20. nuvola

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Tra mille applausi, Maria De Filippi fece il suo ingresso nel grande studio, dando inizio alla dodicesima puntata di Amici, che, dopo l'entrata di Giovannino, iniziò con il compito che la Celentano aveva mandato a Lucia quella settimana, non venendo, purtroppo, superato.

Dopodiché iniziò la vera e propria puntata e vennero fatti entrare i giudici: Kledi per il ballo e Ron, Ermal Meta e Fulminacci per il canto.

Si iniziò con Mew, impeccabile come al solito, seguita da altre esibizioni che ricevettero complimenti e critiche costruttive.

Beatrice pareva essere abbastanza tranquilla quel giorno, sia perché aveva provato tanto la coreografia e sapeva di essere ben preparata, sia perché, in generale, in quei giorni si sentiva davvero bene, e sapeva che Holden fosse uno dei motivi per cui le sue giornate erano serene.

Oltre che per la sua esibizione, la piccola Bea era emozionata per l'inedito di Joseph, e non vedeva l'ora di ascoltarlo. Le sarebbe piaciuto sentirlo in anteprima, ma il cantante era stato sicuro al cento per cento della produzione solo la sera prima, e, quando era tornato in casetta, erano entrambi troppo stanchi per ritornare in studio. Quindi avrebbe ascoltato lì le parole che lui aveva scritto per lei.

Era talmente presa dai suoi pensieri che neanche si accorse che in quel momento stesse cantando Petit, e che, di conseguenza, dopo fosse il suo turno.

Fu Nicholas, che ricordandosene, le scosse lievemente la spalla. «Amo' — la richiamò — Dopo tocca a te, va' a riscaldarsi» sussurrò al suo orecchio.

Beatrice tornò con i piedi per terra, rendendosi effettivamente conto che dopo sarebbe toccato a lei, e, dopo aver ringraziato il suo amico, scese a fare un po' di riscaldamento prima dell'esibizione sotto lo sguardo attento di Joseph, che adorava guardarla e studiare ogni suo piccolo dettaglio e momento, soprattutto quando non sapeva di essere guardata. Erano quelli gli attimi che preferiva, quando lei era se stessa al cento per cento, inconsapevole di essere guardata con gli occhi dell'amore dal cantante romano, che raccoglieva tutti quei piccoli dettagli e riusciva, così, a conoscerla ancora di più.

Joseph oramai riusciva a riconoscere ogni suo stato d'animo con un solo sguardo, e cosa c'era di più intimo di quello?

«Buon pomeriggio!» esclamò educatamente la ragazza quando Maria la invitò a raggiungere il centro dello studio.

«Allora? Pronta?» le sorrise la donna bionda, e lei annuì mettendo l'archetto nella teca.

Holden, dietro di lei, guardava ogni sua più piccola mossa, e sorrise ampiamente quando partì Flowers e la vide ballare in maniera impeccabile, come sempre d'altronde. Non ne capiva niente di danza, era risaputo, eppure Bea riusciva a tenere i suoi occhi incollati sulla sua esibizione dall'inizio alla fine, e già quello faceva capire quanto fosse superlativa.

Gli piaceva davvero tanto vederla così a suo agio e a casa sul palco, e sperava che facesse quello per tutta la vita, anche perché, per quanto gli riguardava, non poteva immaginarla a fare altro.

Beatrice era nata per ballare.

La guardava con dolcezza, rendendosi conto di quanto riuscisse a far sembrare facile delle cose che in realtà erano davvero complicate. Non riusciva nemmeno a concepire come fosse capace, una ragazza così minuta, a girare come una trottola e a saltare con tanto di capriola in aria, cadendo poi sui suoi piedi senza traballare neanche per un secondo. Era semplicemente incredibile.

Allo stesso tempo sapeva quanto Bea avesse lavorato in passato e lavorasse tutt'ora, essendo perfezionista quasi quanto lui, e apprezzava così tanto la sua dedizione e l'amore che metteva in ciò che di più amava fare, cioè ballare.

𝐍𝐔𝐕𝐎𝐋𝐀, holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora