24.

1.8K 60 28
                                    

Ci sono settimane in cui i giorni non passano mai e settimane in cui ti scorrono davanti come una ventata di aria gelida.

Il fatidico giorno in cui devo pagare il prezzo della scommessa, è arrivato.

Sento che sarà il venerdì più brutto e impegnativo di tutta la mia vita.

Abbottono l'ultimo bottone della camicia bianca, che leggermente corta, così da non aver bisogno di inserirla dentro il jeans.

Spruzzo il profumo dappertutto sul mio corpo, come se questa fosse l'ultima volta.

Lo stomaco è contorto e mi provoca un senso di nausea.

Apro la porta della mia camera e trovo mio fratello con il pugno in aria, chiaro segno che stava per bussare.

«Buongiorno, come stai?.» faccio spallucce.

«Come una stupida.» lui posiziona un braccio sulle mie spalle e mi fa strada giù per le scale.

«Oh cara mia, ma tu sei una stupida.» lo spingo lievemente e ride.

Fortunatamente la mia camomilla è già sul tavolo, che aspetta solo di essere finita.

Saluto i miei genitori, che sono radianti come sempre.

Ignari del fatto che la loro unica figlia femmina, minorenne per giunta, andrà a lavorare in un casinò stasera.

«Angel, dobbiamo andare.» annuisco e poso la tazza nel lavandino, seguendo, subito dopo, mio fratello nella sua macchina.

Jason mi lascia il privilegio di decidere le canzoni per il tragitto, sicuramente ha notato la mia ansia già presente e assillante.

Così mi rilasso un po' di più.

***

Vedo da dentro la macchina il gruppo di mio fratello nel loro solito punto.

Scendiamo e loro fanno scattare gli occhi su di me, all'istante.

Riconosco la preoccupazione nei loro occhi.

«Come stai?.» a parlare all'unisono sono Tommy ed Andrew, che dopo essersi accorti di aver parlato contemporaneamente, si guardano con le mascelle serrate.

Gesto strano, ma non gli do tanto peso.

«Sto bene.» mento.

E se Tommy, Dylan e Josh annuiscono alle mie parole, cascandoci in pieno, Andrew mi guarda facendo passare la lingua davanti ai denti.

Chiaramente ha capito che ho detto una cazzata, ma anche stavolta, non mi importa.

Li saluto nuovamente e vado dai miei amici, che sono allo scuro di tutto questo perché non avrebbe senso farli preoccupare.

«Oggi sono interrogata in scienze, auguratemi buona fortuna.» Erin sbatte l'anta del suo armadio dopo aver pronunciato queste parole, dimostrando tutta la sua frustrazione.

«Andrà benissimo, non preoccuparti.» le do un abbraccio ed Evan mi segue a ruota, sbadigliando nel mentre.

«Hai dormito poco?.» gli domanda Lara, e lui annuisce.

«Ho guardato per tutta la notte film romantici, e ho pianto tutta la notte.» gli massaggio la spalla, sorridendogli comprensiva.

Mi dispiace vederlo afflitto.

«Ecco la nuova puttana.» mi giro quando sento queste parole estremamente vicine alle mie spalle.

Una ragazza dal viso familiare è di fronte a me con le braccia incrociate.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora