2.

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E' dentro casa mia.

Mi fissa con un ghigno sul volto, come se si aspettasse questa mia reazione.

Sono rimasta immobile, mi sono sbloccata solo quando mi hanno chiamata, e indotta a distogliere lo sguardo dal suo.

Che ribrezzo che mi fa.

«Ricordavo che si conoscessero! per questo ho deciso di non dire nulla.» mia madre adesso è intenta a parlare con la signora King, che ho scoperto chiamarsi Lauren.

Mia madre e Lauren iniziano ad apparecchiare, aiutate da mio padre e Joe, che è il padre di Andrew.

Il ragazzo che odio inizia a parlare con mio fratello, e io vado dritta da sua sorella Erin, che fortunatamente si salva.

Non è per niente come suo fratello.

«Tu sapevi che sareste venuti qui?.» le chiedo, ma lei in risposta scuote la testa.

«Assolutamente no.» io sbuffo e butto la testa all'indietro, facendola aderire alla parete.

Mia madre ci richiama tutti e io mi affretto ad uscire dal corridoio per andare diretta in sala da pranzo, ma purtroppo non sono l'unica ad avere questa idea.

Perché mi scontro contro Andrew.

«La prossima volta fai attenzione.» dico, a denti stretti.

Lui mi rivolge un sorriso ironico, che mi fa innervosire ancora di più.

«La principessa si è svegliata male oggi.» lo sento sussurrare dietro di me.

Mi blocco sul posto, e lui sorpassandomi, ride.

Ti faccio piangere, non ridere, fosse l'ultima cosa che faccio.

Ci sediamo a tavola, con tutte le pietanze a nostra disposizione.

«Oh, Andrew prendi il dolce! l'ho dimenticato in macchina.» la madre di King con queste parole fa accendere la lampadina anche alla mia.

«Adesso mi ricordo! avevo comprato dei pensierini ma anch'io li ho scordati, sul tavolo fuori. Angel, prendi la palla al balzo e accompagna Andrew.»

E' un fottuto scherzo?

Non posso far altro che annuire.

King solleva un lato della bocca e mi fissa, entrambi usciamo fuori.

Accelero il passo e vado dritta per la mia strada. che per sfortuna, è accanto a quella di Andrew, visto che la sua macchina è parcheggiata nel mio giardino.

«Puoi anche abbassare la guardia, principessa.» continua a ridersela grazie alle mie reazioni.

«La smetti di chiamarmi così? non ti riesco a sopportare.» confesso, sbuffando.

«E tu riesci a non essere stronza? che problema hai.» lo fronteggio.

«Non riesco a fingere che tu mi sia simpatico, Perché ti odio.» lui inclina la testa di lato per un nano secondo, simulando quasi un rimbalzo, per poi farla tornare al suo posto.

«E come mai?.» adesso sputo tutto.

«Perché? osi anche chiedermelo? hai portato mio fratello sulla cattiva strada, da cinque anni non è più lo stesso ed è tutta colpa tua. Sei un arrogante, egoista, avanzo di galera idiota!.» faccio uscire tutto quello che ho dentro, e ad ogni insulto punto l'indice sul suo petto.

La sua espressione è dura, fredda e distaccata.

«Visto che fai tanto la santarellina paladina della giustizia, dimmi: hai mai provato a vedere il mondo per come lo vediamo noi? te lo dico io: no. Perché subito ci attacchi l'etichetta di cattivi ragazzi. Posso dirti adesso cosa credo che tu sia? visto che sei stata tanto gentile, ricambio il favore. Sei una ragazzina viziata, che si crede una principessa che in realtà ha la puzza sotto al naso. Scendi dal piedistallo, Angel, perché il mondo è crudele ed è il momento che tu lo capisca.» sbuffo una risata.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora