loro» alzai un po' il tono di voce così da farmi sentire anche dal ragazzo chiuso in bagno.
«Alys» mi richiamò
«Ricordati delle tue parole! A te non piace Adam quindi fai finta di niente» io non capivo perché le interessasse così tanto. Perché non voleva che io avessi a che fare con lui se oramai aveva occhi per Ryan?
«Adesso andiamo che ti do la bustina» cambiò discorso ponendo fine a quella conversazione.
«No Cressida, andrò a fare una passeggiata. Ne approfitto per ripassare l'esame di domani» afferrai due libri a caso pur di sfuggire da quella conversazione, volevo restare da sola senza dover pensare al quasi bacio con Adam o che forse ero stata il motivo del loro litigio.
Ero solo Alyssa Turner, la matricola che si nascondeva da tutti. La ragazza che viveva in penombra per non attirare mai l'attenzione su di lei. Come potevo mai essere la causa del loro astio?! Questa sì che era una grossa bugia.
Da quel tragico incidente, la mia visione di mondo era cambiata. Avevo perso fiducia in ogni cosa e reprimevo la mia voglia di vivere chiudendomi in me stessa. L'unica valvola di sfogo da questi pensieri negativi era il disegno, ovunque andassi mi serviva una matita e un foglio per poter rappresentare le mie emozioni nascoste attraverso colori e sfumature.
Poteva essere vista come monotonia la mia vita, però non mi piacevano le cose che piacevano agli altri. Avevo un'altra prospettiva di cui nessuno oltre me poteva entrarci.
*Spazio Autrice*💖
Alyssa e Adam si stavano per baciare, Cressida le ha confessato il motivo della litigata in palestra. Alyssa scoprirà la verità a riguardo?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny
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Lullaby
ChickLitAlyssa Turner, una ragazza spezzata dagli eventi della vita ma con un cuore gentile. Con le sue felpe oversize e la sua tisana all'arancia e melograno vuole passare inosservata all'Aidem ma essere la migliore amica di Cressida Fox non l'aiuterà per...