Capitolo 57

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Pov's Raquel

È stato così strano.

Mi sono svegliata e l'ho visto lì con il volto ricoperto di lacrime, non ho mai visto Christian piangere o per lo meno, non dal vivo.

Si dice che se si piange, vuol dire che a quella persona ci tieni davvero, nonostante le litigate che ci sono state, le incomprensioni, gli urli che abbiamo fatto.

"Chri" Lo richiamo.

"Si??" Si gira verso di me, distoglie dopo lo sguardo dal telefono.

"Scusa" Affermo.

Non ho mai avuto il coraggio di dirglielo personalmente, ma l'ho fatto sempre per messaggio.

"Per cosa??" Si avvicina a me, si siede sulla sedia vicino al letto e mi guarda.

"Non ti ho detto di Stefania, sono stata...." non mi lascia finire di parlare.

"Devo essere io a chiedere scusa a te, non dovevo aggrediti in quel modo, dovevo solo farti parlare e ascoltarti, ma non lo fatto, me la sono presa con te, perché mi avevi nascosto tutta la verità, non mi sono fermato a pensare cosa avevi provato tu, sono io quello egoista, non di certo tu" dice.

Vedo i suoi bellissimi occhi riempirsi di lacrime e vederlo così non riesco a sopportarlo.

"Non sei stato un egoista, hai pensato quello che sarebbe stata la decisione giusta" metto la mano sulla sua guancia.

"Anche se avrei preferito che me ne parlassi" Affermo.

"Lo so, ho sbagliato, ho fatto tutto istintivamente, non ho pensato alle conseguenze" dice.

Prendere una decisione a volte è difficile, perché ci sono sempre delle conseguenze che possono essere positive, ma anche negative.

Nella mia vita ci sono state molti episodi negativi, ma quelle positive sono arrivati al momento giusto.

Christian per me è una nota positiva in tutto questo buio.

Mi ha portata fuori da quel tunnel e mi ha fatto vedere la luce.

È lui la mia luce, insieme a mia figlia.

"Non abbiamo pensato alle conseguenze delle nostre scelte e forse dovevamo fermarci e parlare, non lo abbiamo fatto e va bene così" affermo appoggiando una mano sulla sua guancia.

"Non va bene, ci siamo fatti del male, ti ho riportato in quel giro, in cui avevo paura che tu entrassi" dice.

"È vero, sono ricascata nuovamente in quella trappola, ma sono riuscita ad uscirne, non potevo far del male alla bambina, che madre sarei stata??" Affermo guardandolo.

"Ma è pur sempre colpa mia" dice riempiendosi di colpe.

"Chri, abbiamo sbagliato entrambi, nessuno dei due ha avuto il coraggio di dire la verità e forse questo ci ha allontanati, ma adesso siamo qui, insieme" dico con la speranza di chiudere questo argomento e di lasciarlo alle spalle.

Voglio lui.

"Adesso me lo dai un bacio??" Gli chiedo.

Mi guarda, vedo nei suoi occhi la felicità, desiderio e l'impazienza di questa domanda.

"Aspettavo che me lo chiedessi" afferma.

"Non dovevi mica chiedertelo" dico.

Sorride e si avvicina a me facendo unire le nostre labbra.

Era troppo tempo che non sentivo il suo sapore delle sue labbra sulle mie, avevo dimenticato come fossero morbide.

Approfondisce il bacio chiedendomi l'accesso e io glielo acconsento.

Le sue mani sono sui miei fianchi e mi accarezzano delicatamente come se avessero paura di farmi del male.

"Mi sei mancata" afferma staccandosi da me.

"Anche tu, non puoi nemmeno immaginare" affermo.

Torna a baciarmi, come se fossero una calamita, che non riescono a stare lontani.

Sentiamo un colpo di tosse e ci stacchiamo vedendo che in stanza c'erano Mattia con tutta la famiglia Stefanelli.

Un infinito amore (Sequel Mi hai salvata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora