43.

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Mi sento bene.

È strano, ma per la prima volta in tutta la mia vita, mi sento bene con me stessa.

Non mi sembra di aver commesso errori o di aver motivo di essere in conflitto con la mia mente.

Mio fratello mi parla.

Andrew e io stiamo praticamente insieme.

I miei amici mi vogliono bene tanto quanto io ne voglio a loro.

Con i miei genitori la situazione è sempre la stessa, ma ormai ci ho fatto l'abitudine.

Non potrebbe andare storto niente.

«Angel, ma stai ancora dormendo?!.» mi alzo di scatto, ansimando velocemente.

«No, mamma. Sono sveglia, mi sto preparando.» la vedo abbassare la maniglia ma la blocco, alzandomi in piedi come una molla.

«Ange-.» spingo di nuovo la porta. «Mamma, sono nuda, mi sto cambiando. Adesso scendo.» mi affretto a rispondere.

La sento sbuffare, ma poi molla la presa e i suoi passi si fanno più distanti.

Tiro un sospiro di sollievo, che dura poco perché mi accorgo dell'orario grazie all'orologio gigante della mia stanza.

Che mi sarebbe servito per non fare mai tardi, ma quelli sono dettagli.

Prendo il cellulare in mano solo quando riesco a vestirmi e truccarmi.

E vedo un messaggio da parte di Andrew.

Il mio cuore inizia a battere più velocemente e un sorriso si allarga sul mio volto.

Spero di riuscire a passare del tempo con te almeno oggi, principessa.

Già, perché purtroppo a causa di Jason, in questi ultimi giorni non ci siamo potuti vedere.

Ma di nascosto abbiamo fatto qualche chiamata, ogni tanto.

Si, promesso.

Rispondo e poi metto il cellulare in tasca, cercando di sbrigarmi a scendere.

Appena arrivo in cucina, decido di non prepararmi la camomilla, visto che non la vedo sul tavolo.

Non ne ho il tempo, ma adesso, neanche bisogno.

«Ma Jason?.» domando a mia madre, mentre lei si siede accanto a mio padre per fare colazione.

«Oh non te l'ha detto?.» scuoto la testa. «Detto cosa?.»

Mio padre abbassa il giornale e si sistema gli occhiali sul viso.

«Ha detto che doveva uscire prima per sistemare un progetto a scuola...pensavamo lo sapessi.»

Un...progetto a scuola?

Fingo di ricordare la cosa, per coprire mio fratello da qualsiasi cazzata stia facendo.

«Ahh, si, adesso ricordo. Me ne ha parlato ieri sera ma ero davvero stanca. Vado, altrimenti farò tardi.» li saluto frettolosamente e prendo le chiavi della macchina.

Spero solo che non si stia mettendo nei guai in questo momento, non potrei sopportarlo.

Metto la musica in macchina per smettere di pensare alle brutte cose che potrebbero accadere se Jason facesse qualche cazzata.

Scuoto la testa per scacciare ogni pensiero e alzo la musica quasi a tutto volume.

Per lo meno adesso posso concedermi questo, visto che Jason non sopporta il mio genere di musica preferito.

Kiss me harderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora