Capitolo 14

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Lucas
Deve sempre avere l'ultima parola.
Quando sono sicuro di essere riuscito a farla stare zitta, lei se ne esce con qualche frase che in un modo o nell'altro mettono me a tacere.
Come adesso "il tuo pancake l'ho mangiato, mi è piaciuto molto assaporarlo, una vera goduria per la bocca" una frase piena di doppi sensi.
Con una sola frase è riuscita a farmi eccitare come non mai. So io cosa sarebbe una goduria per quella bocca velenosa.
Vorrei correrle dietro e riportarla qui per punirla. Lei in ginocchio e il mio cazzo nella sua bocca.
Lei in tutte le posizioni che esistono e io che la scopo e la scopo, ancora e ancora.
Pensavo fosse una ragazzina alle prime armi, mi sbagliavo.
Vorrei usare quella lingua, che tanto le piace usare per rispondermi e tenermi testa, in modi che farebbero impazzire me ma altrettanto lei.
Ora ho due problemi, un'erezione che non so come mandar via e l'immagine di lei inginocchiata.
Ho urgente bisogno di una scopata.
Rientro nel mio studio e mi trascino dietro Vicky.
< Spogliati e mettiti in ginocchio. >
Abbasso la tuta e le mutande, in due secondi sono nella sua bocca.
Vicky cerca di starmi dietro, vado veloce perché ho un bisogno estremo di godere.
Chiudo gli occhi e come l'altra volta l'immagine del piccolo angelo si materializza, solo che questa volta nella mia immaginazione e lei che è in ginocchio intenta a succhiarmelo .
Cazzo, cazzo e ancora cazzo.
Vengo in due minuti.
<Ed io? >
Non sono mai stato egoista nel sesso ma oggi non è giornata.
<Arrangiati da sola.>

" Debole e impassibile.
È così che mi sento.
Di nuovo chiuso qui sotto senza mangiare e bere.
La pelle brucia, ma ho imparato ad allontanare il dolore dalla mente.
Bere e mangiare servono solo per vivere.
Io voglio farlo per mio fratello e Virginie.
Anche se ho solo dieci anni, so che la mia vita sarà dipinta solo da un colore. Il nero.
La porta si apre ed entra lui.
<Abbiamo una new entry.>
< Non voglio vedere nessuno.>
<Zitto, altrimenti ci saranno delle conseguenze.>
<Vieni piccola, entra.>
Ed è in questo momento che la vedo.
Capelli castani, avrà all'incirca quattro anni.
Mi guarda negli occhi ed io finalmente mi sento vivo.
Occhi che sanno dare silenzio ma anche speranza.
< Ciao, io mi chiamo Alyson >. "

Mi sveglio di soprassalto.
Non ci credo, oltre ai soliti incubi adesso si è aggiunta anche la sua presenza. Normalmente quando sogno il mio passato mi sveglio con agitazione, ma ora che nel sogno c'era lei, solo una grandissima paura.
Inizio ad andare avanti e indietro nella mia camera.
Devo calmarmi, era solo un sogno.
Cerco di calmarmi, faccio respiri profondi, conto fino a cento.
Tutti consigli che mi ha dato il mio psicologo ma che non servono a un cazzo.
Ho bisogno di guardarla e vedere con i miei occhi che sta bene.

Entro in casa delle ragazze usando la chiave che mi hanno dato mi sento un ladro .
Cerco di non fare rumore ed entro in camera sua.
È nel suo letto, al sicuro.
Dorme a pancia sotto. I capelli sulla spalla sinistra, il volto girato verso destra e con entrambe le mani abbraccia il cuscino.
Mi avvicino al sul letto e le sfioro delicatamente i capelli con una mano.
Annuso il suo profumo e man mano mi sto tranquillizzando.
Vederla qui, un po' per volta il mio incubo sta scomparendo.
Voglio andarmene, dovrei andarmene, ma i miei piedi sono ben saldati su questo pavimento.
Anziché fare passi indietro, ne faccio avanti e mi ritrovo con le ginocchia che toccano il materasso.
Con calma e movimenti calcolati mi siedo sul suo letto, letto bello grande per un piccolo angelo .
C'è abbastanza spazio libero.
La guardo ancora e ancora.
Più la guardo e più il mio cervello trova pace.
Più la guardo e più grigio si aggiunge al nero della mia anima.
Più la guardo e più il ghiaccio che ho intorno al cuore si scioglie .
Più la guardo e più capisco che un'anima bella come la sua ha bisogno di meglio nella vita.
Resto ancora due minuti, ancora un po' di pace, e ritornerò a casa mia, alla mia realtà fatta di ombre e tormenti.
Solo altri due minuti.


Il mio letto non ha questo profumo, non è così piccolo e soprattutto dormo da solo.
Non riesco a spiegarmi di chi sia questo braccio che continua a spingermi, dovrei aprire gli occhi, ma sto troppo bene.
In meno di due secondi mi trovo con il culo per terra. Di solito a svegliarmi sono gli incubi non una ragazzina che mi ha spinto giù dal letto con tutta la forza che possiede.
<Adesso tu mi spieghi cosa ci facevi nel mio letto e cosa ci faceva la tua mano sul mio sedere.>
La osservo ed è piuttosto incazzata. Anch'io lo sarei se qualcuno si intrufolasse nel mio letto. Ma come glie lo spiego tutto quello che è successo ieri? Mi prenderebbe per pazzo e forse un po' lo sono.
<Buon giorno anche a te Alyson, potevi svegliarmi in modo più dolce.>
<Tipo?>
<Tipo con un bel pompino fatto da questa bocca e questa lingua velenosa.>
Sospira, sta perdendo la pazienza. La osservo, indossa un pantaloncino così corto che avrebbe fatto prima a non indossarlo affatto, una t-shirt bianca, i capelli liberi e in disordine e il viso privo di trucco.
È bellissima cazzo. Quanto vorrei che non fosse così bella, sarebbe tutto più semplice.
<Lucas, te lo richiedo, cosa ci facevi in camera mia?>
Decido di mentirle perché col cazzo che le dico tutto quello che ho pensato stanotte.
<Sono tornato a casa ubriaco e anche un po' fatto. Devo aver sbagliato casa e stanza, fine della storia. Non sentirti tanto speciale.>
< E guarda caso in questa casa ci sono quattro stanze e sei capitato proprio nella mia ?>
< Ma quanto cazzo parli la mattina>
Non le do il tempo di ribattere, perché se mi guarda con quel viso acqua e sapone, con le guance un po' arrossate, le labbra imbronciate e quegli occhioni, se si avvicina con quelle gambe scoperte e la t-shirt dalla quale riesco a intravedere i suoi capezzoli, mando tutto a puttane. La attacco al muro e la bacio.
Non posso farlo e non devo farlo.
Mi richiudo la porta alle spalle e mi lascio indietro lei.
Lei che inconsapevolmente è stata capace di donarmi una notte tranquilla.
Lei e la sua luminosità. Lei e i suoi sorrisi. Lei e quella voglia incontrollabile che ho di farla mia. Lei e la sua voglia di vivere. Lei è il suo profumo che mi fa impazzire.

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