Stavo quasi per crollare quando sentì bussare alla mia porta, sobbalzai inciampando. Mi alzai con il sedere dolorante e corsi verso la porta, quando vidi Cressida rimasi un po' male. Non sarebbe venuto, ormai era tardi. Probabilmente l'incontro era finito già da tempo e lui era in giro a divertirsi.
«È successo qualcosa?» chiesi stranita nel vederla qui fuori a quest'ora.
«Ho parlato con Ryan, ti dico solo questo» disse con un sorriso sulle labbra
«Cress e tu hai bussato alla mia porta solo per dirmi questo?» brontolai, non sarebbe cambiata mai.
«Domani ti racconto tutto» mi baciò la guancia e scomparve in un battibaleno canticchiando mentre ritornava nella sua stanza.
Alzai gli occhi al cielo chiudendo la porta e quando stavo per ritornare al letto sentì di nuovo bussare.
«Cressida ti prego raccontami altri dettagli come quelli di prima» spalancai la porta e mi zittì quando vidi Adam con un borsone sulle spalle davanti a me, con i capelli ancora umidi e un profumo buonissimo sul suo corpo. Alcune goccioline scesero sul suo petto, inumidendo la sua maglia bianca. E Dio solo sa quanto avrei voluto leccargli quelle goccioline ad una ad una.
«Entra» lo tirai velocemente richiudendo la porta, se solo qualcuno lo avesse visto nei corridoi, domani sarebbe girata la voce in tutto il campus. Mi sarei svegliata con Cressida che voleva uccidermi come gran parte delle ragazze qui. Avevo il cuore che batteva velocissimo quando lo vidi qui, nella mia stanza di fronte a me.
«Ti ho vista dispiaciuta quando hai aperto la porta prima. Aspettavi me?» chiese sfacciato. Pensava che il mondo girasse solo intorno a lui?
«No» risposta secca
Si sedette sul mio letto sdraiandosi, come se fosse a casa sua. Il borsone era ai piedi del letto e dovetti sistemarlo io un po' più in là per non rischiare di inciampare di nuovo.
«È il mio letto» precisai lanciandogli un'occhiata.
«È comodo, grazie morettina»
I miei occhi ricaddero sulle sue nocche arrossate e d'istinto mi avvicinai sfiorandole con il polpastrello.
«Vado a prendere il disinfettante» andai in bagno prendendo dal mobile il mio contenitore personalizzato con tanti sticker che avevo attaccato qualche anno fa.
«Saresti perfetta come infermiera»
Misi il disinfettante sul cotone, pulendo le sue ferite. Lasciò che glielo facessi senza fiatare, io al suo posto avrei urlato dal dolore.
«Solo che non ho pazienti oltre te» ridacchiai
«Ti metto una crema cicatrizzante» presi il gel che gli misi quel giorno sul labbro, mettendolo adesso sulle nocche. Quando si assorbì, posai tutto sulla scrivania, appoggiandomi ad essa per tenere una certa distanza tra noi.
«Hai vinto?» misi le braccia conserte così da assumere una postura più sicura.
«Avevi dubbi?» non era di certo conosciuto per la sua umiltà.
«Hai tante ferite però» sospirai guardando anche il suo viso stanco.
«Queste non sono ferite Turner» il suo viso rabbuiò ed ebbi la certezza che si stesse riferendo ad altro. Sapevo benissimo che le ferite fossero altre, lo avevo provato sulla mia pelle. Si alzò con il busto ed un flashback della scena in questa stanza mi arrivò in faccia come uno schiaffo.
L'aria iniziò ad appesantirsi, dovevo andare in bagno. Non ebbi il tempo di fare un passo che la sua mano mi tirò e finì seduta sulle sue gambe. Un'altra volta. Le mie mani si incollarono sui suoi bicipiti e dovevo ammettere che la cosa non mi dispiacesse così tanto.
«Scappi da me?» mormorò fissandomi
«Lo sai che non va bene che tu stia qui?» sospirai sconfitta in partenza quando le sue mani furono su di me. La sua mano era grande e riuscì a coprire quasi l'intera coscia.
«E che tu me lo permetta?» sollevò un sopracciglio e aveva perfettamente ragione. Ero io che glielo permettevo. Restai in silenzio perché era vero, non dovevo essere qui con lui. Non dovevo lasciare che mi toccasse e non dovrei nemmeno sentirmi così.
«Non so baciare Adam, questo vuoi sapere. Non ho mai baciato nessuno» confessai arrossendo, non ci avrebbe guadagnato niente. Era abituato a ragazze più esperte ed io ero la persona meno indicata. Forse dopo la mia confessione se ne sarebbe andato e mi avrebbe lasciata respirare.
Mi girai per alzarmi ma la sua presa si intensificò e finì stretta tra le sue braccia. Inumidì le mie labbra deglutendo quando si avvicinò. «A-Adam» farfugliai, desideravo che lo facesse ma non sapevo cosa dovessi fare.
Le sue labbra si poggiarono sulle mie, fu un bacio delicato e dolce. Le mie labbra si schiusero permettendo alla sua lingua di intrufolarsi nella mia bocca. Mossi le labbra cercando di seguirlo, per quanto fosse difficile poiché Adam Parker sapeva baciare troppo bene. Non sapevo che un bacio potesse essere così, la mia pelle era in fiamme così come la mia anima, un Adam apprensivo e delicato non l'avevo mai visto. Non mi fece sentire per un attimo sbagliata.
Ansimai quando mi morse il labbro, mi girai completamente con il busto intrecciando le gambe dietro la sua schiena. Le sue mani si poggiarono sul mio culo facendomi avvampare.
«Sapevo che sotto quelle felpe enormi, si nascondesse un culo del genere» ringhiò sulla mia bocca continuando a toccarlo.
Lo colpì sul bicipite rossa in viso, strinsi i suoi capelli tra le mani. Avevo sempre desiderato farlo, mi chiedevo che sensazione si provasse. Erano morbidissimi e senza gel gli donavano un'aria troppo sexy.
Ritornò all'assalto, questa volta diverso dal primo. Era un bacio d'urgenza e poco casto. Dolcemente sfiorai il suo viso, sfiorando l'accenno di barba e la mascella ben squadrata. Avevo le labbra consumate da quel bacio violento, i suoi tocchi mi fecero rabbrividire e quando il mio bacino sfiorò il suo, trattenni un gemito. Avevo verificato che Adam Parker non era proprio un ragazzo qualunque!
«Sento il sapore di ciliegie persino sulle tue labbra» disse una volta distaccati
«Profumo di ciliegie?» sapeva che profumo indossassi?
«Maledettamente ed io sono allergico»
Oh, sfuggì dalle mie labbra. Non lo sapevo, anche se adesso non indossavo il profumo. Non pensavo si sentisse lo stesso sul mio pigiama, forse era il bagnoschiuma.
«Non ci sarà il rischio però perché non ci baceremo più, io non ti piaccio Alyssa Turner. Ricordi?» sembrò quasi divertirsi a pronunciare queste parole. Avrei preso quella faccia a schiaffi per la sua insolenza e strafottenza.
«Come nemmeno io a te Adam Parker» ribattei giocando la stessa carta.
«Non come alla tua amica che si vorrebbe far scopare da me» una morsa mi attanagliò lo stomaco, si era avvicinato per conquistare Cressida?
«C'è Ryan» gli dissi subito come a voler mettere le cose in chiaro.
«Potrei piegare la tua amica a mio piacimento con il suo consenso e quel Ryan non potrà fare niente per impedirlo»
Non sapevo cosa dirgli, poiché non era la prima volta che i ragazzi mi rivolgevano la parola per chiedermi di lei. Non mi sorprenderei se lo facesse anche Adam.
«Fai come ti pare Adam» scrollai le spalle sollevandomi dalle sue gambe.
«Non mi interessa la tua amica» sospirò e la sua dichiarazione mi rincuorò un po'. Non mi aveva almeno usato per avvicinarsi a lei. Si alzò e mi sfiorò una ciocca di capelli sfuggita dalla coda.
«Però so cosa vuole una ragazza quando mi è vicina» storsi la bocca pensando a lui e Cressida a letto insieme.
«Forse è meglio se andiamo a dormire» mi spostai prendendo le distanze. Non ci saremmo dovuti baciare e non avrei dovuto nemmeno curargli le ferite.
«Buonanotte morettina»
Lo accompagnai alla porta e quando uscì, mi accasciai a terra portandomi le mani sul viso. Ho baciato Adam, ho lasciato che mi baciasse. E questa cosa non andava affatto bene!
*Spazio Autrice*💖
E bacio fu!!! I sensi di colpa però non sono diminuiti per Alyssa, cosa gestirà questa situazione?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny

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Lullaby
ChickLitAlyssa Turner, una ragazza spezzata dagli eventi della vita ma con un cuore gentile. Con le sue felpe oversize e la sua tisana all'arancia e melograno vuole passare inosservata all'Aidem ma essere la migliore amica di Cressida Fox non l'aiuterà per...