Capitolo 48

388 27 28
                                    

Lucas
Percorro la strada da casa all'ospedale superando tutti i limiti di velocità.
Quanti chilometri mancano per arrivare?
Sbatto un pugno sul volante con tutta la forza che ho.
<Lucas, ti prego, rallenta.>
Alyson accanto a me continua a versare lacrime, ha il viso impaurito.
So che molto probabilmente mi starà odiando in questo momento, ma arrivare in ospedale per me è più importante di qualsiasi altra cosa al mondo.
Do l'ennesimo pugno sul volante <smettila di dirmi come devo comportarmi. È la mia auto e guido come cazzo voglio. Se non ti sta bene mi fermo e ti lascio qui>, le dico urlando.
Finalmente volta il viso verso il finestrino, non posso sostenere i suoi occhi pieni di paura e delusione per il mio comportamento.
È troppo.
Finalmente arriviamo all'ospedale, lascio l'auto nel primo spazio libero che trovo e mi dirigo verso le porte scorrevoli, non mi volto per vedere se mi sta seguendo, so che è così.
Mi guardo intorno per capire dove sono i miei amici, ma non vedo nessuno di loro.
Non posso fermarmi a pensare, perché so per certo che cadrei nel buio più totale.
<Lu, sei arrivato.>
La voce di Virginie, lei sta bene.
Se è qui e mi sta chiamando, significa che sta bene.
Impiego una ventina di secondi per trovare il coraggio di voltarmi e guardarla.
Quando lo faccio, lei e Alyson sono abbracciate e piangono.
Mi avvicino e loro si staccano.
Osservo Virginie dalla testa ai piedi, ha qualche graffio e una fasciatura al polso destro, ma sta bene.
La abbraccio di slancio e le deposito più baci sulla fronte.
<Dove sono gli altri?>
<Venite.>
Entriamo in quella che presumo essere una sala d'attesa, Juliet è seduta ed ha anche lei come Virginie graffi superficiali, Mark va vanti e indietro in modo frenetico, si passa ripetutamente le mani fra i capelli, Marcus invece... dove cazzo è Marcus?
<Dov'è Marcus?>
Mi guardano tutti ma nessuno mi risponde.
<Dove cazzo è il mio migliore amico?>
<È in sala operatoria. Ha sbattuto forte la testa. Dobbiamo aspettare> queste sono le parole sussurrate da Virginie.
Una morsa strettissima allo stomaco mi impedisce di respirare bene, tutti i pensieri si azzerano.
Ho voglia di spaccare tutto, ho voglia che il vecchio Lucas esca fuori.
Quello pazzo e fuori controllo.
Prendo una sedia e la sbatto contro il muro.
Vedo rosso, continuo a dare calci e pugni al muro.
Una maledetta operazione alla testa, potrebbe non uscirne vivo.
Perché è solo colpa mia.
Altro pugno contro il muro.
È colpa mia e della mia distrazione.
Altro pugno contro il muro.
Piccole gocce di sangue colano sulla mia mano.
È niente in confronto a quello che sta subendo Marcus.
Ennesimo pugno contro il muro.
Una mano stringe il mio braccio ma io me la scrollo con forza di dosso.
<Mark, non toccarmi.>
<Che cazzo fai.>
<Tu perché mi tocchi? Sai benissimo che non devi farlo> gli do ancora le spalle.
<Non ti ho toccato io, coglione.>
Mi volto e vorrei non averlo fatto.
La osservo e mi pietrifico.
Alyson è a terra e si sta massaggiando il braccio dal quale escono goccioline di sangue.
Mi guarda con il terrore stampato negli occhi.
Non riesco a pronunciare nemmeno una parola.
Non riesco a chiederle nemmeno se sta bene.
Vorrei farlo ma sono bloccato.
Mio fratello l'ha già aiutata a rialzarsi <andiamo a farti medicare> lo sento dire.
Che cazzo ho fatto?
Le ho fatto del male.
Non solo sto ferendo i suoi sentimenti da quando ho ricevuto quella chiamata, ma adesso le ho fatto del male fisicamente.
Non potrò mai perdonarmelo.
È la seconda volta che accade.
Ho sempre avuto ragione, questa storia ci avrebbe portanti entrambi a toccare il fondo.
Io non sono stabile mentalmente, non posso prendermi cura di lei.
Non posso amarla come meriterebbe.
Non posso!
Mi basta vedere il modo in cui mi osservano Juliet e Virginie per capire che anche loro sono deluse da me.
Non riesco a sostenere il loro sguardo.

Sono passate tre ore e siamo tutti seduti in questa maledetta sala d'aspetto senza avere notizie.
A nulla è servito inveire continuamente contro medici e infermieri.
Alyson è seduta il più lontano possibile da me.
Vorrei andare da lei, farla sedere sulle mie gambe e abbracciarla.
Ho un disperato bisogno di perdermi in un suo abbraccio.
Solo lei riesce a farmi calmare.
Solo lei riesce a farmi vedere il lato positivo di tutto ciò che accade.
Lei mi da speranza.
Solo lei.
Ma non posso continuare a farle del male.
Non posso essere egoista e portarla a fondo con me.
Perché è ciò che accadrebbe se le permettessi di starmi accanto.
Non adesso che ciò che sta accadendo mi ha catapultato direttamente all'inferno, il mio passato.
Il vecchio Lucas è vivo più che mai dentro di me.
Non so proprio come mandarlo via.
<Lucas, il dottore.>
In due secondi sono di fronte a lui.
<Allora ragazzi, Marcus è fuori pericolo> finalmente respiro.
<Ma , l'operazione è stata molto delicata. Fortunatamente siamo intervenuti in tempo. Marcus aveva un ematoma molto esteso.
Si tratta di un accumulo di sangue all'interno del cranio che si forma in seguito a un trauma. Nel suo caso possiamo ricondurlo all'incidente.
Nei prossimi giorni effettueremo di nuovo la tomografia computerizzata per verificare se le dimensioni dell'ematoma sono stabili.>
Non sto capendo un cazzo e dai visi dei miei amici capisco che anche loro sono nella mia stessa situazione.
<Quando possiamo vederlo?>
La sua voce, delicata e graffiata allo stesso tempo.
Colpa di tutte le lacrime che ha versato nelle ultime ore.
Basta guardarla per capire che è esausta.
Il mio piccolo angelo.
<Fra qualche ora dovrebbe svegliarsi. Non posso dirvi con certezza se siano due oppure tre ore. Potrebbe avere difficoltà a ricordare cosa è accaduto o potrebbe ricordare tutto. Vi prego di usare quanta più delicatezza è possibile.>
<Non si preoccupi dottore> non sembra nemmeno la mia voce.
<Un'ultima cosa ragazzi, le conseguenze di questo intervento sono molteplici. Fra cui: vertigini, poco equilibrio, affaticamento, lentezza nell'apprendimento. Vi darò il contatto di un mio collega che vi spiegherà come potrete aiutare il vostro amico.>
<Dottore posso venire con lei così può già darmi il numero del suo collega? Prima riusciamo ad organizzarci è meglio potremmo aiutare Marcus.>
<Certo, venga con me signorina.>
<Vengo anche io.>
Non posso lasciare che Alyson vada da sola.
Sembra che possa svenire da un momento all'altro.

Without reserveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora