Lucas
Continuo a guardare la porta della cucina con la speranza che lei torni indietro.
Mi ero ripromesso di starle alla larga.
Non solo non l'ho fatto ma ho anche fatto in modo che lei mi odiasse.
Perché l'ho capito dai suoi occhi, mi odia.
Ripenso alle sue parole:
<Mio padre è morto. Non voglio che il suo nome esca mai più dalle tue labbra. E sappi una cosa che neanche fra dieci anni riuscirai a diventare un quarto di ciò che era lui. Una brava persona, ecco cos'era.
Tu non lo sarai mai.>
Vorrei essere una brava persona, cazzo se lo vorrei.
Ma non posso, perché se solo permettessi a qualcuno di avvicinarsi, a lei più di tutti, non riuscirei a sopportare il dolore di un'altra perdita.
Ed io di dolore ne ho già avuto abbastanza nella mia vita.
Per questo e altri mille motivi mi sono chiuso nel mio mondo.
Mondo fatto di indifferenza ,tormenti, rimpianti ed egoismo.
E sto bene così, non mi aspetto nulla da nessuno.
Alyson è pura.
L'ho chiamata puttana, me ne sono pentito due secondi dopo, siamo in un paese libero e lei è libera di comportarsi come meglio crede.
Quando lei e mio fratello sono entrati in cucina era chiaro a tutti che avessero dormito insieme.
Mi si è fermato il cuore per qualche secondo, poi ha iniziato a battere all'impazzata, lo stomaco si è stretto in una morsa dolorosa ed io non ci ho capito più un cazzo.
Il pensiero di lei, nello stesso letto con mio fratello, abbracciati, coperti dal piumone, le sue gambe intrecciate a quelle di lui, la sua testa sul suo petto.
Cazzo, cazzo e ancora cazzo, non riesco a togliermi quest'immagine dal cervello.
Non è gelosia, semplicemente nessuno può averla per due semplici motivi.
Il primo è che non la voglio qui, cosa che ribadisco dal giorno in cui è arrivata.
Il secondo motivo è che se io non posso averla non l'avrà nessuno.
Una vocina nella mia testa mi ricorda che molto probabilmente mio fratello già se la sarà scopata.
Opzione che non voglio accettare e che mi fa di nuovo innervosire a livelli assurdi.
Inizio a dare pugni al bancone della cucina e a buttare per l'aria qualsiasi cosa mi capiti davanti.
La mia furia viene fermata da Virginie.
<Lucas fermati. Così ti sentiranno tutti.>
<Non mi interessa.>
Nel mio cervello iniziano a formarsi diverse immagini, lei con Mark, sovrapposte a frammenti del mio passato.
Virginie mi abbraccia da dietro, lei sa benissimo che questo gesto in qualche modo riesce a calmarmi.
<Lucas, fai respiri profondi. Caccia via il passato o qualsiasi cosa in questo momento ti stia tormentando.>
Inizio a respirare in modo più regolare, ma le immagini non vanno via.
<Non ci riesco Virginie. È tutto nella mia testa.>
Mi accarezzai capelli.
<Allora proviamo in questo modo. Pensa ad un attimo bello che hai vissuto.>
Inizialmente penso sia una cazzata, poi da solo senza alcun comando chiudo gli occhi e vedo l'esatto momento in cui io e il piccolo angelo ci siamo baciati.
Basta mezzo secondo e tutte le immagini del mio passato cessano di esistere.
<Ecco così. Ci sono io con te. Sempre.>
Mi volto e la abbraccio.
Questa è una parte di me che esce fuori solo con lei.
Siamo cresciuti insieme, è la mia sorellina.
<Adesso però mi dici qual era quest'attimo bello che hai vissuto.>
<Col cazzo.>
Mi allontano perché non posso dirglielo.
<Ok va bene. Ma qualcosa mi dice che ha a che fare con il piccolo angelo.>
Mi fa l'occhiolino.
<Sei fuori strada.>
Dal suo sorriso capisco che non mi crede.
<Mi accompagni in centro ?Devo ritirare alcuni libri.>
<Ok, fra quindici minuti ci vediamo fuori.>
Esco fuori perché ho bisogno di aria.
Avrei bisogno anche di parlare con mio fratello, ma credo che adesso non sono nelle condizioni adatte.
Ma ci parlerò, e giuro su dio che se ci è andato a letto avrà tanti di quei calci in culo che se li ricorderà per tutta la vita.Passo nel mio studio, normalmente il sabato non lavoro, ma nell'ultimo mese abbiamo avuto tantissimo lavoro e quindi ho deciso di lavorare anche nel week and.
Dopo un intensa mattinata ho finito e mentre sono vicino alla porta dell' entrata pronto per andare esce dalla sua stanza Brian.
<Lucas, io ho finito per oggi, tu ?>
L'ho scelto nel mio team perché è bravo, creativo, sa come comportarsi con i clienti e siamo cresciuti insieme.
Meritava una seconda possibilità.
<Finito anche io.>
<Sei sempre di tante parole.>
Mi conosce, sa benissimo che se posso faccio almeno di parlare.
Per me non contano le parole ma le azioni.
<Credimi, oggi è già tanto se ti ho risposto.>
Ed è vero.
Il malumore che mi ha lasciato la discussione con Alyson mi è rimasto attaccato addosso.
A nulla è servito tatuare, di solito il mio lavoro ha la capacità di distrarmi da tutto.
Ma non oggi.
<Ok, brontolo. Allora parlo io. Ieri sera sono uscito con una ragazza.>
Brian e le sue mille ragazze.
Adesso inizierà a raccontarmi tutto nei minimi dettagli ed io fingerò di ascoltarlo.
<La conosci, da poco, ma la conosci. >
Il mio cervello ci mette mezzo secondo a congiungere tutti i pezzi del puzzle.
Brian ieri era ad un appuntamento proprio come Alyson.
Lei non mi ha voluto dire con chi doveva vedersi e nemmeno mio fratello.
È uscita con il mio migliore amico.
Non ci credo.
Inizio a contare e contare. Avevo detto a Brian di cancellare il suo numero.
Per quale cazzo di motivo non mi ha dato ascolto?
<Lucas perché mi guardi così?>
<Come ti starei guardando?>
<Come se volessi tagliarmi la testa.>
<Oh credimi ci ho pensato, ma la testa la lascerei per ultima.>
<Cosa significa?>
<Semplice, se l'hai sfiorata inizierei tagliandoti le mani. Se l'hai baciata ti strapperei la lingua in una sola mossa. E che dio mi aiuti, se te la sei scopata, quel cazzo che ti ritrovi in mezzo alle gambe te lo farò a pezzettini.>
L'ho terrorizzato.
Bene proprio quello che volevo.
<La lingua c'è l'hai ancora. Dimmi tutto quello che voglio sapere.>
<No, non abbiamo scopato. Non ci siamo baciati. E l'ho sfiorata solo perché abbiamo camminato a braccetto. Anche per averla toccata così mi taglierai le mani? Le mie mani ti servono, lavoro per te.>
Mi viene da ridere, perché lui sa sempre come uscirsene.
<Brian no. Per ora non ti torcerò un capello. Ma togliti Alyson dalla testa. Lei è off limits. Credimi se verrò a sapere che uscirete per un altro appuntamento, le tue mani saranno l'ultima cosa di cui dovrai preoccuparti.>
<Abbiamo passato una bella serata, ci siamo divertiti. È una brava ragazza. È divertente, solare e ama stare in compagnia. In pratica il tuo opposto. Non pensavo ti interessasse.>
<Infatti non mi interessa, ma questo non vuol dire che tu la possa avere.>
<Lucas, se ti piace, ti piace sul serio però, provaci. Non arrenderti. Non negarti la possibilità di poter vivere appieno.>
<Non mi piace. Io vivo e lo faccio al massimo. Lavoro, scopo, bevo e mi diverto. Questo è tutto ciò che voglio. Ora me ne vado e tu attento a quello che fai.>
Esco dallo studio, entro in macchina e mi dirigo verso casa.
Sono le otto e trenta e in casa regna il silenzio.
Mio fratello sarà di sicuro a casa delle ragazze, vorrei evitare di andarci.
Mi siedo sul divano e cerco di non pensare che lei è nella casa accanto.
La mia decisione di rimanere qui dura due minuti, il bisogno di vederla e sapere che sta bene prende il sopravvento quindi mi alzo e decido di andare nella casa accanto.
Sono sempre stato fermo sulle mie decisioni, ma quando si tratta di Alyson anche questo lato del mio carattere va a puttane.
Entro in casa e li trovo tutti, tranne lei e mio fratello, seduti sul divano e vestiti perfettamente.
<Buona sera, ma quanto siete carini. Dove andate di bello stasera?>
<Lucas, andiamo in un posto in cui tu non hai mai voluto mettere piede, perché preferisci i grandi locali alle feste universitarie.>
Odio queste feste perché mi ritrovo in un branco di ventenni, che arrivano già ubriachi e vanno via anche peggio.
<Infatti, hai ragione Marcus.>
<Vuoi venire?>
È Virginie a farmi questa domanda.
<No. Voi divertitevi io di sicuro troverò il mio divertimento altrove. State attenti, non bevete troppo e soprattutto non accettate drink dagli sconosciuti.>
<Si papà.>
Juliet e il suo modo di prendermi per il culo.
La maggior parte delle volte la prenderei per i capelli, ma infondo molto molto infondo un po' le voglio bene.
<Juliet, soprattutto tu. Ogni volta che vai ad una festa rientri che ti devono portare in braccio.>
<Lo so. Prometto che stasera farò la brava.>
Due risate inconfondibili mi fanno girare verso le scale.
Inizio a vedere i suoi piedi che calzano tacchi a spillo, man mano che scende nella mia visuale entrano le sue gambe.
Quelle gambe che infinite volte ho desiderato allacciare attorno al mio bacino.
Finalmente arriva in salone ed in questo momento capisco che era meglio se fossi restato a casa mia.
Indossa un vestitino che le sta attaccato addosso.
In questo momento mi trovo ad invidiare un cazzo di vestito.
Non lo chiamerei vestito.
È cortissimo, un po' scollato e giuro che vorrei trascinarla in camera e scoparla per farle capire che lei non può uscire così.
Purtroppo, non posso fare nulla di tutto quello che la mia mente sta progettando.
È bellissima.
Il suo look grida scopami ma col cazzo che scoperà stasera.
<Hai dimenticato di mettere i pantaloni.>
Mio fratello mi trafigge con uno sguardo.
<Lucas lasciala in pace.>
Lei invece semplicemente mi ignora.
Ho il cazzo durissimo e tremo.
Non deve trattarmi così.
Ok lo merito però nemmeno mezzo sguardo mi ha rivolto, si è irrigidita quando ha sentito la mia voce.
Almeno non gli sono del tutto indifferente.
Marcus non riesce a toglierle gli occhi di dosso.
Gli do un altro minuto dopodiché non avrà più la vista.
Ci pensa Alyson a richiamarlo.
<Marcus il mio viso è qui.>
Gli sorride, a lui dedica i sorrisi a me invece non dedica un cazzo.
<Piccola Aly stasera farai strage.>
Ha ragione, ma è un'opzione che non posso accettare.
Già immagino tutti quei ragazzi eccitati a sbavare sulle sue gambe e sul suo culo proprio come me.
E che culo.
Ci proveranno in continuazione ne sono sicuro e nessuno, ne mio fratello e nemmeno il mio migliore saranno in grado di evitare tutto ciò.
Immagini di ragazzi qualunque che ci provano con lei mi fa prendere una decisione.
<Vengo anche io.>
Virginie mi guarda e so per certo che ha capito tutto.
<Ma come, due minuti fa avevi detto di no. Cosa ti ha fatto cambiare idea?>
Questi sono i momenti che prenderei Juliet per i capelli.
<Vi do la possibilità di farmi cambiare idea su queste feste.>
Come scusa potrebbe reggere.
<Ok, fratellone. Ma non ci rovinerai la serata.>
<Certo che no. Ti rovinerò il dopo serata. Abbiamo un discorso in sospeso.>
Alyson in tutto ciò ancora non mi ha degnato di uno sguardo, ma io so come farla cedere.
<Mark tu e il piccolo angelo venite in macchina con me.>
Nemmeno mezzo secondo e ho i suoi occhi su di me.
Truccati sono ancora più belli.
È ancora arrabbiata, ha gli occhi in tempesta.
<Virginie, vai tu in macchina con Mark e Lucas. Io vado con Juliet e Marcus.>
<Piccolo angelo, non amo ripetermi. Tu metterai il tuo bel culo sui sedili della mia auto.>
<Lucas anche a me non piace ripetermi. Vado in macchina con Marcus.>
L'ha voluto lei, io cerco di restare calmo e comprensivo ma lei mi sfida ed io non amo perdere.
Me la carico in spalla e mi dirigo fuori.
I miei amici iniziano in coro ad urlarmi di lasciarla, lei inizia a riempirmi di pugni.
<Stronzo, lasciami subito.>
Gli do una pacca sul culo.
<Troglodita lasciami e togli le tue luride mani dal mio corpo.>
<L'altra sera le desiderami le mie mani sul tuo corpo.>
<Perché non sapevo che pezzo di merda fossi.>
Mi destabilizza perché non mi è mai interessato ciò che gli altri pensano di me ma ciò che pensa lei in qualche modo mi smuove qualcosa dentro.
Apro l'auto la faccio sedere, le allaccio la cintura.
Lei cerca di scappare ma non ci riesce.
Chiudo la portiera e chiudo lei dentro.
Ecco ora è al sicuro.
Magari adesso mi odierà ancora di più ma almeno io sono più tranquillo.
STAI LEGGENDO
Without reserve
ChickLitIl bianco e il nero La luce è l'oscurità Crederci sempre e non credere in niente Alyson e Lucas Insieme sono una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e radere al suolo tutto ciò che li circonda. Un viaggio nella loro storia che sarà un altale...