7.

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Jason:

Svegliarsi e sentire la testa che pulsa è la cosa peggiore del mondo.

Non ho dormito bene nemmeno stavolta, non so più davvero che fare.

Sono cinque anni che provo a dormire senza sentire pressioni addosso, o l'ansia che mi divora, ma ogni volta è sempre la stessa storia. Non ci sono pillole, camomille o cazzate varie che tengano.

A peggiorare il tutto è il pensiero della giornata che andrò ad affrontare.

Quando decidi di vivere la vita come faccio io, avere queste sensazioni addosso è all'ordine del giorno.

Stasera probabilmente faremo l'ennesima cazzata.

E se da un lato l'emozione è sempre presente, dall'altro anche i sensi di colpa si fanno vivi.

Mi eccita sapere che, tranne quando giochiamo a fare i ragazzini, tutte le persone a cui abbiamo fatto del male se lo meritavano.

Perché mi sento una brava persona, e le brave persone meritano di stare su questo cazzo di pianeta.

Però so anche che qualcuno soffre o ha sofferto a causa nostra, per motivi buoni o no.

Ma nonostante tutto, nessuno sa il motivo per cui io e i miei amici agiamo.

Per loro è solo per dimostrazione di potere.

Perché ci chiamano The dread, noi siamo il terrore di questa città.

Ogni fottuto giorno faccio questa riflessione.

Come se potesse aiutarmi a sentirmi più leggero.

Entrare nel mio cervello non è facile, i miei genitori ci provano continuamente ma non hanno capito che non sono più quello di cinque anni fa.

Ho visto tanta merda, ed è proprio questa che mi ha mandato in tilt la testa.

«Jason, muoviti!.» la voce di mia sorella dall'altro lato della porta, mi fa tornare alla realtà.

Mi dispiace anche non riuscire a renderla orgogliosa di me come tanto vorrei.

E' la persona più importante della mia vita, e non so come farei senza di lei.

Il pensiero che lei mi reputi un criminale mi disturba, ma in fin dei conti è questo che sono per tutti, perché non dovrei esserlo anche per lei?

«Dammi cinque minuti!.» riesco a risponderle nonostante il mio cervello non sia nelle condizioni di farlo dicendo qualcosa di logico.

Abbottono la mia camicia di Ralph Lauren blu e spruzzo il profumo.

A scuola si era parlato di inserire divise scolastiche, io spero vivamente che non lo facciano.

Il mio bel corpo non può di certo indossare le cose che tutti indossano.

Scendo in cucina dove tutto il resto della mia famiglia è impegnato a fare colazione.

Non so come mia sorella faccia a cibarsi solo di camomilla la mattina, seriamente, ha qualche problema con questa bevanda.

«Stasera volevo invitare i Jhonson a casa, ci siete?.» io e Angel ci guardiamo in viso.

Io ho una festa con i ragazzi, lei non credo che abbia intenzione di rimanere a casa da sola con quattro signori di mezza età.

«Io ho una festa.» annuncio, continuando a mangiare il mio toast.

«Io vado da Lara a studiare.» sospiro di sollievo quando sento queste parole provenire dalla bocca di mia sorella.

Per un attimo ho pensato che sarebbe venuta anche lei alla festa, non so perché.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora