25.

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La vita suona più leggera adesso che non ho più pensieri brutti per la testa.

Adesso posso andare a scuola in totale serenità.

Ed è per questo che mi concedo di mangiare qualcosa a colazione.

«Siete molto assenti in questi ultimi giorni, ormai vi vediamo poco e niente!.» ecco la polemica del giorno di mio padre.

«Beh, anche voi siete spesso fuori.» ribatto, dopo aver preso un lungo sorso di camomilla.

«Ma per lo meno noi diciamo dove andiamo! voi no.» corrugo la fronte.

«Vi siete interessati mai? ve lo dico io: no.» lei si porta una mano davanti alla bocca.

«Tuo fratello ti ha influenzata! oddio...» sembra che sia morto il gatto, che non abbiamo, a guardare la sua disperazione.

«E sei dispiaciuta, mamma?.» Jason mi lascia un bacio sulla testa, rivolgendo con tono di sfida, queste parole a nostra madre.

«Usciamo di qui, prima che ci facciano il discorso sulla vita che tanto odio.» mi sussurra all'orecchio, e io non potrei essere più d'accordo.

Arriviamo a scuola e io mi fiondo tra le braccia della mia migliore amica.

Oggi sarà una bella giornata, me lo sento.

Sento la presenza di qualcuno alle mie spalle, e non ci vuole molto per capire di chi si tratta.

«Sei di buon umore perché sai che stasera cenerai a casa mia, principessa?.» con le parole di Andrew ci ripenso.

Come non detto, la giornata finirà di merda.

«Non hai qualche ragazza da torturare al posto di rompermi le palle?» Evan è poggiato al suo armadietto e osserva la scena, scambiandosi di tanto in tanto qualche occhiata con Lara.

«Mi diverte darti fastidio.» si rigira una margherita tra le dita e sorride come un cretino.

«Ho notato, ma sai, il gioco è bello quando dura poco.» lui si avvicina ad un soffio dal mio viso.

«Ma qualcosa mi dice che questo gioco sarà l'eccezione alla regola.» posa la piccola margherita tra i miei capelli e poi si allontana.

Ma perché cazzo si comporta così? lo odio ancora di più se possibile.

Tolgo la margherita dai capelli e la metto nel mio armadietto, non volendola buttare.

Però è stato sexy, non puoi mentire...

Lo vedo, con la coda dell'occhio, raggiungere mio fratello e gli altri, che notandomi mi salutano con la mano.

«Ti ho detto che era la mia ragazza e tu ci sei andato a letto?! brutto figlio di puttana!.» sentiamo delle urla provenire dall'entrata della scuola.

Io mi giro all'istante e incontro gli occhi di mio fratello, che notando la mia espressione, si avvicina.

Tutti si ammassano verso la scena, e i due ragazzi che stanno litigando si avvicinano pericolosamente.

Gli studenti si spingono tra di loro, tra cui Evan, che pur di stare in prima fila per osservare tutto, mi spinge, senza rendersene conto, facendomi sbattere contro le altre persone.

Non vedo più Jason perché sono in mezzo ad una marea di persone che stanno urlando alla vista del sangue che esce da tutti i lati.

A breve arriverà qualche professore, spero.

Respiro affannosamente.

Non riesco ad uscire da questa massa di persone.

Ma poi mi sento tenere dai fianchi.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora