48.

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Baciare Andrew è come toccare il paradiso con un dito.

Sfiorare le nuvole e avere il permesso di assaporarle.

Per questo ci siamo messi più comodi, lui seduto a terra e io a cavalcioni su di lui.

Ha le mani suoi miei fianchi e io tra i suoi capelli.

«Non abbandonarmi mai più, brutto bastardo.» sussurro sulle sue labbra, tra un bacio e un altro.

«Non ho intenzione di staccarmi da te, posso assicurartelo.» sorrido e mi muovo su di lui.

Forse abbiamo bisogno di un po' di tempo per noi.

Più uniti di così.

«Andrew...» sussurro il suo nome e mi stacco dal bacio.

«Dimmi, principessa.» si lecca le labbra e io non ci capisco più nulla.

«Possiamo andarcene? continuare a baciarci in questo posto buio è un po'...» indico con la mano il luogo che ci circonda e lui sembra capire.

Si alza e io lo seguo, mettendomici di fianco.

Poi apre il palmo della mano e me lo offre, perciò non ci penso due volte e la afferro.

Senza farci vedere dagli altri andiamo verso la sua moto.

Ma mi blocco quando vedo la ragazza con cui parlava poco prima proprio sulla sella.

«Mi sa che...ti ho rovinato la scopata di stasera.» dico, e allento la presa della sua mano, senza un apparente motivo.

Lui, però, la stringe di nuovo.

«Sta zitta, Angel.» scherza e io alzo gli occhi al cielo, sorridendo divertita.

«Scusami...ehm...» ci ritroviamo davanti alla ragazza, e Andrew schiocca le dita, facendo intendere che non ricorda il suo nome.

«Luisa.» dice lei, visibilmente infastidita, e stringe tra di loro le gambe accavallate.

«Si, beh, quello che è. Ti dispiacerebbe scendere?.» le indica la moto e lei sorride.

«Per poi salire su di te?.» si lecca le labbra in modo malizioso.

«No, per poi andare a fare la gatta morta con qualcun altro. Sparisci, idiota.» dico, non riuscendo a frenare la lingua.

Lei spalanca la bocca, indignata, e poi scende dalla moto.

«Mi fai morire quando fai la gelosia, lo sai?.» dice, afferrandomi dalla vita e guardandomi dritto negli occhi.

Annuisco e lo bacio sulle labbra, prendendo, subito dopo, il casco dal portabagagli.

Lo indosso e salgo sulla moto.

«Hai intenzione di salire o no?.» lui si morde il labbro inferiore e si piazza davanti a me, dando di gas e sbrigandosi a portarci via dalla festa.

Arriviamo a casa sua in un battibaleno.

Riesco a salire le scale solo grazie a lui, perché mi prende in braccio, permettendomi di avvolgergli le gambe attorno alla vita.

Apro la porta di camera sua con la schiena, mentre lui sta attento a richiuderla a chiave.

Non si sa mai.

«E' da...è da parecchio che non lo facciamo.» dico, imbarazzandomi l'attimo dopo.

«E sarà perfetto.» mi rassicura, aiutandomi a far aderire la schiena contro il materasso, delicatamente.

«Ne sei sicuro?.» mi guarda dritto negli occhi e poi ,mi da un bacio sulla fronte.

«Te lo prometto.»

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora