33.

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Angel:

«Non mi sfuggire, me l'hai detto tu: non lasciare che il mio orgoglio mi impedisca di essere me stessa con te., perciò smettila di far finta che tutto questo non ti piaccia» Andrew mi tiene inchiodata al muro, sotto il suo corpo imponente.

«Non posso smettere di pensare al danno che hai causato a mio fratello. Non posso perdonarti per tutto questo.» la sua espressione diventa più delusa e combattuta, come se volesse dirmi qualcosa ma sa che non può.

«Ma nonostante tutto, non riesco nemmeno a non volerti.» io tocco la sua guancia e lui torna ad osservarmi.

«Ti voglio maledettamente da così tanto tempo...» mormoro, mentre lui si lecca le labbra in un gesto meccanico.

«Ho sempre sperato di sentire quelle cazzo di parole uscire dalla tua bocca.» mi rivela, accarezzando il mio labbro inferiore con il pollice.

«Però ti sei sempre sentito dire insulti.» lui sorride lievemente.

Mi sposta una ciocca bionda ribelle dietro l'orecchio.

«E mi andava bene lo stesso. Qualsiasi cosa a me va bene, purché implichi te che mi parli.» lo osservo sollevando un lato della bocca, ma impedisco a me stessa di sorridere ulteriormente.

«Ma non dicevi di odiarmi?.» lo ribecco.

«Ti detesto, che è un sentimento diverso dall'odio. E lo faccio ancora, si.» sbuffo dal naso.

«Ma ti detesto solo perché un po' me lo impongo. Insomma, non potrei andare avanti con te che mi odi altrimenti.» lo guardo confusa.

«Non è che ti stai innamorando di me, King?.» sollevo un angolo della bocca, e lui ghigna, fissandomi le labbra.

«Sarebbe un problema in quel caso, Keller.» faccio oscillare lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra.

E subito dopo lui si avvicina, iniziando ad azzerare la distanza tra di noi, provando a baciarmi.

Cazzo, ci siamo

«Angel! porca puttana, Angel!.» mi sento scuotere dalle spalle.

Apro gli occhi di scatto e ingoio il groppo in gola.

Asciugo la bavetta al lato della bocca e alzo la testa dal banco.

Mi sono addormentata in classe durante la spiegazione di matematica.

Cazzo.

«Angel, ti ho chiamato tre volte!.» Evan mi offre un fazzoletto.

«Scusami, mi sono completamente addormentata.» mormoro, sistemando il mascara guardandomi con lo specchietto da borsa.

«Ho notato. Menomale che stavi solo "riposando gli occhi".» mima le virgolette e ride.

«E dai, ha solo fatto un sogno porno! lasciala stare.» mi giro di scatto verso Lara.

«Ma non è vero!.» sibilo.

Ci ho provato, però anche nel sogno battibecchiamo cazzo.

«Stavi sognando Tommy, non è vero?.» sicuramente.

«Non stavo sognando nessuno in particolare, se lo volete saper si trattava di un unicorno.» mento.

«Mi sa che hai scambiato il corno per...» commenta allusivo Evan, facendomi capire all'istante la sua battuta.

«Ma sei scemo?!.» gli lancio il quaderno e subito dopo la campanella suona, annunciando la fine di tutte le lezioni.

Finalmente.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora