Lucas
Guardo i suoi occhi riempirsi di lacrime non appena finisco di pronunciare le parole.
Il senso di colpa pian piano si fa strada dentro di me, ho dovuto farle del male, non ho avuto altra scelta.
I suoi baci, le sue carezze, il suo sapore, i suoi ansiti mi hanno fatto provare un maremoto di emozioni, ciò che ho provato l'altra volta in macchina è niente in confronto ad ora.
È stato tutto troppo, ed io non sono in grado di gestire questa situazione, non sono in grado di darle quello che lei merita ma soprattutto non sono alla sua altezza.
Una lacrima le scende lungo la guancia e devo stringere le mani a pugno per non asciugargliela.
<Sai Lucas, sapevo che non dovevo aspettarmi niente da te. Hai sbagliato prima, non ho sopravvalutato me stessa, ma te.>
Ha ragione, perché io non sono altro che un involucro vuoto.
<Piccolo angelo.>
Non mi lascia finire, si alza in piedi e si allunga la maglietta il più possibile, lo fa con così tanta forza che temo la possa rompere.
<Non chiamarmi così, per te da oggi in poi sarò solo e semplicemente Alyson, non piccolo angelo e nemmeno Aly, ma Alyson.>
Decido di continuare con la mia recita.
<Quante storie per un semplice soprannome, sei proprio immatura.>
<I soprannomi si danno alle persone con cui si ha anche un minimo di legame e come hai appena dimostrato non è il nostro caso. Se io sono immatura tu invece?>
Non si arrende mai davanti ad uno scontro, questa è una delle cose che più mi piace di lei.
<Io sono semplicemente realista e chiaro. Non prendertela con me se hai ideato chissà quale futuro per noi due.>
Si avvicina e mi spintona.
<Lucas, io non ho ideato un cazzo. Ora esci dalla mia camera.>
<Vado. Ah, piccolo angelo, quando avrai bisogno di un orgasmo sai dove trovarmi.>
Mi volto e mentre apro la porta mi arriva diritto dietro la testa una pantofola, o almeno è quello che penso sia.
Mi viene da ridere, è uno scricciolo in confronto a me, ma quando vuole sa come difendersi.
Mentre mi richiudo la porta alle spalle sento un, coglione, non detto tanto a voce bassa, anzi giurerei che l'abbia detto apposta per farmelo sentire.
Entro in camera di Virginie e mi siedo sul suo letto, ho bisogno di solitudine e silenzio.
Il senso di colpa non ne vuole sapere di lasciarmi in pace, vorrei ritornare da lei e spiegarle il motivo del mio comportamento, forse riuscirebbe a capirmi meglio.
Sarebbe semplice scoparmela e poi girarle le spalle, come ho sempre fatto con tutte, ma con lei non ci riesco e soprattutto so che lei non lo merita.
Mi fa paura il potere che lei esercita su di me senza nemmeno saperlo, devo fermarmi ora, prima che lei mi entri completamente dentro.
Il suo sapore, mi ha letteralmente fatto impazzire, vorrei ritornare nella sua stanza e ricominciare tutto da capo.
Ci sarei morto volentieri con la testa fra le sue gambe.
Non riesco ancora a capire cosa lei abbia di tanto speciale, forse mi attira così tanto perché mi tiene testa oppure sarà che è così diversa da tutte le altre.
Vorrei scoparmela per far andare via questa maledetta ossessione, ma una parte di me sa benissimo che, se andassi oltre con lei, una sola volta non mi basterebbe.
Devo riuscire a tenerla a distanza e ad essere odioso con lei, così magari sarà lei a non volermi.
La porta si apre ed entrano in camera Virginie, Mark e Marcus , si siedono tutti e tre sul tappeto di fronte a me, sanno che devono lasciarmi un po' di distanza fisica.
Nessuno mi conosce meglio di loro.
<Se siete venuti per rompermi il cazzo, non è serata.>
<Fratello con te non è mai serata.>
Ho voglia di fargli male.
<Lucas cosa è successo?>
È Virginie a chiedermelo, con quel tono pieno di dolcezza, sa sempre come prendermi.
<Non è successo niente, avevo bisogno di silenzio e sono venuto in camera tua.>
<Non dire stronzate.>
<Mark, taci. Lucas è chiaro come il sole che c'è qualcosa che ti turba, non puoi sempre tenerti tutto dentro.>
<Virginie è sempre il mio passato, nulla di nuovo.>
Mio fratello vorrebbe inveirmi contro, mi basta guardarlo per capirlo, ma si trattiene.
<Non prenderci in giro, io sono la tua migliore amica, lui è il tuo migliore amico e questo coglione qui in mezzo è tuo fratello. Ti conosciamo come tu conosci noi.>
Devono lasciarmi solo.
<Dovete uscire da questa cazzo di stanza se non volete che il nervosismo prenda il sopravvento. Visto che mi conoscete così bene, sapete cosa succede quando non sono in me.>
Marcus sa sempre quando e come parlare, mi è sempre stato accanto aspettando i miei tempi e rispettando i miei silenzi.
<Virginie, Mark perché non scendete di sotto? Ho bisogno di restare da solo con il mio migliore amico.>
Poiché chiunque darebbe ascolto a Marcus, anche loro lo fanno.
Mark si alza, mi da una pacca sulla spalla ed esce, Virginie si avvicina, mi abbraccia e mi sussurra <Io ci sono> mi da un bacio e va via anche lei.
Una volta soli, Marcus inizia a parlare.
<Non interrompermi e ascoltami. Sei una rottura di palle la maggior parte del tempo, dobbiamo sempre pesare i comportamenti e le parole con te, perché sappiamo benissimo che basta una minima cosa a farti perdere la testa. Ma non ci pesa, tu anche senza saperlo riesci a darci tanto. Non puoi mentirmi, non a me. Non è solo il tuo passato a tormentarti è anche la ragazza che in questo momento si trova chiusa nella sua stanza infondo al corridoio. Non ha voluto aprire nemmeno la porta a Mark e sappiamo entrambi che quei due ormai vivono in simbiosi.>
Si ferma ma io non dico niente.
Prende un respiro e ricomincia.
<Quella ragazzina tutta curve ti ha messo ko dal primo momento in cui l'hai vista.>
<Smettila di guardarle il culo ogni volta che ti passa davanti.>
<Ecco vedi? Non ti è mai importato di nessuna ragazza, potevamo provarci con chiunque, ma con lei sei estremamente possessivo, vorresti prendere a pugni chiunque provi ad avvicinarsi. Lucas con lei non puoi comportarti da coglione, la rottura con il suo ex l'ha fatta soffrire tanto, la morte di suo padre l'ha devastata. Ha una forza incredibile perché nonostante lei sappia che tu hai tutte le carte in regola per spezzarle il cuore, continua a non arrendersi, continua a lasciare la porta aperta per te.>
<Poi mi dirai cosa le ha fatto il suo ex.>
<Se vorrà sarà lei a raccontartelo. Alyson riesce a farti provare emozioni forti, puoi mentire a te stesso ma non a me. Lei potrebbe essere la felicità che ti è stata strappata quando eri solo un bambino. Provaci, poi se andrà male ci saremo noi con te e anche con lei.>
<Lei non mi fa provare emozioni forti come tutti credete, semplicemente riesce a darmi un po' di pace. Ma è semplice attrazione fisica. Mi piace la sfida, mi piace che non si tira mai indietro. Non potrei mai rinunciare alla mia libertà o ad altre donne per lei.>
Hanno rotto il cazzo, credono che io sia sulla strada dell'innamoramento.
<Lucas te lo ripeto. Sei sicuro di non provare nient'altro che vada oltre l'attrazione?>
<Mai stato più sicuro.>
<Va bene, non insisto, sarebbe inutile. Se è semplicemente attrazione, saprai gestirla. Lasciala in pace e soprattutto lasciala libera. Mark è migliorato tanto da quando lei è arrivata. Le ragazze la adorano e vorrebbero tenerla per sempre qui. Io penso che lei sia una ventata di aria fresca, mi piace la sua compagnia. Quindi se sei così sicuro di te, non rovinare quest'atmosfera che si è creata con il suo arrivo.>
<Puoi stare tranquillo.>
Iniziamo a guardarci negli occhi e con il suo sguardo Marcus mi sta dicendo: So ciò che provi, non credo neanche ad una parola che hai detto.
Veniamo interrotti da Juliet che entra in camera come un tornado.
<Venite a mangiare è pronto!> si volta verso di me e mi fulmina con lo sguardo.
<Forza Juliet sfogati.>
<Sfogarmi? Non basterebbero cento schiaffi per farmi sentire meglio. Stai lontano dalla mia mica. Puoi avere tutte le ragazze di questo mondo va da loro e lascia in pace lei.>
<L'ha voluto tanto quanto me.>
<Questo lo so benissimo. Ma lei stava cucinando senza considerarti sei stato tu ad averla trascinata in camera.>
Ci pensa Mark a farci calmare.
<Stop ragazzi. Litigare non serve a niente. Andiamo a mangiare.>
Siamo tutti a tavola aspettando che Alyson e Mark ci raggiungano.
<Smettila di fissare la porta. Scenderanno a momenti.>
<Virginie perché non la smetti di fissarmi e dirmi cosa posso o non posso fare?>
<Cerco di tenerti calmo perché conoscendoti so che potresti esplodere da un momento all'altro.>
Finalmente i due amichetti fanno il loro ingresso.
Alyson non ha più la maxi-t-shirt ma indossa un coordinato di tuta grigio scuro con un paio di air force, si è truccata nel solito modo leggero e ha sistemato i capelli.
Perché si è truccata? Deve uscire? E soprattutto con chi?
Virginie mi appoggia una mano sulla gamba per farmi calmare dato che la stavo muovendo in modo velocissimo.
<Sedetevi che abbiamo fame.>
Non mi ero accorto di aver parlato fin quando gli occhi di mio fratello non si sono puntati su di me.
<Allora ragazzi il fine settimana si avvicina, dobbiamo partecipare ad una festa sia venerdì che sabato. Ci siete tutti vero?E per tutti intendo tutti
tranne Lucas.>
<Tranquilla Juliet, non ho intenzione di partecipare ad una festa piena di mocciosi.>
<Lucas ci sono tanti ragazzi più grandi di età ma che il cervello è identico e preciso a quello di un moccioso.>
Ovviamente si riferisce a me.
<Ti riferisci a me?>
<Ti senti chiamato in causa?>
Tutti seguono il nostro scambio di battute, tutti tranne lei che è concentrata a messaggiare.
<Quando si è a tavola il cellulare non si usa.>
Alza la testa, mi guarda e come se nessuno avesse parlato continua a chattare.
<Piccolo angelo parlo con te.>
Ho usato il suo soprannome per avere una sua reazione e anche adesso il silenzio più totale.
Se le buone maniere non vengono ascoltate non mi resta che passare alle maniere forti.
Mi alzo e mi avvicino al frigo per non destare sospetti, appena gli sguardi di tutti si sono allontanati da me, vado dietro di lei e con uno scatto le strappo il telefono dalle mani.
In due secondi si alza dalla sedia e si gira verso di me.
<Ridammi il mio cellulare.>
<Io te lo ridò se smetti di usarlo mentre siamo a tavola.>
<Lucas, ridammi il mio telefono.>
<No piccolo angelo.>
<Non chiamarmi così.>
<Ti chiamo come voglio.>
<Se proprio non riesci ad evitare di rivolgermi la parola, chiamami Alyson. Pensavo di essere stata chiara prima.>
<Ed io pensavo che ti fosse chiaro che faccio sempre quello che voglio. Il telefono lo riavrai solo se prometti di non usarlo a tavola.>
<Io non ti prometto niente.>
<Piccolo angelo, continui ancora a sfidarmi quando è chiaro a tutti che l'unica a perdere sei tu.>
<Nemmeno mezz'ora fa mi hai detto che sono come tutte le altre. Beh alle altre non imponi di non usare il cellulare e sopratutto quando lo usano Juliet o Virginie non hai niente da ridire.>
<Non farti illusioni, non lo impongo semplicemente perché le altre non cenano a tavola con me. Per quanto riguarda le nostre amiche loro mi sono più simpatiche e quindi riesco ad essere più buono.>
<Ok, non lo userò. Adesso ridammelo.>
Mentre glie lo sto dando vibra e non posso fare almeno di leggere il mittente, una semplice b puntata con un cuore azzurro.
Chi salva i numeri in rubrica usando semplicemente una lettera? Alyson ecco chi.
