19.

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Inutile dire che il risveglio è stato traumatico.

Specie dopo aver sentito dire a mia madre che avremo, come ospiti a cena, i King.

Ormai vivono in casa mia, praticamente.

Da quando hanno instaurato questa maledettissima amicizia, non fanno altro che stare insieme.

E non posso che odiare questa cosa.

Mi alzo e mi guardo allo specchio.

Il livido adesso ha preso il posto della macchia rossa sulla mia coscia.

Sospiro e provo a non pensarci.

«Angel, ma che cazzo...ancora dormi?» Jason apre di scatto la porta e io riesco solo ad indietreggiare.

Porca puttana.

«Non si bussa più?.» cerco qualcosa vicino a me per coprire le mie gambe nude a causa dei pantaloncini, ma non trovo nulla.

«Come te lo sei fatta quel livido?.» ecco.

Lo fisso come se non sapessi nemmeno di averne uno, sperando che lui caschi nella mia bugia.

«Non so, avrò sbattuto scendendo dalla macchina ieri sera...non ero molto lucida.» non mi crede, è palese.

«Comunque, esci dalla mia stanza, devo prepararmi per più tardi.» lo spingo fuori e mi attacco alla porta.

Con la schiena ancora contro la superficie lucida, cado a terra.

Chiudo gli occhi e penso.

Se glielo dicessi sarebbe in grado di trovarlo e ucciderlo davvero, quindi è fuori discussione.

Spero solo che anche Andrew capisca il mio pensiero.

Andrew...

Mi è sembrata un'ancora di salvezza ieri sera, mi sono proprio attaccata a lui.

Mi sono sciolta come neve al sole tra le sue braccia, e gliene sono anche grata.

ma devo ricordarmi chi è davvero.

Lui è meschino, arrogante e menefreghista.

Non è il genere di persona disposto a darti una mano, specie a me.

Lui è quello che mi ha fatto vedere l'incontro di boxe solo per farmi soffrire, non mi aiuterebbe mai.

Per questo ho deciso di respingerlo quando voleva continuare ad aiutarmi.

Vedere le sue mani toccarmi nonostante il sangue che le colorava, mi ha fatta svegliare.

Basta, prima mi invade la casa e poi i pensieri?

Provo a scacciare lui dalla mia testa facendomi una doccia calda.

Strofino la pelle con la spugna viola piena di schiuma profumata.

Mi concentro di più sui punti che quel bastardo ha toccato ieri sera.

strofino forte.

Così tanto che la mia pelle si arrossa.

Le lacrime scivolano veloci sulle mie guance, rigandole.

Il ricordo di come mi toccava, come ha provato a togliermi l'intimo e il vestito, lì...mentre io ero bloccata dal suo corpo imponente a confronto col mio.

Basta, non voglio più pensarci.

Mi sciacquo il viso e prendo un grosso respiro.

Poi esco dalla doccia, e con ancora l'accappatoio addosso, scelgo cosa indossare.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora