Adam pov's
Colpì quel sacco ripetutamente, la secchezza alle mani mi provocò la fuoriuscita di sangue. Una volta finito lasciai il sacco dondolare e fasciai le nocche insanguinate.«Così come stai, l'incontro non te lo faccio fare» tirò le somme, quelle sbagliate. Io quell'incontro lo avrei fatto eccome. Era un anno che mi allenavo per questo momento e non avrei rinunciato proprio ora.
«Devo combattere!» lo afferrai per il colletto portandolo verso di me.
«Non so cosa tu abbia, ma sei cambiato Adam. Non hai la stessa rabbia di prima!» spiegò e sapevo che fosse onesto, Michael mi aveva sempre detto la verità di ciò che pensava. Anche quando ero un ragazzino inesperto e mi disse che potevo farlo io quell'incontro.
«Sono sempre lo stesso invece»
«L'Adam di un qualche mese fa era lo stesso di un anno fa, adesso non sei più lo stesso» continuò con la sua tesi convinto.
«Ieri per esempio, hai saltato la corsa»
Ieri... cazzo! Era il compleanno di mia mamma! Afferrai velocemente il borsone, ignorando la voce di Michael che continuava a chiamarmi. Per oggi aveva rotto i coglioni abbastanza!
Guidai come un forsennato fino a casa, mi preparai in fretta. I ragazzi erano già al campus da qualche ora, sarei entrato l'ora dopo. Avevo solo una cosa da fare: affrontare mio padre.
Arrivai in terza ora, non entrai nemmeno in aula. Quando attraversai il corridoio, tutti gli occhi erano su di me, proseguì fino alla presidenza. Mio padre era con Margaret a firmare dei fogli. Entrambi si voltarono a guardarmi e solo l'uomo in questione lasciò cadere la penna sulla cattedra.
«Ti presenti a quest'ora?!»
Vidi il suo tono alterarsi, Margaret si allontanò sedendosi di nuovo alla sua postazione ma avrebbe lo stesso sentito tutta la conversazione.
«Mi sono dimenticato del compleanno, verrò stasera per cena»
«Tu non entri in quella casa, sono stufo di te! Non hai regole, non ti importa di niente e nessuno. Nemmeno del tuo futuro! Non sei grato di quello che ho fatto per te» pronunciò tutte quelle parole con tono sprezzante.
«Io in questo college non ci volevo nemmeno venire!» per l'ennesima volta gli dicevo quella frase, sapeva che fosse la verità. Era solo per mia madre, l'avevo fatto per lei.
«E fare cosa? Il nullafacente o prendendo un sacco a boxe!» alzò il tono di voce e probabilmente tutto l'istituto stava ascoltando oramai.
«Sto facendo qualcosa che mi piace» sbottai alterandomi
«Sei un dannato guaio, ogni volta che fai qualcosa ferisci qualcuno. Tua madre ha passato l'intera serata dispiaciuta, è andata a dormire amareggiata»
Sapevo che non fossi il figlio perfetto e nemmeno quello di cui andare fiero. Ero un completo disastro e questo gravava anche su di loro.
«Nessuno ti ha detto di prendermi» lanciai la pietra ferendolo perché in quel momento mi stavo mettendo sulla difensiva.
«Sono da ripudiare, dico bene 'preside'?!» aprì di colpo la porta uscendo, parecchie persone erano nei corridoi per il cambio d'ora.
Mio padre alle mie spalle mi richiamava attirando l'attenzione di tutti i presenti che si zittirono.
«Ti ho detto di fermarti!» tuonò
«Ti vado a rinchiudere di nuovo in quel collegio Adam Parker!»
A quelle parole frenai di colpo, le mie spalle andarono su e giù dalla rabbia. Non l'aveva detto sul serio! Quando incrociai il suo sguardo lo vidi pentirsi e provò a dire qualcosa ma scossi la testa infuriato.
Ignorai tutti gli sguardi su di me, c'erano anche i miei amici che guardarono la scena in disparte. Loro sapevano quindi in questo momento sapevano anche come mi sentissi e mi stavano alla larga.
«I coglioni per mandarmici li tieni?!» lo provocai
Non ottenni risposta e me ne uscì con un ghigno amaro, tra la folla vidi due occhi marroni guardarmi senza emozioni. E fu proprio lei a seguirmi fuori, correndo con quelle gambe corte per raggiungermi in fretta.
«Torna dentro Turner!» incalzai accecato dalla rabbia, ora come ora non sapevo che reazione potessi avere.
«Fermo!» le sue mani piccole si poggiarono sul mio petto, cercando di trattenermi con la poca forza che possedeva.
«Cosa diamine vuoi?!» la guardai duro facendola sussultare, i suoi occhi da cerbiatta mi fissarono dispiaciuti e mi fece quasi venire i sensi di colpa a vederla così indifesa dai miei modi poco gentili.
«Sei qui per farmi una predica?» incrociai le braccia
«No. A me non interessa che tu sia stato- ecco» si fermò non sapendo come continuare la frase.
«Adottato» lo feci io per lei
«È per questo che sembri così arrabbiato con tutti?» sospirò guardandosi i piedi
«Pensa ai tuoi problemi, a quanto pare ne hai già tanti. Solo perché io e te abbiamo scopato non vuole dire che tu abbia il diritto di intrometterti!»
Sollevò gli occhi e parve offesa dopo le mie parole e quando provò ad andarsene bloccai il suo polso stringendolo nella mia mano.
«Non ho alcun problema, adesso lasciami!» si dimenò e quando si arrabbiava mi eccitava da morire. Era sexy quando si creava quella linea in mezzo alla fronte e il suo labbro scendeva leggermente all'ingiù.
«Ti ostini a nascondere una cicatrice manco se fosse letale e vivi in disparte da ogni essere umano»
Deglutì restando in silenzio, sapeva che avessi ragione. Viveva in una bolla di sapone perennemente e voleva risolvere i problemi degli altri. «Hai finito adesso?» la sua voce vacillò per un secondo e mi parve di vedere quelle iridi spegnersi.
«Vattene» lasciai la presa cosicché potesse allontanarsi da me.
«Qualsiasi problema tu abbia, vuoi scaricare la rabbia su di me manco se fossi un sacco da boxe. Non merito di essere trattata così da te, hai ragione però perché io e te non siamo niente e non ho il diritto di interessarmi ai tuoi problemi. Sono una povera stupida! Tolgo il disturbo»
Le sue parole arrivarono come uno schiaffo e vidi la sua chioma svolazzare nell'aria e quel corpo minuto allontanarsi da me così come il suo profumo di ciliegia che sfumò nell'aria.
Fanculo mio padre, fanculo il mio passato e fanculo Alyssa Turner! Sarei andato nell'unico posto dove poter spegnere la mente dimenticando per qualche ora tutto l'accaduto per scacciare l'immagine di mio padre e della morettina offesa.
*Spazio Autrice*💖
All'Aidem si è scoperta la verità sulla famiglia Parker, attirando ancor di più l'attenzione su Adam. Riusciranno a dimenticarsi di quella storia? E quale sarà il posto in cui andrà Adam?
Ci sentiamo nel prossimo capitolo🌻
~Nanny
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Lullaby
ChickLitAlyssa Turner, una ragazza spezzata dagli eventi della vita ma con un cuore gentile. Con le sue felpe oversize e la sua tisana all'arancia e melograno vuole passare inosservata all'Aidem ma essere la migliore amica di Cressida Fox non l'aiuterà per...