Joseph uscì dalla camera blu infilandosi il giubbotto nero che, doveva ammetterlo, era il doppio di lui. Regalò un sorriso di saluto a Petit e Marisol, seduti sulle gradinate a scambiarsi, come sempre, baci e abbracci, ma, ahimè, non poteva di certo giudicarli o puntare il dito, in quanto era il primo a comportarsi in quella maniera insieme a Beatrice, che pareva davvero averlo rincoglionito. Quasi non si riconosceva più, o, semplicemente, con lei poteva essere se stesso e mostrarsi per ciò che era: un grandissimo sottone.Parlando del diavolo spuntarono le corna, e, entrando nella cucina, lo sguardo di Joseph cadde sulla figura di Beatrice, che era intenta a spazzare. Trovandosi di schiena, non si accorse della presenza del cantante, che, lentamente, le si avvicinò.
«E mi guardi anche se non mi vedi — canticchiò, strappando un sorriso al romano, che riconobbe il suo inedito Randagi, che sarebbe uscito quella sera a mezzanotte su tutte le piattaforme — tranne quando siamo stesi ubriachi sopra i marciapiedi. Ti ricordi correvamo contro ve-ve-ve-vento-»
Prima che potesse dire ancora solo un'altra parola, Joseph l'abbracciò da dietro, facendola dapprima spaventare ma poi rilassare quando riconobbe il suo profumo.
«Abbiamo una fan qui» le sussurrò all'orecchio, sfiorandole il lobo e facendola rabbrividire.
Beatrice sorrise, poggiando la scopa contro la colonna. «La tua prima fan — si girò in modo da trovarselo davanti — E tra parentesi, è bellissimo st'inedito. Odora di hit» gli allacciò le braccia al collo, giocando con i suoi capelli.
Aveva ascoltato Randagi qualche sera prima, quando Holden l'aveva finalmente ultimato e l'aveva portata con sé in studio per farglielo sentire. Lei, emozionata come una bambina, si era seduta sulle sue gambe e aveva ascoltato tutto con estrema attenzione. La canzone parlava di un amore un po' "leggero" ma, allo stesso tempo, profondo e intimo, e quando Beatrice aveva notato qualcosa di familiare, Joseph era stato pronto a confermare: anche per scrivere quell'inedito, in alcune parti, aveva preso ispirazione da Beatrice, rendendola entusiasta di questo.
Non era stato difficile, per lei, comprenderlo, nonostante un lieve imbarazzo manifestato dalle guance rosse, dovuto soprattutto a frasi come 'le tue mani più letali degli spari', 'se con te ė come perdere i sensi, e non posso e non voglio fermarmi o che ti fermi', 'tue unghie mi strappano a righe' e 'prendi fuoco sopra la mia pelle ma sei come ghiaccio sulle ferite', che facevano un evidente riferimento ai giorni passati insieme durante la pausa, nei quali i loro corpi si erano attorcigliati tra le lenzuola e le mani avevano esplorato le parti più nascoste l'uno dell'altra, con le pelli, di entrambi, che scottavano.
Ancora, Joseph le aveva ripetuto spesso quanto lei riuscisse a riempire il vuoto che aveva dentro, quanto volesse che non lasciasse la presa e rimanesse aggrappata a lui.
Proprio come diceva la canzone.
Lei, con il cuore di spugna ma che si ostinava a fare la dura, a tenersi tutto dentro e a mostrarsi sempre forte. Lei, talmente perfetta che, per Joseph, quasi pareva una truffa.
Loro due erano uguali. Due cani randagi che per tempo avevano vagato qua e là perché privi di un rifugio, che avevano poi trovato l'uno nell'altra.
Beatrice, dopo attimi di imbarazzo e gioia, lo aveva stretto a sé e gli aveva regalato un tenero bacio. Aveva scritto un altro inedito per lei. Ora non era più solo Nuvola a legarli indissolubilmente.
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𝐍𝐔𝐕𝐎𝐋𝐀, holden
FanfictionChissà perché ci era stato insegnato che i simili erano soliti respingersi, che due menti e due caratteri fin troppo uguali non erano fatti per stare insieme. Erano gli opposti ad attrarsi: il cielo e la notte, la luna e il sole. Per Beatrice e Jose...