21.

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Angel:

Sarà passata più o meno una settimana da quando ho subito quel brutto e sgradevole "incontro".

Come sono riuscita a superarlo e smettere di sognarlo la notte?

Un solo nome. Andrew.

Nonostante il mio continuo chiedergli di lasciarmi in pace, mi è sempre stato accanto.

E' capitato spesso che durante la notte trovassi il bisogno di chiamarlo, e senza pormi limiti o farmi paranoie, ho afferrato il telefono.

E a qualsiasi ora della notte, lui ha sempre risposto, aiutandomi a regolarizzare il battito e a farmi ridere.

Non avrei mai immaginato che questo pensiero sarebbe potuto balenarmi in mente, ma ringrazierò per sempre la sua testardaggine, perché senza quest'ultima, sarei sprofondata in qualcosa più grosso di me.

«Sei sicura di stare meglio?.» la voce leggermente metallica di Andrew suona forte nel mio orecchio destro, mentre tengo il telefono premuto tra la spalla e la testa.

«Si. Non faccio più incubi da tre giorni, non ho più attacchi di panico da due e mangio regolarmente da...stamattina.» all'ultima mia affermazione, lui sbuffa sonoramente.

«Angel, forse non ci siamo capiti: devi ristabilire tutti i tuoi fottuti equilibri, altrimenti non ti lascerò andare.» adesso sono io a sbuffare.

«Però mi stai addosso da una settimana...devo cominciare a pensare che questa situazione ti piace? perché a me no.»

Certo, gli sono grata per l'aiuto, ma non lo tollero ancora.

«Se fosse così sarei da ricoverare in un manicomio.» alzo gli occhi al cielo.

«Ciao, King.» il mio tono di voce fa intendere quanto seccata io sia a causa di questa conversazione, ma poco mi importa.

«A dopo, principessa. Ah, e vedi di mangiare.» detto questo, la chiamata si interrompe.

Butto il cellulare sul letto e mi rifugio tra i miei pensieri.

Si comporta così perché si sente in colpa?

Perché mi ha effettivamente ascoltata e non ha detto nulla a mio fratello?

E soprattutto...perché sto scegliendo di fidarmi di lui?

Fortunatamente, ad interrompere questo mio interrogatorio interno, è mio fratello, che bussa ripetutamente alla porta.

«Angel, devo parlarti!.» apro e lui quasi cade dentro la mia stanza.

«Sbrigati, ho da fare.» devo vedermi con Tommy, ma non ho intenzione di farglielo sapere.

«Voglio sapere...ma se una ragazza ti fa una scenata di gelosia, che cazzo significa?.» strabuzzo gli occhi e smetto di sistemare i vestiti nell'armadio.

«Eh?.» lo guardo e lui arrossisce di colpo e si muove timidamente sui talloni, ma non glielo farò notare.

«Sei diventata sorda?.» scuoto lievemente il capo e lo guardo meglio.

«Dovrebbe significare che le piaci...ma non vorrei dare giudizi affrettati, dovrei sapere la situazione.» lui scuote le mani davanti a se.

«Non preoccuparti. Grazie della dritta.» provo ad estorcergli qualche informazione in più, ma lui scappa fuori dalla mia stanza.

Non mi sfuggi lo stesso.

***

Tommy si è categoricamente rifiutato di farmi guidare la mia macchina, perciò ha deciso che mi avrebbe dato un passaggio lui.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora