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Andrew:

Angel non molla l'osso neanche morta.

Adoro il suo modo di essere determinata, è una delle cose che mi ha fatto perdere la testa per lei, ma adesso non la sopporto.

Vorrei solo che mi odiasse, cazzo le veniva così semplice farlo qualche mese fa, perché non lo fa anche adesso?

La sto ignorando e sto facendo finta che tutto quello che è successo in realtà non è mai accaduto.

Ma lei continua ad affermare che sto dicendo cazzate, e che tutto questo è colpa di suo fratello.

Jason, d'altro canto, mi regge il gioco dicendo che sto facendo tutto da solo.

Devo inventarmi qualcosa di più grosso per farmi odiare da lei.

«Mi spieghi a cosa stracazzo stai pensando? sento gli ingranaggi della tua testa girare anche da qui.» Dylan mi spinge appena, facendomi scuotere sulla sedia.

«A niente, fatti i cazzi tuoi.» ricambio la spinta e lui ride.

Non sono dell'umore per niente.

«Comunque, stasera invito delle persone a casa, se volete venire...» Josh lascia l'invito in sospeso e io sbuffo.

«No, io...credo che passerò.» dico, bevendo un sorso della mia coca-cola.

«La smetti di fare il rompi coglioni?.» Jason mi tira una patatina e io alzo gli occhi al cielo

«Buongiorno, amori miei.» la voce di Angel mi arriva dritta nell'orecchio, nonostante le sia alle mie spalle.

Poggia una mano sullo schienale della mia sedia, e improvvisamente la mensa si fa più piccola e soffocante.

Il suo profumo mi manda in tilt il cervello, come cazzo si può resistere?

«Buongiorno, splendore. Come mai tutta questa felicità?.» domanda Dylan.

La osservo con la coda dell'occhio, e vedo che mi sta guardando con un sorriso sul volto.

I capelli biondi sono legati in una coda di cavallo con un fiocco rosa a tenerli ben stretti.

Indossa una gonna rosa e una maglia bianca posta al suo interno.

Porca puttana, è una fottuta divinità.

«Sapete, a breve la scuola finirà e io non vedo l'ora di poter fare le feste in piscina.» accompagna la sua frase con una risatina eccitata.

E io non posso far altro che immaginarla con il bikini mentre sta seduta sul bordo della sua piscina, con i piedi immersi nell'acqua e un drink con dentro quel fottuto ombrellino, gli occhiali da sole sulla testa e i capelli biondissimi che brillano a causa del sole.

E io non potrò nemmeno sfiorarla.

«Non vedo l'ora.» commenta Dylan, e io vorrei spaccargli la faccia, in modo tale da togliergli quel cazzo di sorriso malizioso dal volto

«Andrew, ti dispiace?.» Angel mi guarda dall'alto, spostandomi a metà sedia, per potersi sedere insieme a me.

«Preferisci che mi sieda sulle tue gambe?.» sussurra al mio orecchio, camuffandosi così da non far capire a nessuno che sta parlando con me.

«Preferisco che tu prenda un'altra sedia, mocciosa.» serro la mascella e allargo le gambe, cercando di non far vedere la mia erezione alla causa.

«Mh, che peccato, non mi chiami più principessa?.» domanda, giocando con la sua coda di cavallo, facendomi andare il cervello a puttane.

«Buongiorno, stamattina non ci siamo proprio visti.» la voce di Evan è come una doccia fredda, grazie a Dio.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora