Capitolo 24

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Lucas
Mi affaccio alla finestra e vedo i miei amici entrare in macchina, a questa distanza non riesco a vedere lei cosa indossa, spero che non abbia indossato nessun vestito come l'altra volta.
Ho deciso di non partecipare alla festa per non rovinare la serata a tutti loro, di sicuro avrei dato di matto per qualcosa, anche per un semplice sguardo di qualche ragazzo nei confronti di Alyson.
Ieri sera quando mi ha mandato quella foto, per poco non ho spaccato tutto, l'ho guardata per minuti interi con la speranza di notare qualche dettaglio che mi facesse capire in che posto fosse.
L'idea era quella di raggiungerla, strappare la mano di quel coglione che aveva osato toccarla, dopodiché avrei caricato lei in macchina per poi portarla in camera mia, non per scoparla ma per tenerla con me.
Ieri dopo essere impazzito all'idea di lei con un altro sono riuscito ad ammettere che sono geloso, cazzo io che mi ingelosisco per una ragazzina, che sensazione di merda, è come una specie di malattia ed io devo trovare il modo di curarmi.
Quando si tratta di lei divento contraddittorio a livelli assurdi, mi dico di starle lontano ma poi il mio corpo fa l'esatto contrario.
Tutte le mie sicurezze sono svanite nel nulla ma di una cosa sono certo, soprattutto quando ieri mi ha chiesto del mio passato e mi ha fatto capire che lei per me c'è se solo io volessi, io non posso darle una storia d'amore, un ragazzo come me non può darle amore, tranquillità e felicità.
Non fa niente se non riesco a starle lontano, in un modo o nell'altro ci riuscirò, troverò il modo di reprimere ciò che provo per lei.

Finalmente sono pronto per raggiungere Brian al nostro solito bar, magari riuscirò a distrarmi e non pensare a una certa persona che si trova ad una festa piena di ragazzi.
Trovo Brian seduto al nostro tavolo mi avvicino e gli do una pacca sulla spalla in segno di saluto.
<Ce l'hai fatta, ti aspetto da mezz'ora.>
<Non iniziare a rompere, hai già ordinato?>
<Si, infondo al bancone ci sono due ragazze che non fanno altro che fissarci.>
Mi volto a guardarle e proprio come ha detto il mio amico ci fissano con insistenza, magari una sana scopata è quello che ci vuole per farmi stare meglio.
Con un cenno del capo, faccio capire alle due ragazze di avvicinarsi, ovviamente non ci pensano due volte e tempo nemmeno un minuto sono sedute al tavolo con noi.
Decido che la mia serata finirà con la mora dagli occhi verdi, le assomiglia un po', in realtà è il suo opposto, hanno solo il colore dei capelli simili.
Ci presentiamo e iniziamo a parlare di cose senza senso, ecco è questo ciò che mi piace, discorsi senza un filo logico e nessun emozione.
Inizio ad accarezzarle la gamba e man mano salgo con la mano fino ad arrivare alla sua fica e grazie al tessuto umido delle sue mutandine capisco che è già eccitata.
Sposto il tessuto e lei in automatico apre le gambe, la penetro con un dito e lei avvicinando la testa alla mia inizia ad ansimare, ma questi ansiti non sono capaci di farmi perdere la testa come quelli del piccolo angelo.
<Lucas, che ne dici di spostarci in macchina?>
<Nella mia auto nessuno sale.>
<Nessun problema, usiamo la mia.>
Normalmente avrei già il cazzo duro, adesso invece non c'è ombra di eccitazione.
<Brian noi andiamo, ci vediamo lunedì a lavoro.>
<Buon divertimento amico.>
<Anche a te.>
Entriamo in macchina e la ragazza, della quale ho già dimenticato il nome, inizia a strusciarsi su di me e a succhiarmi il collo, inizio ad eccitarmi ma non come sempre e questa cosa mi fa incazzare a livelli assurdi.
Mi sbottono i jeans, alzo il bacino e abbasso pantaloni e mutande insieme.
<Adesso succhia e se farai un buon lavoro ti scoperò e ti farò godere.>
<Accetto la sfida.>
Inizia a leccare e succhiare, poi aggiunge anche le mani, è brava ma non riesco ad eccitarmi, se mi innervosisco la situazione può solo peggiorare; quindi, decido di chiudere gli occhi e immaginare Alyson al suo posto, cazzo se funziona.
Questa ragazza mi succhiava il cazzo e non riuscivo ad eccitarmi e mi è bastano immaginare il piccolo angelo per avere un'erezione di marmo.
La sposto, prendo un preservativo dalla tasca dei jeans, lo indosso e la penetro.
Non è stretta e calda come Alyson, quando vorrei che fosse lei a stringermi il cazzo e non questa sconosciuta.
Richiudo gli occhi e il mio piccolo angelo ricompare.
<Cavalcami e non fermarti.>
<Amo cavalcare.>
La sua voce mi disturba, deve stare zitta.
<Fai silenzio, altrimenti non arriverà nessun orgasmo per te.>
La sconosciuta si ammutolisce e inizia a cavalcarmi, è brava devo ammetterlo.
Porto le mie mani sui fianchi e la aiuto, immagini di Alyson nuda che mi cavalca iniziano a prendere forma nella mia testa, mi bastano due minuti e qualche spinta più forte per arrivare.
<Cazzo Alyson mi fai impazzire.>
<Io non mi chiamo Alyson.>
Mi immobilizzo e capisco la grande cazzata che ho fatto, ma soprattutto mi è chiaro che sono nei guai.
Tolgo il preservativo, mi rialzo jeans e mutande e scappo da questa macchina.
Non è possibile, non ci credo, l'ho chiamata con il suo nome, quando ha iniziato quella ragazzina ad impadronirsi di me? Non l'ho accetto, devo farmi passare quest'ossessione altrimenti andrà a finire male per entrambi.
Il suono del telefono mi distrae dai miei pensieri, è un messaggio da parte di Virginie.
"Lu, cosa fai? Tutto bene?"
"Si tutto bene. Tu ti stai divertendo alla festa?"
"E' una festa pazzesca, ora ti mando un video."
Appena mi arriva il video premo play, solita festa universitaria, piena di ragazzi e di alcool scadente, in due secondi la riconosco in mezzo a quella marmaglia di gente.
Sta ballando e si sta divertendo, balla insieme ad un ragazzo che non riconosco e subito il sangue mi va al cervello.
Non posso cadere in tentazione, mi sono imposto di starle lontano e non devo cedere.
Posso farcela, ce la devo fare, mi ripeto in un loop continuo mentre guido diretto a casa.
Ok, vado li, controllo la situazione e ritorno a casa, non darò di matto, non rovinerò la serata a nessuno, lascerò in pace Alyson  e poi non ho nemmeno sonno.

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