Capitolo 49

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Pov's Raquel

Metto il telefonino nella tasca del pantalone dopo aver mandato il messaggio alla mia migliore amica.

So di aver sbagliato uscendo da casa senza dare una minima spiegazione ad ognuno di loro, ma so che se lo avrei fatto non mi avrebbero lasciata prendere la mia bambina.

Sono qui davanti casa di mio padre pronta a suonare il citofono per farmi aprire il portone.

Dovrei avvisare la polizia, ma se lo faccio lui non mi darà mai Stefania.

Mi avvicino alla porta suono quel fastidioso campanello, mi giro verso dietro per assicurarmi che non ci sia nessuno ed è così.

"Chi è??" Chiede quella voce acuta e dura, quella che da bambina utilizzava solo quando mi rimproverava, soprattutto quando facevo la monella.

"Papà" dico con disprezzo.

Vorrei non chiamarlo così, ma non posso nemmeno pronunciare il suo nome, non se lo merita, non è più la persona che conoscevo io.

La porta si apre e mostra l'uomo che mi ha fatta e continua a farmi soffrire.

Mi ritiene la causa della morte di mia madre, ha convinto Christian a lasciarmi e adesso mi ha tolto la mia bambina, l'unica ragione in cui mi faceva andare avanti in questi anni.

"Dov'è??" Chiedo, tenendo un tono fermo e duro.

Non voglio farmi vedere che ho paura di lui.

"Mamma!!" Sento la sua piccola voce.

Mi giro di scatto e la vedo lì, in una stanza buia.

Mi precipito verso di lei e l'abbraccio, le sue piccole braccia circondano il mio collo.

"Ti ha fatto qualcosa??" Chiedo accarezzando il faccino della mia bambina.

Scuote la testa in modo negativo.

"Sei sicura??" Dico cercando di capire se mi ha detto la verità.

"Sai è tanto carina, ma anche tanto rompi scatole che nemmeno la sopporto" Afferma facendo una risata.

Mi giro verso colui che dovrebbe essere mio padre e lo trovo ad un centimetro di distanza.

"Ora c'è ne andiamo" afferro la mano di Stefania e mi dirigo verso la porta, prendo la maniglia e cerco di aprire la porta, ma qualcosa o meglio dire qualcuno la blocca.

"È ancora presto, resta un'altro po'" Afferma.

Abbasso nuovamente la maniglia ignorando completamente ciò che ha detto, ma continua a chiudere la porta.

"Lasciami andare" Gli Urlo, girandomi verso di lui.

"Perché mai" Si avvicina a me pericolosamente.

"Che vuoi da me??" Domando.

Sto iniziando ad avere paura, ma non posso farlo, c'è una bambina che devo proteggere.

Pov's Christian

So che lei ha detto che non dovevamo fermarla, ma nessuno l'ascolta.

Abbiamo chiamato i carabinieri dicendo tutto quello che è successo, informandoli della chiamata che è arrivata.

Quando abbiamo fatto la denuncia della scomparsa di Stefania i Carabinieri ci hanno procurato un telefono dove venivano registrate tutte le conversazioni e anche gli spostamenti, ma Raquel non si è portata con sé quel telefono.

"Quanto manca ancora??" Chiedo con il cuore che mi martella nel petto, come se mi volesse uscire.

Ho paura che lui abbia fatto del male ad entrambe e se capita qualcosa, io non me lo perdonerò mai.

Non dovevo ascoltare le parole di suo padre, dovevo ragionare con la mia testa e con il mio cuore, ma non ho fatto quello che sentivo.

Pensavo solo a proteggerla, ma ho fatto solo un casino.

I sensi di colpa aumentano, la paura, la rabbia e altre emozioni, mi stanno attraversando tutto il corpo.

"Poco Chri, le salveremo" dice Alessia staccando lo sguardo dal navigatore che ci condurrà dal colpevole.

Non riesco a pensare positivo, ho come la sensazione che qualcosa sta accadendo e io non posso fare niente.

Mi sento come se fossi legato ad un oggetto che mi impedisce di fare ciò che vorrei.

Cosa farò se perdessi una delle due oppure entrambe??

Come vivrò??

Le lacrime scendono, i singhiozzi si fanno sempre più forti, sto piangendo, come un bambino che ha perso il suo giocattolo preferito, ma qui si parlano di due donne che mi hanno riempito la vita di gioia, felicità, spensieratezza e di amore.

Uno di quelli che non ho mai provato con nessuno, un amore che dura degli anni e che non si può mai spezzare, ma quattro anni fa è successo, ma dopo ci siamo incontrati.

"Christian la riporteremo a casa, te lo prometto" dice mia sorella vedendomi in che condizioni sono.

"Frate, non mollare" Afferma appoggiandomi una mano sulla gamba.

Non ho mollato, ma tra poco lo farò.

"Siamo arrivati" la voce di Alessia mi attraversa le orecchie.

È il momento.

Un infinito amore (Sequel Mi hai salvata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora