19. casa

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Quella mattina Beatrice e Holden si erano svegliati allegri e smaglianti sebbene avessero dormito davvero poco, ma ne era assolutamente valsa la pena, felici di ciò che era successo la sera precedente.

Purtroppo non avevano avuto modo di parlare o di fare colazione insieme quella mattina in quanto i ballerini erano praticamente corsi in sala 4 per la lezione di classico con Luca e Montesso, e, quando Bea era rientrata in casetta, aveva visto dagli orari che Joseph si trovava con Lalla e che successivamente avrebbe occupato la saletta per ultimare e rifinire l'inedito, che, tra l'altro, lei non vedeva l'ora di ascoltare.

Joseph si stava impegnando molto in quel nuovo pezzo, rimanendo spesso in sala anche la sera per migliorarlo e produrlo al meglio, e sperava di riuscirlo a presentare nella prossima puntata, anche perché lo infastidiva l'idea di non essere riuscito a farlo insieme agli altri. Ma in ogni caso poteva dirsi piuttosto soddisfatto di ciò che aveva scritto, e sperava che anche a Beatrice potesse piacere, essendo lei stata la sua musa ispiratrice.

In quel momento la ragazza, insieme ai suoi amici ballerini, aveva fatto ingresso nello studio dopo essere stati convocati ovviamente dalla Celentano, che li aspettava nuovamente con tanto di lavagna, quaderno e penna.

«Ragazzi scendete tutti e schieratevi davanti a me» disse la maestra dopo averli salutati, e i ballerini fecero come richiesto. «Oggi parleremo dei requisiti che bisogna avere per essere ballerini versatili e di qualità — camminò davanti a loro — Voi adesso andate a prendere i libretti, me li portate, e vi togliete tutto. Le ragazze rimangono in culotte e top, e i ragazzi in culotte» i ballerini andarono a prendere i libretti, tranne Lucia che confessò di averlo dimenticato in casetta.

Quando tutti i ragazzi furono pronti, si schierarono davanti alla maestra, che li guardò con attenzione.

«Iniziamo dalle linee. Beatrice vieni al centro» l'alunna fece come richiesto, facendo qualche passo in avanti e avvicinandosi alla maestra con l'ansia che la stava mangiando viva nonostante sapesse di averle ben lavorate durante gli anni. Oltretutto anche la Celentano spesso le aveva fatto i complimenti.

La ragazza puntava ad avere degli ottimi voti.

«Mi fai Écarté dietro. Okay, fai Développé» disse, e lei fece come richiesto mentre la maestra la osservava senza dire niente e senza fare alcun tipo di commento o correzione.

Era una cosa positiva, no?

Poco dopo rimandò l'allieva al suo posto mentre le assegnava un nove, che portò la ragazza a fare un piccolo sorriso.

Quando anche gli altri ebbero finito - tra sufficienze e insufficienze - si passò alla seconda categoria.

«Adesso andiamo sulla definizione e tonicità muscolare» e, senza nemmeno guardare gli allievi, scrisse i voti.

Assegnò quelli più alti ai maschi, mentre Bea ebbe un sei e mezzo, in linea con quello delle ragazze.

«Allora ragazze, se guardo le vostre braccia e le vostre gambe, non leggo il muscolo, e questo vuol dire che non usate la parte superiore. Usate solo la parte inferiore ma la usate male» le riprese la Celentano, e Bea si ripromise che avrebbe chiesto a Montesso dei consigli su come migliorare quel difetto.

Si passò poi al collo del piede e Bea si tranquillizzò, consapevole di averlo e di aver anche lavorato tanto per ottenerlo. Ricordava ancora quando molto spesso si ritrovava a fare i compiti sul pavimento e i piedi infilati sotto al divano. Aveva davvero passato anni a lavorarlo, e non accettava un voto basso.

𝐍𝐔𝐕𝐎𝐋𝐀, holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora