Capitolo 39

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Da piccola ogni volta che pioveva, puntualmente aprivo il palmo della mano per sentire le gocce cadere sulla mia pelle provocandomi il solletico. Inutile dirvi che mia nonna mi rimproverava, diceva che mi sarei presa un brutto raffreddore. Per renderla tranquilla smettevo, il tempo che lei rientrava, continuavo di nuovo quella specie di gioco.

Flashback
«Bambina ti sei bagnata tutta»
Mia mamma si accovacciò ai miei piedi, iniziando a togliere tutti gli indumenti zuppi d'acqua.

«Scusa mamma» i suoi occhi mi fissarono, perché capiva che le mie scuse non fossero sincere e che l'avrei fatto altre volte ancora.

«Cioccolata calda?» domandò con un sorriso smagliante, iniziai a saltellare euforica e mi strinsi al suo corpo caldo per sentire il suo dolce profumo e le punte dei suoi capelli solleticarmi il viso.

La pioggia continuò a cadere incessante e con le gambe incrociate sul letto, fissai quelle gocce immaginando di poterle toccare come quando ero piccola e mi divertivo a far arrabbiare la mamma e la nonna.

«Stai ancora in pigiama! Dobbiamo sbrigarci Alyssa Turner»

Le urla di Cressida divennero fastidiose e le lanciai un cuscino in pieno viso per farla tacere.

«Metto quella tuta» indicai un punto sulla scrivania

«Non penserai di mettere ancora una tuta alla festa!» esclamò massaggiandosi le tempie

«Fa freddo e non voglio indossare nessun vestitino» borbottai rifiutando la sfilza di vestiti che aveva portato per me.

«Avevo pensato ad una tuta intera nera, adesso te la mostro» mi mostrò una tuta nera e devo ammettere che non era male, l'unica pecca era molto stretta.

«Indossala»

Alzai gli occhi al cielo e me la misi così da farla smettere, quando Cressida si impuntava non la spuntavi. Guardai la mia immagine allo specchio, mi calzava a pennello ma metteva in risalto tutte le mie forme.

«Non mi si addice» le dissi pronta a toglierla ma lei si precipitò su di me evitando che lo facessi.

«Sei bellissima invece! Il taxi è giù che ci aspetta»

Mi lamentai mentre scendemmo le scale, aveva giocato sporco la stronzetta. Salimmo nel taxi e lungo il tragitto mi bagnai, Cressida riuscì a cavarsela se non le gambe nude e leggermente i capelli, eppure sembrò non fregarsene. Era cambiata, non badava più a queste sciocchezze.

Arrivammo in un locale, fortunatamente era al chiuso. Durante il periodo invernale, i ragazzi del campus organizzavano le feste in questi locali. Era abbastanza spazioso e già vidi tanta gente bere e altri sfrenarsi in pista.

Cressida prese un gin tonic, io invece presi una coca cola con uno spicchio di limone. Guardai in giro, cercando forse tra tutta quella gente un moro alto e tatuato con i suoi occhi magnetici.

«C'è Ryan» urlò per farsi sentire, mi voltai per vedere il biondo venire verso di noi e stampare un bacio sulle labbra della mia amica. Erano veramente belli insieme.

«Ciao Alyssa» mi salutò sorridendo

Ricambiai sventolando la mano e i miei occhi irrimediabilmente andarono di nuovo in giro per la stanza. Di lui nemmeno l'ombra, finché non vidi un volto ormai conosciuto: c'era Ethan che alzava una bottiglia di non so cosa, esultando con una folla di persone.

«Lui non c'è?» domandò Cressida al mio orecchio

«Stavo dando solo un'occhiata all'outfit di quella ragazza» mi affrettai a dire

«Non mentire Alys, lo so chi stai cercando. Puoi provare a vedere se lui è lì» propose

«Cressida ha ragione, per quanto Adam Parker sia un coglione penso che tu sia un po' il suo punto debole» si intromise Ryan, capendo la situazione. Le sue parole mi fecero battere forte il cuore ma non potevo credere che fosse veramente così.

«Io e lui non siamo niente» precisai

«Non ti tratta come niente però» ribadì e la mia amica annuì d'accordo con lui.

«Io v-vado al bagno» balbettai spostandomi, il loro sorriso mi fece capire che avevano inteso tutto. Il bagno non era di certo dove stavo andando.

Raggiunsi quelle persone, dove c'era anche Ethan. Mi avvicinai e quando gli fui accanto vidi anche gli altri due seduti sul divano che limonavano con delle ragazze.

Mi sentivo a disagio e quando fui pronta a girare i tacchi e andarmene una mano strinse il mio braccio. Mi voltai vedendo Ethan, anche gli altri due ci stavano guardando ma rimasero sul divano.

«Cerchi Adam?» domandò lui

«Era una sciocchezza, devo andare» mi liquidai in fretta

«Lui sta facendo un incontro»

Stava combattendo?

«Non siamo andati perché non ha voluto, è stata una cosa ristretta» spiegò

Le sue parole mi fecero capire quanto non sapessi nulla di lui, ero solo una matricola finita nel suo letto e che adesso anche se non lo ammettevo a lui, stavo iniziando a provare qualcosa di molto forte.

«Verrà?» domandai guardando i miei piedi

«Se la rossa glielo permetterà» rispose di getto, tappandosi l'attimo dopo la bocca.

«Volevo dire se... ecco l'incontro più-»

Iniziò a blaterare cose strane, lo interruppi con un cenno della mano e con un sorriso di circostanza andai via. Mi stavo preoccupando per lui quando invece, stava sicuramente da un'altra parte a divertirsi. A scontrarmi fui proprio con lui, l'avrei riconosciuto sempre anche senza guardarlo.

Finalmente vidi quei due occhi grigi, erano freddi mentre mi fissavano. Con un nodo alla gola, lo sorpassai aumentando il passo. Il pensiero che fosse andato a letto con quella ragazza prima di venire qui, mi causò il voltastomaco.

Andai da Cressida, circondata da un gruppo numeroso di persone, quando mi vide con quella faccia mi strinse in un abbraccio.

«Cosa succede?» accarezzò i miei capelli

«Niente ho un po' di nostalgia del mio letto, torno a casa» le dissi con voce rotta, bloccai qualsiasi lacrima volesse scendere dal mio viso.

«Perché non resti qui, andiamo a ballare o magari dopo andiamo tutti insieme a mangiare un panino. Quelli come piacciono a te»

Scossi il capo e dopo averle lasciato un bacio sulla guancia uscì da questo posto, avevo le orecchie stordite dalla musica alta. Trovai un taxi pronto ad accompagnarmi velocemente al campus, gli lasciai qualche banconota e scesi bagnandomi di nuovo. Avevo i capelli spiaccicati sul viso ma non me ne fregava.

Salì rapidamente le scale, raggiungendo il mio piano. Lì appoggiato al muretto, c'era l'ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento.

«Non eri alla festa?» incrociai le braccia al petto

«Da quando ti ho vista con questa addosso, ho pensato a mille modi di scoparti soprattutto dopo che mi hai ignorato»

*Spazio Autrice*💖
Guai in vista piccola Alys... cosa deciderà di fare? Voi cosa fareste al suo posto?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny

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