11 settembre 2025Quegli occhi castani, che sempre dolci e vispi erano rimasti, si guardavano attorno con attenzione, con l'intento di individuare, tra tutta quella gente, la persona che stavano cercando. Era lì ferma, con la mano destra a stringere con forza il manico della valigia e due gran borsoni a gravarle sulle spalle, e, in tutta onestà, non vedeva l'ora di liberarsi di quel peso. Le persone attorno a lei, invece, si muovevano freneticamente, chiacchierando a voce alta, e un sorriso le nasceva sul volto ogniqualvolta il suo sguardo si poggiava su coppie che si ritrovavano o su famiglie che si abbracciavano forte dopo aver trascorso del tempo separati. Era sempre una gioia tornare a casa, e lei non vedeva l'ora di provare la loro stessa sensazione, lasciandosi stringere da braccia che le trasmettevano tranquillità e serenità.
Poi il sorriso le si ampliò maggiormente nel momento in cui i suoi occhi si scontrarono con una figura che ben conosceva, che, così come lei, si guardava attorno e allungava il collo di tanto in tanto, sporgendosi e andando alla ricerca di qualcuno. Cercavano lei.
Si aggiustò il borsone viola in spalla, e, sorridendo di tanto in tanto alle persone che, riconoscendola, sventolavano la mano nella sua direzione, si diresse verso di lui. Quest'ultimo, probabilmente anche a causa della bassezza di lei, proprio non l'aveva vista arrivare e camminare a grandi falcate verso la sua direzione, ma quando poi se la ritrovò davanti in tutta la sua bellezza, non riuscì a nascondere un dolce sorriso e ad evitare che gli occhi si facessero lucidi.
«Bea...» sussurrò teneramente, facendo vagare lo sguardo fiero sulla figura della ragazza, così diversa ma sempre la stessa. Era cambiata, eppure rimaneva la solita dolce Beatrice.
«Che non m'abbracci, Da'?» rise lei con occhi lucidi, lasciando perdere la valigia e i borsoni.
Davide non se lo fece ripetere due volte, e, immediatamente, strinse tra le braccia sua sorella, tenendola al petto per dei minuti che parevano interminabili, mentre lei si aggrappò alla sua t-shirt, quasi come se avesse paura di vederlo andar via, eppure lui era lì - o meglio, lei era lì.
«Mi sei mancata così tanto, Bea» sussurrò al suo orecchio, non intenzionato a lasciare la ragazza, che sorrise nell'incavo del suo collo.
«E te credo. Un anno senza di me mica è facile da sopporta'» scherzò lei, allontanandosi quel poco da poterlo guardare negli occhi. Anche a lei era mancato da morire.
Davide era cresciuto, in quell'anno. I capelli erano leggermente più lunghi, e aveva un filo di barba a contornargli quel viso da bambino. Inoltre era diventato più alto e muscoloso, conseguenza del fatto che si ammazzasse di palestra. Eppure gli occhi e il sorriso erano rimasti uguali. Sempre allegri e dolci.
«Guarda — Davide sciolse l'abbraccio — te vorrei contraddì ma non posso farlo. C'hai ragione» disse dolcemente, ammettendo il fatto di aver sentito fin dentro le ossa la mancanza di sua sorella.
Allo stesso tempo, però, era anche felice che per un anno avesse fatto ininterrottamente ciò che amava, che avesse lavorato e fosse migliorata, diventando una ballerina a tutti gli effetti, una ballerina completa proprio come aveva sempre sognato. Quell'anno nella Grande Male le era stato senza dubbio d'aiuto, e non avrebbe mai ringraziato abbastanza tutti i professori e gli insegnanti che avevano fatto sì che lei raggiungesse, in un solo anno, dei livelli così alti.
Beatrice era finalmente pronta.
«Allora? — sorrise lei — 'Namo?» chiese, non vedendo l'ora di tornare a vagare per le strade di Roma, la sua città, la sua casa, di cui aveva sentito fin troppo la mancanza durante quell'anno.
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𝐍𝐔𝐕𝐎𝐋𝐀, holden
FanficChissà perché ci era stato insegnato che i simili erano soliti respingersi, che due menti e due caratteri fin troppo uguali non erano fatti per stare insieme. Erano gli opposti ad attrarsi: il cielo e la notte, la luna e il sole. Per Beatrice e Jose...