<Lucas dalle il telefono.>
Marcus è sempre stato la voce della ragione e per una volta non seguo il mio istinto che sarebbe quello di costringerla a dirmi chi diavolo è che la sta scrivendo.
Gli passo il telefono e lei lo mette in tasca, ma se pensavo di aver vinto mi sbagliavo di grosso.
Poteva mai darmi ascolto? Ovviamente no.
Prende il suo piatto e mi guarda diritto negli occhi.
<Dato che a tavola è vietato usare il cellulare, io vado a mangiare sul divano>, si volta, e non posso far altro che guardarle il culo, indossa una cazzo di tuta modello over, ma il suo culo è talmente a mandolino che si vede ugualmente.
Mio fratello che ovviamente non riesce mai a stare zitto inizia a parlarmi.
<Perché ti da fastidio ogni cosa che lei fa?>
<Mi da fastidio lei.>
<Continua pure a mentire a te stesso.>
<Mark ho già le palle che mi girano, non ti ci mettere anche tu.>
Finiamo la cena in religioso silenzio, dopodiché tocca a noi maschi sparecchiare e caricare la stoviglia.
Sto posando l'acqua nel frigo quando una frase mi fa immobilizzare.
<Mark io vado, ti chiamo appena rientro.>
<Mi raccomando, ricordati quello che ci siamo detti.>
Non mi ero sbagliato, deve uscire e qualcosa mi dice che deve vedersi con la persona che prima le ha mandato un messaggio.
Tutta la tensione accumulata la uso con forza per chiudere il frigo.
Mi volto verso mio fratello, ma lui mi precede.
<Non chiedermi niente.>
Inutile insistere, quindi mi avvicino a Virginie.
<Dimmi dove deve andare e sopratutto con chi.>
<Lucas ne abbiamo parlato prima. Devi lasciarla stare.>
<Dimmelo.>
<Dammi un buon motivo e te lo dirò.>
Devo farlo altrimenti nessuno mi dirà niente.
<Ho bisogno di saperlo.>
Mi guarda negli occhi e li trova tutte le risposte.
<Un ragazzo della sua università. Non so nient'altro.>
<Grazie>, le do un bacio sulla fronte ed esco fuori.
Alyson è qui, non se n'è ancora andata.
Ha le spalle al muro e guarda il cielo.
Non appena sente i miei passi si irrigidisce.
<Quindi hai un altro appuntamento.>
<Si.>
<Bene.>
E invece non va per niente bene cazzo!
Lei non deve avere nessun appuntamento, io non le darò mai questo tipo di attenzioni, ma nemmeno qualcun altro deve dargliele.
Mi metto di fronte a lei e le arrivo a due centimetri dal viso.
I suoi occhi sono ancora un po' arrossati ed è tutta colpa mia.
Come sempre l'istinto prevale sulla ragione e la bacio.
Non oppone resistenza, questa cosa mi meraviglia e mi preoccupa in egual misura.
La bacio in modo lento e sensuale.
Non è passata nemmeno un ora ma già mi mancava il suo sapore.
Non è uno dei nostri baci che durano all'infinito, ma è potente proprio come tutti gli altri, dopo pochi secondi mi stacco.
Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro <Quando sarai al tuo appuntamento, ricordati che è solo la mia lingua in bocca che vuoi e sono solo le mie mani sul tuo corpo che desideri.>
Contro ogni aspettativa mi sorride e inizia ad allontanarsi.
<Sai perché ti ho baciato e non ho provato nemmeno a fermarti?>
<Perché non sai resistermi?>
<Hai sempre un ego così grande.>
<Non solo quello è prima l'hai sentito chiaramente.>
<Ti ho respinto per ricordarmi ciò che non vorrò mai più nella mia vita.>
Se ne va, sparisce nel buio del viale di casa.
Non può dirlo sul serio, non può pensarlo sul serio.
Lei è attratta da me e non so come sia possibile ma prova qualcosa di forte.
Ma dopotutto, sarà più semplice se sarà lei ad arrendersi.
Io posso darle solo delusione, lacrime e dolore.
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Without reserve
Chick-LitIl bianco e il nero La luce è l'oscurità Crederci sempre e non credere in niente Alyson e Lucas Insieme sono una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e radere al suolo tutto ciò che li circonda. Un viaggio nella loro storia che sarà un altale...