Capitolo 17

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Alyson
Di nuovo.
Ancora una volta ha vinto lui.
Ancora una volta ho ceduto ai suoi occhi tormentati e a quelle labbra che sono in grado di farmi provare emozioni forti.
Troppo forti.
A nulla è servito fargli credere che fossi andata a letto con un altro, anzi mi è sembrato addirittura che gli abbia dato una carica di eccitazione in più.
Non so cosa abbia contro di me, ma se normalmente è scontroso quando gli sono difronte diventa un kamikaze pronto a radere qualsiasi cosa al suolo, me principalmente.
Dio che bacio.
Se il primo era stato passionale, questo lo supera di gran lunga.
Ci ha messo tutto se stesso: forza, rabbia, passionalità e gelosia.
Perché può negare fino alla morte, ma un po' geloso lo è stato.
Bacia in un modo che non credevo esistesse, ti scopa la bocca non la bacia.
È sesso allo stato puro.
Se con un bacio è capace di farmi provare tutto questo non oso immaginare andandoci a letto.
I suoi baci sono sesso allo stato puro.
Vorrei poter dimenticare ma non posso.
Lo penso in continuazione, vorrei saltargli addosso appena lo vedo, vorrei che mi facesse sua.
Se solo lui lo volesse.
Sono abbastanza matura da capire che per lui è un gioco.
Un altro nome da aggiungere alla infinita lista di donne che si postata a letto.
Vorrei piacergli.
Piacergli davvero, vorrei aiutarlo a dimenticare ciò che lo fa soffrire, perché anche se nessuno mi ha mai detto niente, se non Mark qualche parola, ho capito benissimo che lui vive ancorato al suo passato.
Ma non mi permette di avvicinarmi, anche io ho sofferto, tanto, ma credo che valga sempre la pena sorridere e vivere la vita appieno.
La vita mi ha insegnato che il giorno prima ci sei, hai le persone che ti amano accanto e il giorno dopo non ci sei più.
Basta un secondo, un cazzo di secondo e tutto finisce.
Mi asciugo una lacrima perché ripensare al passato, a quando tutto era al proprio posto mi fa soffrire, ma io devo essere forte, lo devo alla mia famiglia.
Mark entra in camera mia con occhi assonnati <Aly, cosa è successo?>
L'ho chiamato appena sono rientrata perché avevo bisogno di lui, di un suo abbraccio.
Appena si siede sul letto lo abbraccio e scoppio a piangere.
<Ehi, sorellina, piangi quanto vuoi, ci sono io con te.>
È di questo che ho sempre avuto bisogno.
Di qualcuno che anziché farmi distrarre almeno una volta nella vita mi dicesse:piangi, urla, picchiami se è necessario, ma tira fuori tutto.
Inizio a raccontargli tutto, dalla storia con il mio ex fino ad arrivare a mio padre.
<Aly, sei stata forte, tanto. Ma non puoi esserlo per sempre, qualche volta devi crollare.>
<Ti prego, non dirmi anche tu che mio padre è qui accanto a me. Non è vero cazzo. Io non lo sento. Lui non c'è più. È morto. Ed io ancora che mi aspetto di vederlo entrare dalla porta di casa.>
<Non volevo dirti che lui è accanto a te. Anzi c'è ma tu ancora non riesci a sentirlo. Devi darti tempo. Non so cosa vuol dire perdere un padre. Ma so cosa significa sentirsi perso. >
<Promettimi che un giorno mi racconterai la tua storia.>
<Te lo prometto solo se tu prometti che smetterai di essere forte, che ogni tanto ti permetterai di essere debole e che comunque vadano le nostre vite, anche a chilometri di distanza se ne avrai bisogno mi chiamerai. Perché stanne certa che io lo farò.>
Lo guardo e penso alla fortuna che ho avuto nel conoscerlo.
La sua purezza,dolcezza,il suo esserci.
Era ciò di cui avevo bisogno.
<Sai, c'è una serie tv in cui due migliori amiche usano questa frase, sei la mia persona. Mark oggi lo dico a te, sei la mia persona, mi sento fortunata.>
<Grey's Anatomy.>
<Il grande Mark Anderson che ha visto Grey's Anatomy.>
<Non dirlo a nessuno altrimenti mi prenderanno per il culo a vita.>
Già so come ricattarlo.
<Ad una sola condizione, che tu resti a dormire qui da me, ne ho bisogno.>
<Resterò a dormire qui se domani mi racconterai quello che è successo con mio fratello.>
Sapevo che avrebbe voluto saperlo, allunga una mano verso di me ed io la stringo, come a suggellare un patto.
<Affare fatto.>

Delle risate mi strappano dal sonno.
Ho la testa appoggiata su un petto solido, subito riconosco il tatuaggio di Mark, sorrido, non ci ha pensato due volte e subito mi ha accontentata.
Inizio a fargli il solletico e dopo più e più tentativi si sveglia.
<Alyson, questa me la pagherai.>
Ora è il suo turno di farmi il solletico, ma non è buono come lo sono stata io, anzi arrivo ad avere le lacrime agli occhi per le tante risate e a non respirare.
Se c'è una cosa che non riesco a sopportare è proprio questa.
<Mark basta, tregua. Scendiamo a fare colazione, ho troppa fame.>
<Andiamo.>
Mentre scendiamo le scale sentiamo le voci di tutti i nostri amici, ma c'è ne una che sovrasta le altre <qualcuno sa dirmi dove ha dormito mio fratello? Non era nel suo letto e lui non dorme mai fuori casa senza avvisarmi.>
<Cazzo,Alyson adesso mi ammazza. Giuro che mi ammazza.>
È un ormone di un metro e ottanta ma quando si tratta del fratello diventa un cucciolo.
<Mark, tranquillo non devo dare spiegazioni a nessuno e nemmeno tu.>
Entriamo in cucina e tutte le teste si voltano verso di noi.
È chiaro a tutti che abbiamo dormito insieme, si intuisce dal mio pigiama e dal pantaloncino e torso nudo di Mark.
<Buon giorno a tutti ragazzi.>
Mi rispondono in coro tranne Lucas, la sua attenzione è concentrata sul fratello.
<Mark dove hai dormito?>
<Com Alyson mi sembra chiaro, perché?>
< E perché non mi hai avvisato e sopratutto per quale cazzo di motivo hai dormito con lei?>
Stringo il braccio di Mark per dargli coraggio.
<Lucas non ho avvisato perché ero nella casa accanto.>
<Hai dimenticato di rispondere alla seconda domanda.>
<Lucas sai che ti voglio bene, ma queste non sono cose che ti riguardano.>
<Capisco, anzi non capisco un cazzo, ma di questa cosa ne parleremo quando saremo entrambi a casa da soli.>
Adesso quelle due sfere nere sono puntate su di me, ed io vorrei che una voragine si aprisse e mi inghiottisse.
Non riesco a sostenere il suo sguardo, non dopo quello che ci è stato ieri.
Vorrei andare da lui e dirgli che non sono stata a letto né con suo fratello e nemmeno con il ragazzo di ieri.
Poi mi ricordo chi ho di fronte e come mi tratta e rimango seduta a fare colazione.
Finito di mangiare tutti vanno via e resto sola a mettere piatti, posate e bicchieri nella stoviglie.
Pensavo di essere sola ma mi sbagliavo.
E dietro di me lo sento.
<Hai dormito con mio fratello.>
Inizia a fare dei passi avanti ed io mi giro a fronteggiarlo.
Non sono per niente pronta a questo nuovo scontro.
<Si.>
<L'hai fatto entrare nel tuo letto, sotto al piumone insieme a te.>
Prendo un respiro più profondo perché i suoi occhi mi fanno paura e cerco di prepararmi mentalmente alle cattiverie che mi dirà.
Perché sono sicura che questa volta sarà più cattivo.
<Si.>
Si avvicina ancora di più e i suoi piedi toccano i miei.
<Sei stata con un altro ieri sera, sei tornata, ci siamo baciati. Ti sei strusciata sul mio cazzo e nemmeno mezz'ora dopo dormi con mio fratello.
E chiaro ad entrambi cosa sei.>
<E cosa sarei sentiamo.>
<Una puttana.>
Non crollare Alyson, sarà la rabbia che gli fa pensare queste cose.
<Non credo siano tuoi problemi. E poi sto imparando da te. Non sei tu quello che dopo avermi baciato si è scopata un'altra nel suo studio?>
<Hai il suo odore addosso, ed è una cosa che mi manda fuori di testa.>
<A te tutto ciò che riguarda me ti manda fuori di testa. Anche se sono ferma e non parlo, vai fuori di testa.>
<È vero perché proprio non ti sopporto, e dopo quest'ultima notte ancora di più. Tuo padre non ha fatto un buon lavoro con te. Non ti ha insegnato come comportarti.>
Un attimo, gli è servito un attimo a far crollare tutta la mia forza.
Le mie lacrime iniziano a scendere e non c'è modo di fermarle.
Vedo l'esatto momento in cui nei suoi occhi vuoti si fanno spazio mille domande.
Racimolo tutte le forze che ho e lo spingo lontano da me.
<È morto.>
Lo guardo diritto negli occhi perché voglio che capisca quanto mi abbia ferito.
<Mio padre è morto. Non voglio che il suo nome esci mai più dalle tue labbra. E sappi una cosa che neanche fra dieci anni riuscirai a diventare neanche un quarto di ciò che  era lui. Una brava persona, ecco cos'era.
Tu non lo sarai mai.>
I suoi occhi adesso sono diversi, ma non mi interessa.
Fa due passi verso di me.
<Piccolo angelo io non lo sapevo.>
<Non saperlo non ti da il diritto di sparare sentenze a cazzo. E non chiamarmi più piccolo angelo. Anzi non chiamarmi proprio e da oggi in poi non avvicinarti più a me.>
Lo lascio da solo in cucina ma ci lascio anche un piccolo pezzo di cuore

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