27.

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La testa

Mi scoppia, cazzo.

Prendo una pillola adatta a questo dolore lancinante e spero di stare meglio prima che le lezioni inizino.

Esco dalla mia stanza quando sento la musica provenire da quella di mio fratello.

Busso, ma ovviamente non ottengo risposta.

Ma mi accorgo che è già aperta, quindi mi intrufolo e lo vedo allenarsi con l'asta attaccata al soffitto.

Si solleva su e giù, con i piedi incrociati.

«Mi spieghi cosa cazzo stai facendo?.» mi appoggio allo stipite della porta e lo vedo sussultare.

Scende e stacca la musica.

«Non ci vedi? mi sto allenando. L'estate si avvicina e questi muscoli hanno bisogno di una bella rinfrescata.» si indica i bicipiti già lievemente scolpiti.

«Non ne hai bisogno, ma ti lascio nella tua convinzione. Adesso però smettila perché altrimenti faremo tardi a scuola.» lui annuisce e va a darsi una rinfrescata prima di vestirsi.

Scendo le scale e trovo i miei genitori intenti a discutere.

«Hey, che succede?.» domando, iniziando a bere la mia camomilla.

«Lo chiediamo a te, signorina!.» sbianco di botto.

«A...a me?.» mio padre annuisce e si siede accanto a me, seguito a ruota da mia madre.

«Ieri sera alla fine siamo rimasti a casa con tuo fratello. Io ero sveglia quando ti ho sentita aprire la porta di casa, ed ero sveglia anche quando ho visto Andrew King uscire dalla tua stanza!.» strabuzzo gli occhi e il cuore comincia a martellare maledettamente forte nella gabbia toracica.

«Andrew cosa?!.» mi giro nell'esatto momento in cui sento la voce di mio fratello.

Lo vedo già vestito di tutto punto.

Quando cazzo è diventato così veloce?!

«Voglio sapere cosa diavolo è successo in quella camera, Angel. Ora.» adesso guardo mio padre che ha appena pronunciato queste parole.

Io ricordo tutto quello che è successo, e so per certo che non ero in me.

Ma loro non devono saperlo.

«Oh andiamo! cosa pensi che sia successo? mi ha aiutata a salire nella mia camera perché ero un po' brilla, tutto qui.» non sembrano convinti.

«E perché ci è stato dieci minuti là dentro?.» cazzo, mia madre ha anche cronometrato.

«Dieci minuti?! sai quante cose si possono fare in dieci minuti?!.» io fratello sta dando di matto, e non so come fare capire a tutti che non ci sono andata a letto, perché a quanto pare è questo che pensano.

«Sta zitto tu! abbiamo parlato un po' del suo rendimento scolastico e di come io potrei aiutarlo a migliorarsi.» Jason alza le sopracciglia, sa che non è vero.

Ma i miei genitori sembrano tranquillizzarsi, e questo è l'importante.

«Ok...se dici che è andata così...ma la prossima volta non andate in camera tua!.» mio padre punta l'indice contro di me e io annuisco, correndo ad acchiappare mio fratello, che è una furia.

«Jason!.»

«Dieci minuti, dieci fottutissimi minuti! ha fatto venire una ragazza anche in cinque, se ci tieni a saperlo!.» sta camminando a grandi falcate verso la macchina, e quasi urla.

No comunque, non ci tenevo a saperlo.

«Giuro che lo ammazzo stavolta.» mi siedo dal lato del passeggero appena in tempo, prima che lui azioni la macchina e parta a tutto gas.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora