12 maggio 2027Beatrice se ne stava seduta davanti alla sua postazione makeup, con quella intensa luce capace di accecare se non eri abituato, passandosi il rossetto rosso - che sapeva di ciliegia - sulle labbra carnose. Le stava bene quel rosso sangue, non a caso pensò bene di farci due o tre passate, o forse addirittura cinque o sei.
Si spruzzò quel solito profumo a caffè - non lo avrebbe mai cambiato - sul collo e sulla parte superiore del seno, lasciato scoperto dallo scollo a barca del vestitino nero che aveva deciso di indossare.
Si guardò allo specchio per qualche secondo, soddisfatta del lavoro che aveva fatto, e, proprio mentre stava per sciogliersi i lunghi capelli biondi, che poco prima di truccarsi aveva raccolto in una crocchia disordinata, una voce la fermò.
«Stasera te devo fa' da bodyguard me pare de' capì» borbottò e si avvicinò a lei, poggiandole le mani sulle spalle nude.
Sorrise quando la vide rabbrividire.
Lei lo guardò dallo specchio, lasciandosi massaggiare il collo e rilasciando un piccolo sospiro.
«Siamo tutti amici da anni. Non penso proprio che ce proverebbero con me» gli ricordò lei, divertita.
«Infatti non stavo a parla' de' loro, ma di tutti gli altri — le baciò il collo — Sai quanti ce ne stanno in quel pub?» le fece presente.
«Dici che me rubano?» scherzò.
«Finché ce sto io, manco te devono guarda'» le sussurrò all'orecchio, provocandole infiniti brividi.
Si abbassò di poco, quel tanto da poterle baciare meglio il collo, e lei, di conseguenza, inclinò il capo per permettergli di lavorare meglio. Sentì la pelle bruciare, segno che le stesse lasciando quei soliti segni violacei che, ogni volta, era costretta a coprire con il trucco.
«Jo...» mormorò, stringendo le mani in un pugno. «Dobbiamo andare» disse ancora.
«Dobbiamo per forza?» chiese lui, alternando baci e parole.
«Non li vediamo da più di un anno — gli ricordò — Chissà come abbiamo trovato un giorno in cui ci siamo più o meno tutti» aggiunse.
Joseph, intanto, continuò a torturare il collo della sua ballerina, non intenzionato ad abbandonarlo. Le strinse delicatamente i fianchi, provocandole un sospiro che lo portò a sorridere.
Dopo tutto quel tempo, ancora era capace di causarle determinate reazioni - forse non si sarebbe mai abituato a quello.
«Possiamo fare tardi di qualche minuto?» quasi supplicò, non intenzionato ad abbandonare quella villetta senza far nulla.
«Mi sono già truccata» gli fece notare lei, che, sebbene fosse della stessa idea, non avrebbe mai rovinato quel trucco.
Joseph ghignò. «Io manco me so' vestito» ribatté.
Beatrice aprì gli occhi, lanciando uno sguardo al cantante e notando che, effettivamente, indossasse ancora la tuta.
Sorrise, capendo le sue intenzioni. «E quindi?» lo provocò, girandosi verso di lui e guardandolo dal basso.
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𝐍𝐔𝐕𝐎𝐋𝐀, holden
FanfictionChissà perché ci era stato insegnato che i simili erano soliti respingersi, che due menti e due caratteri fin troppo uguali non erano fatti per stare insieme. Erano gli opposti ad attrarsi: il cielo e la notte, la luna e il sole. Per Beatrice e Jose...