Capitolo 03

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Il mio dormitorio era in subbuglio, solo su questo pianerottolo avrò visto una cinquantina di ragazze, disperate per la festa.
Storsi la bocca quando vidi uscire una ragazza in culotte con una maschera bianca sul viso.

Mi rinchiusi nella mia stanza, avevo fatto scorta di cibo per la serata che avevo programmato. Avrei disegnato in tutta tranquillità godendomi l'aria fresca dalla finestra che si trovava sopra la mia scrivania.

Accesi l'abat-jour e iniziai ad abbozzare qualcosa. Lanciai qualche foglio accartocciato in fondo alla stanza, mi serviva ispirazione e non riuscivo ad averne. Avrei disegnato Barth, iniziando dai suoi dolci occhietti che appena mi vedevano si ingrandivano leggermente dalla felicità.

Mi docciai, avevo ancora il turbante in testa quando cercai un pigiama da mettere. Almeno qualcosa sopra i pantaloncini che mi tenesse al caldo dall'aria fresca che proveniva dall'esterno. Presi una felpa nera vecchia e la usai come pigiama.

Ero per una serie su Netflix, misi play quando il mio telefono vibrò. Erano messaggi incomprensibili da parte di Cressida, si era ubriacata?

"Strpwndo"
"Hai bevuto Criss?"
"Ahh nfke jd:&"

«Che diamine» borbottai alzandomi velocemente e con i capelli umidi che scendevano sulle mie spalle corsi giù con al piede delle ciambelle nere con un orso disegnato sopra.

Erano tutti ubriachi, alcuni guardarono le mie gambe cosa che mi creò disagio e fastidio allo stesso tempo. Cercai tra la folla Cressida, cercai di scorgerla da qualche parte.

Era davanti a Ryan e gli altri suoi amici, che barcollava ubriaca marcia. Sospirai e mi affrettai a recuperarla. Non avrei permesso a questi idioti di approfittarsi di lei.

«Amor sei arbata» biascicò storpiando le parole mentre le sue braccia si strinsero forte. Puzzava di alcool, il suo mascara era colato leggermente agli angoli degli occhi.

«Ci hai tolto il divertimento» commentò un ragazzo

«Andatevene a fanculo stronzi» la presi sottobraccio sperando che mi aiutasse non cadendo con quei tacchi stratosferici.

«Sapevo che sotto quei vestiti si nascondesse un bel culo» commentò un altro

Alzai il dito meglio mimando un 'fottiti'. Che pallone gonfiato!

«Ho parlato con Adam!» gridò

«Mi fa piacere per te amica ma dobbiamo andarcene da qui» le spiegai scuotendola leggermente.

«Hai delle belle chiappe» ridacchiò

«Te l'ha detto lui?» mi fermai un attimo

«No, quello a te» disse con voce stridula

«Devo vomitare Alys» si allarmò e la sua faccia divenne bianca.

«Corri!» urlai

Tolse i suoi tacchi e iniziammo a correre, arrivammo nella sua stanza e arrivò in tempo davanti al water, prima di vomitare anche l'anima. Le tenni in un pugno i capelli, lasciando che rigettasse tutto senza sporcarsi.

«Grazie» biascicò pulendosi la bocca con la carta igienica.

«Che ne dici se ti metti nel letto, cercherò un'aspirina in giro» non ottenni risposta e con delicatezza la misi distesa sul letto, coprendola bene.

Uscì dalla sua stanza per cercare le aspirine. In camera mia non ne avevo, per il semplice fatto che non bevessi. Cressida le aveva terminate tutte e mi toccava chiederle a qualcuno. Potevo provare in infermeria, se fosse stata ancora aperta.

Abbassai la maniglia ma tentativo fallito, era chiusa. Cosa potevo fare? Non conoscevo nessuno qui, potevo solo tentare qualche farmacia in città. Qualcuna aperta c'era di sicuro.

Sgattaiolai in fretta da quel posto, tutti erano ancora alla festa quindi potetti allontanarmi senza farmi vedere da qualcuno. Proprio nessuno no, c'era solo Adam Parker appoggiato ad una Porsche nera che mi aveva colta in fragrante a scavalcare il cancello.

Si impigliò un lembo dei pantaloncini, lasciandomi un buco sulla chiappa. Dovevo sbrigarmi ma lui era ormai sotto al cancello con gli occhi fissi su di me.

«Puoi far finta di non avermi vista?» sbattei le ciglia per cercare di convincerlo.

«Non me ne frega un cazzo di dove devi andare, solo che stai per atterrare sulla mia macchina e hai un buco sul culo»

Guardai in basso e vidi la Porsche nera, bastava una mossa sbagliata e avrei sfagliato una macchina dall'aria molto costosa.

«Maledetto cancello» sbottai provando a scendere di nuovo, il mio piano era fallito.

Scivolai come un Koala, questa volta senza rischiare di farmi male. Atterrai al suolo e in quel momento mi resi conto di avere di nuovo Adam Parker di fronte a distanza di due giorni dall'ultima volta.

«Hai un'aspirina?» sorrisi a denti stretti

Sul suo volto si formò un cipiglio «Tu stavi scavalcando quel cancello per un'aspirina?»

Annuì solamente restando sotto al suo sguardo intimidatorio. Non potevo andare in giro con un cazzo di buco sul mio sedere.

«La mia amica sta male e l'infermeria è chiusa» spiegai  sbrigativa

«E chiederlo a qualcuno nel campus? Sai quanta gente si ubriaca qui, sicuramente hanno le scorte» c'era solo un problema, io non avevo altri amici.

«Non potevo» non mi dileguai molto sulla questione e lui non fece altre domande.

«Andrò in città» sospirai non avendo soluzioni

«Seguimi» sorrisi vittoriosa voltandomi verso di lui.

Passammo dal retro, qui nessuno ci poteva vedere. Entrammo di nuovo nella scuola, verso l'infermeria.

«Ci ho già provato, è chiusa» lo avvisai quando abbassò la maniglia.

Tirò fuori una card che la fece aprire subito. Cazzo mi ero dimenticata che fosse il figlio del preside! Sicuramente aveva accesso a tutte le stanze.

«Entra» disse

Cercai nello scaffale ma con la torcia del telefono non si vedeva granché. Lui se ne stava con le braccia conserte, godendosi la scena avvolto dal buio.

«Stai cercando nella direzione sbagliata» mi riprese

«Aiutarmi no?» borbottai

Si avvicinò allo scaffale accanto al mio e nel farlo respirai a pieni polmoni la colonia che indossava. Era veramente buona! Allungò un braccio prendendo una scatola e me la diede. Esultai mentalmente, grazie a Dio.

«Grazie» sussurrai con voce flebile

Uscimmo e lui richiuse la porta, avevamo uno spiraglio di luce ad illuminarci e risaltò all'occhio il tatuaggio che aveva sul collo, c'era scritto qualcosa ma non si leggeva bene.

Dondolai sui piedi a disagio, abbassai il lembo del tessuto per coprire la chiappa nuda. La felpa copriva quel giusto ma bastava un movimento minimo per ritornare alla situazione iniziale.

«Ti metti nei guai facilmente» commentò, tirò fuori un pacchetto di Malboro estraendo una sigaretta che portò successivamente alle labbra.

«Per questo non voglio che gli altri mi vedano, buonanotte e non dire a nessuno del nostro furto»

Corsi su per le scale agitata con il cuore a mille, tutto quello che era successo era surreale. Quando entrai in camera di Cressida, lei già ronfava. Esasperata mi sedetti accanto a lei, le scostai i capelli dal viso. Presi un post-it dal suo materiale scolastico e lo misi sulla sua bottiglia.

"Ti ho messo le aspirine sul comò, mi raccomando prendila e non ubriacarti più che puzzi"

Le disegnai una faccina con la linguaccia e ritornai nella mia camera, nel mio adorato letto che era ancora ricoperto dalle schifezze prese in precedenza.

L'idea di trascorrere una serata in tranquillità guardando una serie era svanita nell'aria.

*Spazio autrice*💖
Andare alla ricerche delle aspirine non è poi così male, se incontri un Adam Parker🧊
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Vi aspetto nel prossimo💥
~Nanny🌻

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