12.

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Rimuginare su una discussione avuta, non è mai la scelta giusta.

Perché continuare a pensare ad un'altra possibile risposta non servirà a nulla.

O pensare insistentemente alle parole dette dall'altra persona, non servirà a nulla.

"E tu, piccola principessa del cazzo, non sapresti viverci neanche un attimo nelle nostre condizioni"

Non posso mentire e dire che queste parole non mi abbiano ferita maledettamente, perché non sarebbe giusto.

Io ho sempre detestato pensarmi in un contesto simile, ma adesso che Andrew ha osato apostrofarmi in questa maniera...sto rivalutando le mie scelte.

Vorrei solo fargli vedere quanto effettivamente io possa essere "pronta" per affrontare un tale peso, perché non prendiamoci in giro, è un peso da subire.

Ed eccoli qui, i nervi che piano piano mi riempiono la mente.

«Mamma, sto uscendo. Ci vediamo dopo.» urlo mentre esco fuori casa.

Mio fratello dorme beato, il pomeriggio del sabato per lui è sacro.

Visto che poi dovrà stare sveglio tutta la notte.

Entro in macchina e mi arriva un messaggio da parte di Tommy.

"Che fai? vieni al parchetto accanto alla nostra scuola?"

Proprio ciò di cui avevo bisogno.

Rispondo che va bene e dopo aver posato il telefono in borsa, vado subito dritta al parchetto.

Quando arrivo lo vedo seduto sulla panchina, è solo in mezzo al parco.

«Solo soletto?.» lo saluto dandogli un bacio sulla guancia e mi siedo accanto a lui.

«Aspettarti non è stato molto piacevole.» sorrido e gli passo una sigaretta.

«Mi perdoni così?.» fa finta di pensarci e poi annuisce.

Poggio la testa sulla sua spalla e porto le gambe davanti al busto.

«Che fai?.» domanda, riferendosi al mio cambio di posizione.

«Sto più comoda così, ti da fastidio?.» lui scuote la testa e accende sia la mia che la sua sigaretta.

«E' diventato il nostro hobby fumare insieme?.» chiedo, e lui sorridendo annuisce.

«Come mai sei venuta subito?.» mi chiede e io sbuffo, aumentando la velocità di aspirazione della nicotina a causa del nervosismo.

«Era da tutta la mattina che continuavo a pensare ad Andrew. Ma non tanto a lui, ma a ciò che mi ha detto.» sul suo viso si dipinge un espressione di fastidio mista a curiosità.

«Cosa ti ha detto quel cretino?.» sospiro e inizio con il mio discorso.

«Stavamo litigando come al solito, e mi ha rinfacciato il fatto che secondo lui io non sono abbastanza "forte", ovviamente ha usato parole meno gentili, per affrontare il vostro mondo di illegalità.» lui sbuffa una risata.

«Semmai saresti la più adatta, peccato che non vuoi unirti a noi.»

Con le sue parole, nella mia mente balena un'idea, che però allontano subito.

Tommy nota che qualcosa stava per uscire dalla mia bocca, ma che alla fine è rimasta dov'era.

«Cosa stavi per dire?.» il suo tono è come sempre glaciale e indifferente, ma so che non è ciò che vorrebbe davvero comunicare, per questo non mi sento a disagio.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora