Capitolo 11

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Evitai Cressida il giorno seguente, venne da me più volte bussando alla mia porta. Rimasi lì, mangiando schifezze e guardando una sfilza di film. Quando venne lunedì fu un problema, dovevo scendere per forza e incontrarla era inevitabile.

Feci un bel respiro prima di aprire la porta, lei era lì con la testa china e le mani intrecciate. Mi guardò per qualche secondo e vidi il dispiacere misto a vergogna trapassare nei suoi occhi.

«Alys, perdonami per favore» mormorò, aveva una lacrima che solcò il suo viso.

Mi si strinse lo stomaco nel vederla in quello stato. Mi si formò un nodo alla gola, odiavo le lacrime.

«Asciugati quelle lacrime Fox, prima che ti dia uno schiaffo»

Mi guardò sorridendo e mi strinse in un abbraccio caloroso, sospirai sentendo il suo profumo costoso che indossava ogni giorno da quando la conoscevo. Non riuscivo ad arrabbiarmi per troppo tempo, mia nonna mi aveva sempre rinfacciato di avere un cuore troppo buono. Certo ero anche orgogliosa però su questa cosa potevo passarci su.

«Colazione?» propose una volta distaccate

«Ho fame» e il mio stomaco iniziò a brontolare

Scendemmo in sala mensa, smisero di chiacchierare per qualche secondo appena ci videro insieme. Che pettegoli!

La mano di Cressida prese la mia, intrecciandola e insieme ci andammo a sedere al nostro tavolo. Parlammo del compito di letteratura, dovevo aiutarla a studiare e prestarle tutti i miei appunti.

Quando suonò la campana ci dividemmo, seguì le prime tre ore. Finalmente venne il momento di disegno, il nostro professore ci aspettava fuori nel cortile.

«Il vostro compito sarà trovare qualcosa che vi attiri, susciti interesse. Vi do due settimane di tempo, per oggi libera ispirazione. Quello migliore parteciperà ad un concorso e ci sarà anche un premio di cinquecento dollari»

Sarebbe stato bello, partecipare al concorso e vincere quei soldi. I ragazzi del mio corso erano bravi e competere con loro sarebbe stato molto difficile.

Mi allontanai girovagando un po' in giro e pensando al tema del mio prossimo disegno. Andai sul retro, qui l'Aidem godeva di un'ottima vista eppure una città sul foglio non mi convinceva così tanto.

Scattai una foto e la mandai ai miei nonni, feci anche una foto alla mia faccia disperata ma questa non la mandai. Mi spaventai solo a vederla, avevo un viso pallido e due solchi scuri sotto agli occhi. Dovevo seriamente smetterla di vedere le serie tv.

Quando suonò la campanella, mi addentrai nei corridoi con il mio taccuino sotto al braccio alla ricerca di Cressida. La vidi chiacchierare con alcune ragazze, sicuramente stavano spettegolando sui nuovi gossip del campus.

Tutti mi guardavano sempre come la ragazza strana, dopo l'accaduto alla festa e l'incontro con Adam, mi lanciano sempre occhiatacce.

«Turner se vuoi un bacio posso dartelo io» urlarono due idioti all'unisono, facevano parte del mio corso di letteratura.

Alzai il dito medio e svoltai l'angolo così da non rivedere più le loro facce di merda. Sentì la voce di Cressida richiamarmi, mi fermai voltandomi verso la sua figura. Aveva l'affanno e gli occhi fuori dalle orbite.

«Che ti è successo?» le chiesi preoccupata

«P-paa Parker»

Alzai gli occhi al cielo, ormai era andata. Ryan la guardava a distanza ma non riusciva a sentire cosa ci dicessimo.

«Stava passando con il suo gruppetto, Ava mi ha leggermente spinta. Sono finita nelle sue braccia, palpandogli il bicipite. Mi ha guardata Alys!» si morse il labbro sognando ad occhi aperti.

«Parlagli e ti togli il pensiero. Digli che ti piace e che vuoi uscire con lui» scrollai le spalle, non riuscivo più a vederla in questo stato.

«Sono donna» replicò accigliata

«Tu puoi tutto Cress e non te ne accorgi nemmeno» sorrisi ed era la verità, Cressida era la ragazza più bella che avessi mai visto. Aveva un bellissimo corpo e un bellissimo viso, faceva impazzire tutti qui all'Aidem.

«Tu dici che dovrei provarci?» si imbronciò tutto d'un tratto facendo comparire le sue rughe d'espressione sul volto.

«Fai quello che vuoi Cress, non devo dirtelo io. Sarebbe anche strano in un certo senso»

Alyssa Turner, la ragazza che non aveva mai baciato nessuno. Proprio nessuno no, il vetro della doccia ha valore? A tredici anni mi divertivo a farlo e solo adesso mi rendo conto di quanto mi senta ridicola ad averlo fatto tutte quelle volte.

«Faremo sesso sicuramente» un sorriso diabolico si stampò sul suo viso.

«Magari una cosa alla volta. Che dici?» tentai

«Alyssa! Io voglio che Adam Parker mi scopi tutta la notte» pronunciò e non ci accorgemmo che il diretto interessato era proprio dietro di noi e aveva appena sentito tutto.

Cressida divenne rossa dalla vergogna, mi guardò in cerca d'aiuto ma io non sapevo cosa dire. Come caspita potevamo uscirne da questa situazione?

«Fai finta di non averli visti» dissi tra i denti stretti

«Sarà tutto fumo e niente arrosto. Io direi di puntare su qualcun altro» le diedi qualche pacca sulla spalla

Cressida mi guardò trattenendo una risata, era il momento di andarcene e l'avremmo anche fatto se non fosse stato per Ryan che si avvicinò alla mia amica. Lei lo guardò come se avesse visto un angelo, dopotutto ero un buon diversivo per scamparsela.

Io me ne andai quasi correndo, quella cerchia era opprimente. Era meglio svignarmela così da evitare di guardare ancora i suoi amici divertiti dalla scena appena vista. Mi fermai in giardino e mi appoggiai al muro prendendo fiato. Sentì il rumore di un accendino e scattai come un felino.

Accanto a me trovai Adam, con la sigaretta tra le labbra mentre guardava davanti a sé. Divenni un pezzo di ghiaccio, rimasi immobile in silenzio.

«E così sarei tutto fumo e niente arrosto» iniziò a parlare

«Più fumo forse» risposi guardando la nuvoletta davanti al suo viso. Battuta squallida Turner!

«Oltre ad essere imbranata fai anche battute squallide» come non detto

«Hey!» lo ripresi

«Non è la verità Alyssa?» ripeté il mio nome, l'avrà sentito sicuramente prima da Cressida.

«No» ribattei

«Perché pensi che io sia tutto fumo e niente arrosto?» la sua imponente stazza fisica mi fece sentire come una minuscola formica.

«Non è la verità Adam?» acquisì un po' di sicurezza

«No» la sua bocca divenne una linea dritta facendomi ridere. Eravamo pari e qui la situazione si complicava.

«Puoi dirlo ancora con un sorriso eh» suonò la campanella salvandomi in calcio d'angolo.

Mi mossi velocemente girandomi verso di lui. «Attenta al palo, morettina»

In effetti vidi un palo a pochi millimetri da me, imbarazzata mi voltai l'ultima volta e vidi un leggero ghigno sul suo viso. Ero imbranata! Aveva pienamente ragione!

*Spazio Autrice*💖
Un litigio scampato, una figuraccia fatta e una conversazione un po' insolita. Direi che Alyssa Turner le ha fatte tutte oggi...
Voi cosa avreste fatto con Cressida?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny

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