5.

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Andare a scuola con il morale a terra, non è di certo la cosa migliore di questo mondo.

Fortuna che almeno i miei amici mi terranno compagnia, altrimenti sarebbe un suicidio.

«Jason? dormi ancora?.» busso alla porta di mio fratello, ma quando la vedo mezza aperta, la apro totalmente.

Lo trovo intento a guardarsi allo specchio, aggiustarsi la camicia nera e spruzzarsi quintali di profumo.

Mi appoggio allo stipite della porta, osservandolo.

«Cosa farai quando metteranno la divisa scolastica?.» chiedo ridendo, facendolo spaventare.

«Ma sei stronza? avvisa la prossima volta. E comunque, la divisa non la indosserò.» alzo un sopracciglio, e incrocio le braccia al petto.

«Ti farai espellere.» lui si avvicina a me, mi tocca il naso col dito, ritirandolo subito dopo, e dice:

«Io posso tutto, pensavo l'avessi già capito.» mi supera e scende le scale.

Mi affretto per seguirlo.

«Sei un idiota.» non mi può rispondere perché entriamo in cucina dove i nostri genitori stanno facendo colazione.

Bevo la mia camomilla e prendo una merendina dal cestino al centro del tavolo.

«Muoviti o faremo tardi.» alzo gli occhi al cielo alle parole di Jason e poso la tazza vuota dentro al lavandino.

«Ci vediamo dopo?.» chiedo ai miei, ma loro scuotono la testa in segno di negazione, facendo fermare anche Jason dallo stupore.

«No, siamo dai King più tardi.» annuisco, stufa di sentirli nominare-ma solo per colpa di Andrew-

Mi infilo in macchina dal lato del guidatore, rivolgendo un sorriso vittorioso a mio fratello, che impreca a bassa voce.

«Lascia stare, sprechi sono fiato.» aziono la macchina e parto spedita.

Fortuna che ho preso la patente qualche mese fa, altrimenti sarei dovuta rimanere sotto i comodi di mio fratello.

«Stasera esci?.» mi chiede, continuando però ad osservare il cellulare.

«Credo di no, perché?.» lui annuisce soddisfatto.

«Ok, bene.» immagino che per stasera avrà un programma già organizzato.

«Hai qualcosa da fare stasera?.» lui annuisce.

«E cosa-.» mi blocca prima che possa fare la domanda.

«Non sono affari tuoi.» arriviamo al semaforo, che sfortunatamente è rosso, e lo fisso.

«Stamattina ti sei svegliato più coglione del solito?.» gli spingo lievemente le testa con la mano e lui sbuffa.

«Scusa, ma sai che voglio che non ti impicci in queste situazioni.» alzo gli occhi al cielo e decido di lasciar perdere, sarebbe inutile continuare a parlare di una cosa tanto già dibattuta.

Il viaggio continua in silenzio, ma non è imbarazzante, anzi.

Trovo che certe volte il silenzio sia più piacevole.

***

«Non puoi capire cosa ho scoperto!.» vengo travolta dal corpo di Lara, che viene verso di me saltellando.

«Ok, piano. Dimmi tutto amica mia.» camminiamo a braccetto davanti al gruppo di mio fratello, dove tutti mi osservano e che io guardo male.

Non sono arrabbiata anche con Tommy, Dylan e Josh, ma non riesco a trattenere il mio sguardo accusatorio.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora